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La vittoria Sioux contro fucili, granate e facebook

La vittoria Sioux a Standing Rock di fronte alla repressione di stato è la testimonianza del potere dell’azione diretta

di Brendan McQuade

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La vittoria a Standing Rock di fronte alla repressione di stato è la testimonianza del potere dell’azione diretta.

Lo scontro sembrava imminente. Il governatore del Nord Dakota e il Genio dell’esercito Usa avevano emesso entrambi un ordine di sgombero del Sacred Stone Camp, il principale accampamento di protesta nei pressi della riserva Siouk di Standing Rock per permettere il proseguimento della costruzione del Dakota Access Pipeline.

Nonostante gli avvertimenti iniziali che sarebbero rimossi con la forza se si fossero rifiutati di trasferirsi in una vicina “zona di libertà di parola” entro il 5 dicembre, coloro che si autodefinivano “protettori dell’acqua” avevano promesso di difendere il campo.
Mentre la scadenza si avvicinava, sono arrivati circa duemila veterani delle forze armate statunitensi, promettendo di formare un “scudo umano” per bloccare qualsiasi sfratto.

Quindi, ieri (domenica 4 dicembre), è arrivato l’annuncio a sorpresa del Genio militare: al Dakota Access non sarebbe stato dato il permesso necessario per forare sotto il fiume Missouri – fermando in questo modo di fatto il progetto di infrastruttura petrolifera da 3,8 miliardi di dollari. Dei revisori dovranno ora rilasciare una valutazione di impatto ambientale e cercare percorsi alternativi.
L’annuncio è una vittoria enorme per i protettori dell’acqua – anche tenendo conto che il rinvio potrebbe essere solo provvisorio (la società farà appello, e Donald Trump è un investitore dell’oleodotto), che l’oleodotto potrebbe semplicemente essere deviato (piuttosto che bloccato), e che la retorica “legge-e-ordine” di Trump rappresenta un segnale evidente che la sua amministrazione non avrà alcun scrupolo a spaccare teste.

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Il voltafaccia del Genio militare è particolarmente impressionante considerando il livello di repressione che i manifestanti hanno dovuto sopportare negli ultimi mesi.
Nel mese di settembre, la sicurezza privata aveva aizzato i cani contro i manifestanti che cercavano di ostacolare la distruzione di un luogo sacro. Nel mese di ottobre, la polizia, indossando giubbotti antiproiettile e alla guida di Hummer blindati, ha arrestato 127 manifestanti e utilizzato pistole stordenti, spray al pepe, proiettili non letali, e bombe sonore per disperdere un blocco che aveva fermato il traffico per giorni.
Il mese scorso, le forze dell’ordine avevano usato cannoni ad acqua (in un momento di temperature sotto zero) e utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere un centinaio di manifestanti che stava bloccando un ponte.
Oltre trecento protettori dell’acqua sono stati assistiti per ipotermia e 26 sono finiti in ospedale.

La repressione dello stato a Standing Rock ha rappresentato qualcosa di più che una semplice dimostrazione di eccesso di violenza. Ha mostrato con evidenza la modalità repressive che lo stato ha sviluppato in risposta ai movimenti sociali degli ultimi tempi; vale a dire: l’interruzione aggressiva della protesta; la guerra psicologica; la sorveglianza a 360° e la raccolta di informazioni di intelligence.
A Standing Rock, abbiamo assistito alla più grande mobilitazione dei popoli nativi americani da decenni e una effervescenza di azioni di solidarietà in tutto il paese. Abbiamo assistito ad un’ulteriore crescita del confronto diretto, delle proteste illegali e delle azioni dirette che avevano sviluppato Occupy Wall Street e Black Lives Matter.
E abbiamo assistito anche a come lo Stato risponde quando il potere delle multinazionali è sotto attacco.

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Contenimento e controllo

Durante il movimento alter-mondialista alla fine degli anni ’90, la polizia ha dovuto affrontare un problema: invece di negoziare con le autorità locali per i permessi, gli attivisti organizzavano azioni dirette per cercare di bloccare i vertici sul commercio internazionale.
La repressione violenta, anche se utile, non è stata la prima scelta per fermare queste proteste conflittuali. Così la polizia ha sviluppato un’altra tattica: controllare il movimento fisico dei manifestanti.
Nelle aree urbane, le autorità seguivano le proteste con squadre di polizia mobili coordinate che utilizzavano il proprio movimento in formazione e, se necessario, “armi non letali” per “raffreddare” gruppi di manifestanti, limitando il loro movimento e ostacolando le loro capacità di blocco. Gli attivisti di Occupy Wall Street e Black Lives Matter si sono rapidamente abituati ai metodi di contenimento e alle tecniche di controllo della folla della polizia.

Nelle aree rurali, la polizia cerca di trasferire fisicamente le manifestazioni in zone dove possano essere meno dirompenti. A Standing Rock questo progetto era in attuazione attraverso il tentativo abortito di spostare l’accampamento in una “zona di libertà di parola” a sud di Cannonball River, dove le proteste non avrebbero potuto ostacolare la costruzione dell’oleodotto.
L’obiettivo è quello di disorientare e disperdere, per poter gestire più facilmente manifestazioni che si prevedono esplosive. Ma le autorità hanno subito una sorprendente sconfitta a Standing Rock.
Mentre si sono preparati coscienziosamente su passati eventi – una serie di moduli di formazione FEMA (Federal Emergency Management Agency) per “operazioni di forza sul campo” cita tutta una serie di azioni di movimenti di protesta a titolo di istruzione – l’applicazione della legge si è mostrata incapace di controllare il movimento dei manifestanti.

Guerra psicologica

Anche quando funziona, l’interruzione fisica da sola non è sufficiente a domare le proteste più combattive.
A Standing Rock – come durante le manifestazioni alter-mondialiste – agenzie di polizia, agenzie governative e multinazionali coinvolte hanno lanciato un’offensiva di pubbliche relazioni per indirizzare il sentimento pubblico contro i manifestanti. La Midwest Alliance for Infrastructure NowMidwest , organizzazione lobbystica finanziata da una serie di associazioni di imprese e sindacati conservatori, ha creato l’Osservatorio sui fatti di Standing Rock, un sito web che pretende di promuovere “la verità” e confutare “la disinformazione sul progetto già approvato – e quasi concluso – del Dakota access project” Queste operazioni di guerra psicologica mobilitano anche la più datata retorica “legge-e-ordine” riguardo le proteste. Lo sceriffo di Morton County, Kyle Kirchmeier, per esempio, ha descritto le manifestazioni pacifiche come “una rivolta in corso.”

A un certo punto, il dipartimento dello sceriffo ha utilizzato Facebook per postare affermazioni infondate sul fatto che protettori dell’acqua avrebbero attaccato giornalisti e fabbricato bombe.
Il mese scorso, dopo che una granata della polizia aveva gravemente ferito una protettora dell’acqua di nome Sophia Wilansky – mandandola in ospedale a Minneapolis, dove i medici sono riusciti a curarla senza dover amputare il braccio gravemente ferito – lo sceriffo aveva accusato i manifestanti di aver provocato le ferite della Wilansky con una bomboletta di propano che essi stessi avrebbero apparentemente trasformato in una bomba. Quando Mekasi Campo-Horinek, un protettore dell’acqua e coordinatore del campo, ha contestato le affermazioni di Kirchmeier, lo sceriffo ha ammesso di essersi espresso male.

Subito dopo aver fatto marcia indietro sulle accuse della bomba al propano, il dipartimento dello sceriffo ha chiuso la sua pagina Facebook (probabilmente hackerata) come parte di una nuova strategia di pubbliche relazioni. Dopo alcuni giorni di silenzio radio, il reparto (ora anche su Twitter) ha utilizzato i social media per spingere la serie web “Know the Truth”, una raccolta di brevi video che divide i manifestanti tra una maggioranza ragionevole, rispettosa della legge e una frangia violenta “che li utilizza [i manifestanti pacifici] per camuffarsi”.
Naturalmente, queste sottili tentativi di influenzare l’opinione pubblica sono stati integrati dalla repressione palese: le autorità locali hanno arrestato giornalisti, e la Federal Aviation Administration ha imposto una no-fly zone per impedire il volo di droni pilotati da giornalisti per documentare le proteste. Le forze dell’ordine sono andate oltre fino ad abbattere tali droni.

Sorveglianza

Il frenetico accumulo di capacità di intelligence da parte della polizia statale e locale ha fornito alle forze dell’ordine a Standing Rock un altro strumento per reprimere le proteste. Dopo gli ultimi dieci anni e mezzo, risultato di investimenti per diversi miliardi di dollari nell'”antiterrorismo”, la polizia statunitense – un esercito di quasi 900.000 persone sparse in quasi 12.600 agenzie – si trova ora armata come soldati, con sofisticati sistemi di intelligence e reti di condivisione delle informazioni a loro disposizione. Oggi, 268 “fusion centers”, inter-agenzie finanziate a livello federale, producono informazioni di intelligence per gli stati e le polizie locali.

Sappiamo che alcune di queste inter-agenzie hanno monitorato sia Occupy Wall Street che Black Lives Matter e abbiamo ragione di credere che le autorità abbiano tenuto d’occhio anche Standing Rock.
Messaggi di posta elettronica ottenuti dal media indipendente Unicorn Riot comprendevano un rapporto bi-settimanale sulla cybersicurezza del centro di fusione locale che faceva riferimento a notizie di stampa sulle azioni organizzate dai protettori d’acqua. Anche se è possibile che il North Dakota State and Local Intelligence Center stessero semplicemente fornendo aggiornamenti innocui e niente di più, la storia suggerisce che lo Stato abbia giocato un ruolo più attivo nella sorveglianza dei manifestanti a Standing Rock.

Attraverso questi centri di fusione e le loro agenzie associate le polizie locali e statali possono utilizzare potenti strumenti di raccolta di dati sensibili come “Stingrays”, che replica ripetitori telefonici e raccoglie dati sulle cellule del traffico telefonico. La polizia in genere dispiega questi strumenti nei quartieri poveri e abitati principalmente dalle minoranze.
A Standing Rock, secondo un reportage di Vice dello scorso mese di ottobre, i telefoni cellulari hanno iniziato a mostrare “segni rivelatori della sorveglianza Stingray”. Lo stesso mese, ACLU (American Civil Liberties Union) e NLG (National Lawyers Guild) inviavano richieste di accesso alle informazioni (Freedom of Information Act) per più agenzie, tra le quali alcune fuori della giurisdizione dello stato che avrebbero potuto fornire al sindaco di Morton County l’accesso a Stringray.

Mentre sono visibili solo tracce e probabili segnalazioni di una sofisticata sorveglianza digitale, ci sono ampie prove di una costante raccolta di informazioni a Standing rock. I giorni all’accampamento cominciano con la sorveglianza aerea. Se è prevista un’azione, elicotteri e aeroplani volano per tutto la giornata.
Ai posti di controllo e ai blocchi stradali la polizia e la Guardia Nazionale regolano i movimenti e raccolgono dati; fermano il traffico e chiedono ai guidatori dove siano diretti e le ragioni del loro viaggio; controllano le carte d’identità e le patenti di tutti quelli che guidano attraverso i blocchi stradali.
Sono anche stati arrestati alcuni protettori d’acqua che hanno affermato di essere stati interrogati “da una unità di intelligence del North Dakota Department of Corrections con domande su dove fossero accampati e con chi fossero associati”.

Da che parte stai?

Le tattiche repressive impiegate contro i protettori dell’acqua – interruzione aggressiva delle proteste; guerra psicologica; sorveglianza totale e spionaggio – rendono la loro vittoria ancora più notevole. Questa vittoria, tuttavia, non è stata un incidente. I manifestanti hanno prevalso perché avevano il potere; non una semplice “autorità morale”, ma il vero potere sociale. Le loro azioni dirette di disturbo hanno polarizzato la questione; il loro rifiuto di abbandonare il loro ha alzato il livello del conflitto e l’amministrazione Obama ha ceduto per prima.

La vittoria dei manifestanti segna un punto importante: le proteste dirompenti aprono nuove possibilità politiche creando una “divisione delle élite”.
Allargano le linee di frattura, rendendo più difficile una politica di compromesso e generano uno spazio per nuove alleanze e importanti cambiamenti politici. Guardiamo per esempio a come gli scioperi degli anni ’30 abbiamo creato le condizioni politiche per il New Deal, o il modo in cui i sit-in e il boicottaggio degli autobus di Montgomery abbia reso il Sud ingovernabile e Jim Crow indifendibile.
Standing Rock può diventare il cuneo che porta ad un altro riallineamento?
Sta già esacerbando le divisioni con il Partito democratico e la vittoria di domenica certamente fornisce uno spazio utile per le forze che potrebbero dare vita ad una nuova scossa.
Se i protettori dell’acqua riuscissero fermare la costruzione di un oleodotto sarebbe un grande passo avanti per i popoli nativi e per il movimento per una giustizia climatica. Galvanizzerebbe ulteriormente la resistenza nei confronti dell’amministrazione Trump che promette di abbandonare le moderate riforme di Obama e lanciare nuove offensive contro i gruppi svantaggiati, i lavoratori e l’ambiente.
Il mese che viene sarà riempito da nuove lotte, maggiori azioni dirette. Ma già la resa dei conti di Standing Rock ha chiarito ampiamente quali siano i contorni della repressione di stato – e come batterla.

da jacobinmag.com/ traduzione di Piero Maestri

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