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Liberismo e protezionismo, due facce della stessa medaglia

Liberoscambismo e protezionismo: due modi diversi per rispondere alla stessa pretesa di crescita del profitto ai danni del lavoro e della società. Per questo siamo nemici della UE senza essere amici di Trump

di Giorgio Cremaschi

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Si può essere nemici del regime costituzionale senza essere amici dell’assolutismo. [Karl Marx 1848]

Queste parole di Marx sono tratte dal suo celebre Discorso sul Libero Scambio, fatto all’inizio del 1848, prima che la rivoluzione dei popoli travolgesse tutto l’ordine costituito europeo. In quell’intervento ad una conferenza di lavoratori e democratici britannici, il rivoluzionario smontava tutta l’ipocrisia finto progressiste dei fautori del libero mercato, senza per questo schierarsi con i vecchi protezionisti conservatori.

Questo testo è di grande attualità oggi, come del resto tutto il pensiero di Marx. Il capo del governo italiano Gentiloni, in un intervento nella sede della Confindustria, ha affermato che bisogna continuare a scommettere sul libero mercato. È questa la risposta sua e della Unione Europea alle misure protezioniste di Trump negli USA.
In realtà liberismo e protezionismo sono due facce della stessa medaglia, due modi diversi per rispondere alla stessa pretesa di crescita del profitto ai danni del lavoro e della società. Il libero scambio in questi anni ha prodotto in tutto il mondo industriale avanzato il crollo dei salari e della occupazione, la distruzione delle conquiste sociali. Chi lo difende è semplicemente un reazionario della più pura specie e un ipocrita. Perché fa credere che la libertà dei mercati coincida con quella delle persone, quando è vero l’esatto contrario. A questi signori tanto progressisti con il capitale, andrebbe ricordato che nella guerra di secessione americana gli stati schiavisti del Sud erano per il libero scambio e Lincoln ed il Nord erano protezionisti. Che il liberoscambismo attuale, con la globalizzazione, abbia prodotto l’asservimento più brutale del lavoro dai tempi della schiavitu è un dato di fatto e chi lo nega non può più essere considerato in buona fede, dopo trenta anni di massacro sociale.
D’altra parte il protezionismo di Trump, ammesso poi che si realizzi davvero, è solo un altro modo di imporre al lavoro gli stessi vincoli della globalizzazione liberista. È nazional liberismo al posto di cosmo liberismo. Per il lavoro ed i diritti sociali non cambia nulla. Per cambiare davvero bisogna passare dal protezionismo economico a quello sociale, dal mercato all’intervento pubblico, dal potere dell’impresa ai diritti del lavoro. Le due destre che oggi governano l’Occidente, quella europeista di Gentiloni e Merkel e quella protezionista di Trump, rifiutano entrambe pubblico e sociale, hanno solo in mente due diverse idee di dominio del mercato sulle nostre vite. Queste due destre sono solo l’espressione della regressione ottocentesca che il capitalismo globalizzato ha imposto al mondo.
Per questo, in piena sintonia con il Marx del 1848, siamo nemici della UE senza essere amici di Trump.

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