La sovranità democratica è spendere subito 20 miliardi per le popolazioni e le aree colpite dal terremoto e dal gelo e mandare all’inferno la UE e i suoi vincoli di bilancio
di Giorgio Cremaschi
La sovranità democratica è spendere subito 20 miliardi per le popolazioni e le aree colpite dal terremoto e dal gelo e mandare all’inferno la UE e i suoi vincoli di bilancio.
Questa dovrebbe essere la risposta alla letterina con cui i burocrati della UE chiedono di tagliare 3,4 miliardi di euro dal bilancio pubblico. Attenzione, chi denuncia la cialtroneria di Renzi, che per fare la sua perdente campagna referendaria ha distribuito furbescamente mance e promesse, chi condanna i giochetti del governo con la UE, ha perfettamente ragione. Va però aggiunto che gli stessi burocrati UE si sono prestati ai trucchi renziani, rinviando la loro presa di posizione a dopo il voto sulla controriforma costituzionale, che hanno sfacciatamente sostenuto. Dopo la vittoria del NO ora Bruxelles ci presenta il conto e dice che dobbiamo pagare. Eh no.
Il ministro Del Rio, ai governanti tedeschi che chiedono par condicio nelle multe tra Volkswagen e FCA , ha risposto che siamo un paese sovrano. Il nostro governo difende la sovranità del paese solo quando deve obbedire a Marchionne? Eh no.
Quello che sta avvenendo è gravissimo e non può essere coperto dal teatrino della politica di palazzo e dai borbottii incomprensibili di Padoan, Gentiloni, Mattarella. Un paese che si fa imporre il bilancio dello stato da poteri esteri non ha più una sovranità, non è più una democrazia, è solo una colonia.
Qui emerge tutto il danno dei voti quasi unanimi, con cui le Camere del passato hanno approvato il fiscal compact e lo hanno addirittura inserito nell’articolo 81 della Costituzione. Quei voti hanno demolito una parte fondamentale dei nostri principi costituzionali, e la vittoria del NO il 4 dicembre ha solo evitato un disastro completo.
Il paese è in stagnazione e deflazione, la disoccupazione aumenta mentre intere popolazioni sono lasciate alla mercè dei disastri ambientali. Avremmo bisogno di un piano di 20 miliardi di spese urgenti per il lavoro e la sicurezza terrotoriale, altro che quelli stanziati per le banche, su cui la UE non ha avuto granché da dire. Avremmo bisogno di un parlamento democratico, libero di spendere i soldi del nostro paese e di fare altri debiti se questi servono e di decidere con il popolo su come e quando ripianarli.
Invece dovremmo obbedire ai burocrati di Bruxelles inveleniti per la sconfitta referendaria. Questa condizione di obbedienza è quella in cui è stata precipitata la Grecia, la prima colonia europea della Troika, che evidentemente ora vuole ampliare con noi i suoi domini.
I parlamenti sono nati proprio per decidere come spendere il denaro pubblico, se non possono più decidere diventano enti inutili…come il parlamento europeo. Che guarda caso ora elegge al suo vertice un berlusconiano incolore.
No, non fermiamoci ai trucchi di bilancio di Renzi e Padoan, andiamo alla sostanza: la UE e i suoi vincoli e ordini di bilancio vanno mandati al diavolo.