Turchia, arrestati i leader del partito Hdp e 11 deputati curdi, bloccati gli accessi ai social media. Anche Demirtas portato in tribunale con accuse di “terrorismo”
Oltre ogni finzione di democrazia formale
Retata contro l’opposizione in Turchia: Figen Yuksedag e Suleyman Demirtas, co-presidenti del partito filo-curdo Hdp, sono stati arrestati nella notte a Diyarbakir, Ankara e Istanbul, insieme ad altri 11 parlamentari.
I deputati curdi sono 59 e l’Hdp rappresenta il terzo partito del Paese dopo l’Akp al governo e il partito repubblicano Chp, anch’esso all’opposizione come l’Hdp. A Diyarbakir la tensione è molto alta: un’autobomba è esplosa a una stazione di polizia del distretto di Baglar facendo dozzine di feriti.
In Turchia ieri niente connessione Internet ed era impossibile accedere ai social network.
La questione curda
Da vedere adesso quale sarà la reazione interna ed europea alla notizia dell’arresto dei politici e dei deputati curdi. L’immunità parlamentare ora in Turchia non ha nessun valore se si è accusati di legami con il terrorismo e il Pkk.
La tensione in Anatolia del Sud Est, il Kurdistan turco, incrocia il conflitto in corso in Iraq e in Siria.
L’esercito turco staziona a pochi chilometri da Mosul dove è in corso l’offensiva finale contro il Califfato mentre i militari di Ankara sono schierati anche all’interno del territorio siriano per contenere con la forza i curdi siriani del Rojava appoggiati dagli Usa per la loro lotta contro l’Isis.
Repressione senza fine
Più di 80 mila i dipendenti pubblici licenziati in Turchia nell’ondata repressiva scatenata dal governo turco per smantellare la presunta rete golpista di Fetullah Gulen: soldati, alti ufficiali, generali (almeno 200), membri della polizia di Stato, insegnanti, docenti e rettori universitari, funzionari del ministero dell’Educazione e della Giustizia, giudici e procuratori, giornalisti, medici e infermieri.
Numeri da golpe riuscito questi, a cui debbono aggiungersi le misure che hanno portato alla chiusura di almeno tre agenzie di stampa, sedici canali televisivi indipendenti, ventitre radio, 45 quotidiani online e cartacei, 15 riviste e 29 case editrici.
Caccia alle streghe
Giudici e procuratori licenziati per presunti legami con il fallito golpe di metà luglio, portando a 3.500 il numero di funzionari giudiziari rimossi. Anche il sistema dei media è stato “riorganizzato” dopo il putch fallito.
Sono almeno 108 i giornalisti detenuti, arrestati in maggioranza – secondo l’Osservatorio locale per la libertà di stampa P24 – durante lo stato di emergenza dichiarato dopo il fallito golpe del 15 luglio. In totale, nell’inchiesta sul golpe sono stati emessi mandati d’arresto per 82 reporter.
La maggior parte degli altri giornalisti sono invece detenuti con l’accusa di “propaganda terroristica” a favore del Pkk.
La polizia turca ha arrestato i co-presidenti del HDP e più di 14 deputati
4 novembre 2016
Secondo l’informazione arrivata dalla agenzia di stampa ANF i due co-presidenti dell HDP S. Demirtas e F. Yuksekdag sono stati prelevati dalle loro case e sono stati detenuti. Tra gli arresti ci sono anche Sirri Sureya Onder, Gulser Yildirim, Leyla Birlik, Ziya Pir, Nursel Aydgan, Selma Irmak, Ferhat Encu, M Ali Aslan, Aysel Tugluk, Idris Baluken, Mithat Sancar, Pervin Buldan, Abdullah Zeydan….
Sino ad adesso sono stati arrestati piu di 15 deputati del HDP, e stanno arrestando uno per uno anche gli altri. La polizia di AKP E’ stato attaccato sede centrale di HDP di Ankara. Chi è dentro resiste contro la polizia.
Dopo gli arresti dei deputati del HDP, in tutta Bakur sono stati chiusi tutto social network; le liene di twitter, facebook oscurati ed è stato bloccato whatsapp per impedire la comunicazione.
Ayhan Bilgen portavoce di HDP ha fatto un primo appello con una reazione forte e ha chiamto tutto il popolo di reagire contro questo gravissimo atto. Ha continuato dicendo che ‘La reazione a questo atto dirà come la vicenda proseguirà e con che risultato.’
DBP ha dichiarato: “Il colpo di Stato dell’AKP continua. In Turchia un partito che ha preso 6 milioni di voti, ha visto arrestati i suoi co-presidenti e qusto è un colpo contro la volontà del popolo. La loro detenzione non è accettabile. è il momento per il nostro popolo e tutte le forze democratiche di mostrare la loro opposizione e reazione; non avranno mai succcesso quelli che espropriano la volontà del popolo.”
L’organizzazione dei curdi in Europa, hanno chiamato tutto il popolo a scendere in piazza e dimostrare le loro reazioni.
C’è una forte preocccupazione e ci sono richiami a tutte le forze democratiche e in primo luogo ai deputati di mostrare la loro solidarietà contro questo fascismo dell’AKP di Erdogan!
Viene chiesto ai deputati italani di andare subito a Diyarbakir!
Ufficio informazione del Kurdistan in Italia- Uiki Onlus