In scena al Teatro della Tosse di Genova la seconda edizione di Resistere e creare, la rassegna di danza internazionale con la direzione artistica di Michela Lucenti
da Genova, Claudio Marradi
Quasi tre settimane di resistenza. Per niente passiva, anzi, molto fisica e tutta da danzare. Perché è una vera e propria Rivolta dei corpi, quella che va in scena al Teatro della Tosse di Genova nella seconda edizione di Resistere e creare, la rassegna di danza internazionale con la direzione artistica di Michela Lucenti, che ha per titolo proprio Rivolta. E perché gira rigira è sempre nella carne dei corpi che si incide la sostanza molto materiale dei rapporti di dominazione e asservimento. Anche quelli dei rapporti di produzione che si alimentano di tecnologie digitali. Proprio come il lavoro intellettuale nel circuito della produzione immateriale, che è ormai h24 e con gli smartphone ci raggiunge ovunque e in ogni momento. Ed è dal corpo, dalla sua capacità e dalla sua determinazione di riappropriarsi di spazi fisici e tempi di vita che parte ogni gesto di insubordinazione che non voglia autoconfinarsi nelle proteste da tastiera delle pur nobilissime petizioni firmate quasi in automatico tra un “mi piace” e l’altro.
Momento tra i più significativi della scorsa stagione del teatro nel centro storico genovese e che in pochi giorni aveva visto alternarsi decine di artisti provenienti da tutto il mondo, Resistere e creare torna ora confidando di incontrare la stessa grande risposta di pubblico a un cartellone lungo 18 giorni e ben 14 spettacoli, fino a domenica 11 dicembre. E poi 2 laboratori, una mostra fotografica, la proiezione di Wim, documentario su Vandekeybus girato dalla sorella Lut e un seminario di contact improvisation con Joerg Hassmann. E ancora danze popolari, incontri, performance, una dedica a Shakespeare e una festa finale di chiusura. Anche l’edizione 2016 occuperà tutti gli spazi dei Teatri di Sant’Agostino, camerini compresi, e avrà alcune appendici anche al di fuori del teatro come nella Zona Archeologica dei Giardini Luzzati e nel nuovo Luzzati Lab di Stradone Sant’Agostino.
Ad aprire la rassegna Before Break di Balletto Civile, ispirato alla Tempesta shakespeariana, primo spettacolo di cinque dedicati al Bardo a quattrocento anni dalla sua morte. Una gomena di colore arancione è la scarna scenografia di questa tragedia attorno alla tragedia su una partitura per violoncello e strumentazione elettronica, che si consuma nei 60 minuti esatti che impiega a svuotarsi una clessidra posta sul palco accanto all’asta del microfono. Arancione come il colore che in mare può fare la differenza tra la vita e la morte. Lo stesso delle life jacket (magari di quelle taroccate, made in China, che non servono a niente ma vengono indossate per scaramanzia) dei migranti che arrivano su battelli che affondano. E’ una corda che lega mani e piedi, che imprigiona e che salva, contesa tra i danzatori – Fabio Bergaglio, Maurizio Camilli Asiz Amalgam El Youssoufi, Giovanni Gava Leonarduzzi, Michela Lucenti, Maurizio Lucenti, Alessandro Pallecchi Arena, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Demian Troiano Hackman, Natalia Vallebona – in un tiro alla fune dove la propria salvezza deve essere sempre strappata dalle mani di qualcun altro. Ed è solo quando è sceso anche l’ultimo granello di sabbia nera che possiamo dirci finalmente salvi. E possiamo infine gioirne, noi che, soli, siamo scampati alla tempesta. Eppure di quella salvezza non portiamo alcun merito. Nessun talento di cui esser fieri, se non di quelli inconfessabili: la mano più lesta degli altri nell’afferrare la cima di una fune o un angolo di zattera, l’abilità di issarsi fuori dalle onde, magari passando sulle teste dei più deboli… Europa, anno 2016: come in un’imbarcazione alla deriva, anche chi sta a bordo sente di avere già i piedi nell’acqua fredda.
Sarà poi la volta di Killing Desdemona (dal 6 al 10 dicembre) ispirato all’Otello che racconta il più famoso femminicidio della storia e riflette sulle ragioni che portano tutt’oggi a questo terribile gesto.
E poi Now, prova sul Riccardo III di William Shakespeare (4 dicembre) di Progetto farsa – Elsinor / Michele Sinisi, uno spettacolo che parte dalla parola, testimonianza del corpo parlante, costruito sul monologo iniziale del dramma, un lavoro che non racconta una storia ma la mostra, dove il testo ha la funzione di una traccia sonora e diviene musica. Il 7 dicembre Rotlessroot porta in scena in Prima Nazionale lo spettacolo Europium, che la stampa internazionale ha osannato come il lavoro più bello del collettivo cosmopolita con base ad Atene. Una riflessione sulla tragica situazione sociopolitica dell’Occidente, uno spettacolo attualissimo che analizza con lucidità il nostro tempo. Tornerà poi a Genova il 9 e 10 dicembre, con uno dei suoi spettacoli più rappresentativi, Wim Vandekeybus che ci presenta: In spite of wishing and wanting revival. Un lavoro proposto in una nuova veste, reduce dal successo di RomaEuropa Festival, unica altra data italiana della fitta tournée della compagnia belga Ultima Vez. Lo spettacolo che indaga il maschile porta in scena 10 danzatori chiamati a interrogarsi sui temi del desiderio e della passione, intrecciando danza e cinema accompagnati dalle note sensuali della musica di David Byrne. Sonnet Dance #121 (11 dicembre) invece è una creazione originale di Michela Lucenti con la collaborazione di Emanuela Serra, con Alessandro Pallecchi Arena, Giulia Spattini a partire dal lavoro più misterioso e controverso di William Shakespeare, in un’immersione nel ritmo del verso attraverso le relazioni tra corpo e musicalità e tra danza e teatro nel Sonetto 121. Ultimo titolo shakespeariano, Insomnia. Non dormirai più (6 dicembre) il preshow di Francesco Gabrielli, liberamente tratto dal Macbeth, che parte dalla relazione fisica e danzata per raccontare in maniera itinerante, sia all’interno che all’esterno della Tosse, la natura di una delle coppie più controverse e discusse dell’intera opera shakespeariana. Francesca Zaccaria, l’11 dicembre presenta infine in anteprima nazionale Carnet Erotico: cartoline del piacere realizzate come brevi racconti per immagini leggere, buffe, feroci, molto intime, come se nessuno guardasse. Sono solo gli appuntamenti più significativi di un cartellone che sarebbe troppo lungo riassumere e che accoglierà il meglio della scena contemporanea facendo di Genova il centro della danza nazionale e internazionale.
Info, aggiornamenti e programma completo sul sito www.teatrodellatosse.it – tel. 0102470793.