Grecia. Migliaia di studenti delle superiori in piazza contro una riforma classista della scuola con tanto di alternanza scuola-lavoro. Ennesimo colpo di Tsipras alle speranze popolari
di Checchino Antonini
Le agenzie di stampa italiane parlano solo di scontri ad Atene ma in realtà, ieri, in Grecia, gli studenti sono scesi in piazza in 27 città contro la “buona scuola” in salsa greca. Nella capitale alcune migliaia di studenti hanno partecipato alla protesta. Il corteo è stato caricato quand’è giunto di fronte al Parlamento. Non ci sarebbero stati arresti o feriti ma si è resa necessaria, per ore, la chiusura di una strada centrale della capitale greca. Gli studenti delle scuole superiori protestano contro la riforma della scuola proposta dal governo Tsipras. Una riforma che introdurrebbe esami intermedi da sostenere nel corso delle scuole superiori, vincolerebbe l’accesso all’università a determinati esami affrontabili solo nei licei (precludendone quindi l’accesso agli studenti dei tecnici e professionali), introdurrebbe un numero minimo di ore che lo studente dovrà dedicare ad “attività sociali” per accedere al diploma, nonché la possibilità di non finire gli studi e ricevere comunque una “certificazione” del livello di istruzione raggiunto.
Misure criticate dagli studenti greci, secondo cui la riforma aumenterebbe il classismo all’interno del sistema scolastico. L’espressione “attività sociali”, secondo gli studenti, celerebbe la volontà del Governo Syriza-Anel di introdurre un modello simile a quello dell’alternanza scuola-lavoro introdotto in Italia dalla “buona scuola”, mentre la possibilità di ottenere certificazioni intermedie se si abbandonano gli studi favorirebbe l’abbandono scolastico. Dall’Italia s’è levato un appello alla solidarietà con gli studenti sull’altra riva dello Ionio promosso da Fgc con l’adesione di Uds: «In questi giorni in Grecia sta avvenendo qualcosa di molto simile a ciò che è successo in Italia» – si legge nell’appello degli studenti Italiani – «Come rappresentanti degli studenti e collettivi delle scuole italiane esprimiamo il nostro pieno sostegno alla lotta degli studenti greci contro la riforma della scuola che il governo Syriza-Anel promuove su pressione dell’Unione Europea. Quello che avviene in Grecia, in linea con quanto avvenuto in Italia, dimostra che oggi esiste un attacco condotto dai padroni in tutta Europa, che mira a dequalificare l’istruzione per abbassare il costo del lavoro e condannarci alla precarietà. Contro questo attacco noi studenti rispondiamo uniti, lottando per un’istruzione gratuita e accessibile a tutti, per una scuola che sia fatta per gli studenti e non per i padroni».
Non c’è da stupirsi se i sondaggi registrano la precipitazione del gradimento di Tsipras, quello che avrebbe dovuto inceppare il meccanismo dell’austerità, contagiando mezza Europa e, invece, sta interpretando le lugubri canzoni della Troika dopo aver mutato geneticamente il suo partito, Syriza. La “buona scuola” è l’ennesimo segnale di “pasokizzazione” di Syriza, con buona pace di tutti gli ultras di Tsipras lì e qui.
Ha giurato sabato mattina il nuovo governo greco, frutto del rimpasto voluto dal premier Tsipras che ha sostituito diversi ministri che si erano opposti apertamente alle misure richieste dai creditori internazionali di Atene. Tra i ministri costretti a lasciare il proprio incarico figurano i nomi dell’ex titolare dell’Energia Panos Skourletis e quello della Marina mercantile, Thodoris Dritsa, entrambi contrari alle privatizzazioni delle aziende di stato. Secondo gli ultimi sondaggi, Syriza si attesta tra i 6 e i 12 punti percentuali dietro ai conservatori attualmente all’opposizione.