Denunciata per la “liberazione” del Rialto e per la riapertura del Valle. Sì, ho preso parte. E so da che parte stare: dalla parte delle donne e degli uomini che lottano per liberare i beni comuni
di Eleonora Forenza
In ogni caso, nessun rimorso. Sono una militante che temporaneamente svolge la funzione di parlamentare europea. Credo che chi rappresenta le istituzioni debba stare dalla parte della giustizia, anche quando secondo “le autorità” non coincide con la legge. Sono stata denunciata per aver partecipato con altre e altri alla liberazione del Rialto a Roma, dopo lo sgombero avvenuto nelle scorse settimane. Nei mesi scorsi, sono stata denunciata per aver preso parte alla riapertura simbolica del Teatro Valle lo scorso giugno. Sì, ho preso parte. E so da che parte stare: dalla parte delle donne e degli uomini che hanno restituito il Rialto alla città di Roma in questi anni e portato avanti la battaglia per l’acqua bene comune. Così come dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo che avevano reso il Valle un laboratorio culturale di importanza internazionale. A loro va il mio ringraziamento e tutta la mia solidarietà per la repressione che subiscono insieme ai tanti spazi liberati e ora minacciati di sgombero a Roma. Mi permetto di rilevare come la giunta romana del M5S, che usa a piene mani la retorica della “partecipazione dei cittadini”, sia stata finora protagonista di una serie di chiusure proprio degli spazi di partecipazione e di una concezione repressiva della legalità. La lotta non si arresta.
La signora Forenza che si professa europarlamentare ed attivista per i beni comuni, termina il proprio intervento addossando la colpa della recente ondata di chiusura di numerosi spazi teatrali romani alla giunta 5 stelle. Forse non sa, la signora, ( e non si capisce se per semplice ignoranza o per strumentale malafede), che l’ordinanza di chiusura e sgombero di circa 850, tra spazi teatrali e sedi di Onlus e associazioni culturali, ( spazi di proprietà del Comune di Roma), viene niente popò di meno che dalla Corte dei Conti, la quale ha rilevato mancati entroiti per le casse comunali per svariati milioni di euro. Infatti le precedenti amministrazioni Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino, avevano assegnato tali spazi alle varie associazioni in questione, senza però formalizzarne l’atto con regolari contratti d’affitto, e non riscuotendone quindi il pagamento ( o tutt’al più riscuotendolo in maniera ridotta), hanno causato il mancato introito per le casse comunali. Di qui l’ordinanza della Corte dei Conti, di chiusura degli spaziv e recupero degli arretrati dovuti, resa operativa dal commissario Tronca prima di lasciare la città in mano alla nuova giunta pentastellata. Nuova giunta che ha quindi ereditato ingiunzioni già emanate e sottoscritte. Per onestà intellettuale la signora dovrebbe quindi riferire che la giunta5 Stelle, nelle persone dell’assessore alla cultura Bergamo, e dell’assessore al patrimonio, nell’incontrare Sabato 11 Marzo, una delegazione delle suddette associazioni, ha assicurato l’assoluta disponibilità del Comune a risolvere la situazione.
Il signor Quatrosi non sa che le associazioni hanno impugnato l’ordinanza della Corte dei conti chiedendo il deferimento del procuratore che l’ha emanata. Popoff ne ha scritto. Invece sa benissimo, e a memoria, la tiritera che ogni pasdaran grillino deve pronunciare in occasioni del genere. Ossia che è tutta colpa delle amministrazioni passate. In realtà il “pensiero” dell’assessore al patrimonio è proprio in linea con quello fatto da Marino e Tronca, in particolare: mettere a valore il patrimonio pubblico, e mettere a bando gli spazi. La nuova Giunta non ha ereditato le ingiunzioni ma l’amore per i padroni delle altre giunte