Manganellate dei carabinieri al Mezzocannone occupato, luogo frequentato da universitari,mentre la camorra sparava indisturbata al Rione Sanità. Martedì manifestazione
di Ercole Olmi
Napoli, la questura sembra contendere a De Magistris il governo della città scegliendo di colpire i centri sociali e lasciando pezzi di città in balìa della camorra. «Stanotte, attorno alle tre, una incredibile quantità di volanti dei carabinieri e decine di uomini si sono presentati a mezzocannone occupato con la scusa del volume eccessivamente elevato nell’area bar», così racconta Eleonora de Majo, di Insurgencia, consigliera comunale partenopea di Dema, il movimento ispirato proprio dal sindaco. «In realtà lo spirito della visita era tutt’altro e in poco tempo la vicenda si è trasformata in un vero e proprio abuso dell’arma ai danni non solo del compagni e delle compagne che erano lì ma delle decine di ragazzi che si stavano intrattenendo tranquillamente fuori.
In pochi instanti al rifiuto dell’identificazione immotivata nei confronti degli attivisti i carabinieri hanno risposto prima manganellando un compagno, poi provando a entrare nello Spazio e non riuscendoci accanendosi con i manganelli sui vetri, rompendoli. Uno dei due compagni usciti fuori per capire cosa stesse accadendo ha cacciato il cellulare per riprendere la situazione delirante e per questo motivo è stato fermato, portato in caserma e denunciato per resistenza e oltraggio. La scena assurda è durata più di ogni possibile immaginazione. I carabinieri hanno provato in ogni modo ad entrare nello spazio, fallendo, dinanzi agli occhi increduli del quartiere. Per fortuna infatti decine e decine di ragazzi si sono uniti ai compagni e alle compagne recriminando l’assurdita della vicenda e del comportamento folle di chi dovrebbe tutelare la sicurezza collettiva e invece passa il sabato sera a fare scorribande.
Così dopo circa un’ora di follia le volanti hanno lasciato la strada e rilasciato il compagno fermato, accompagnati dai fischi di un’intera strada che fino a poco prima si stava semplicemente godendo il suo sabato sera.L’episodio e’ davvero inquietante.
Mezzocannone occupato è uno spazio conosciuto al centro antico e in tutta la città sopratutto per i bellissimi concerti nel cortile. E’ uno spazio attaversato ogni anno da decine di migliaia di persone. Gli attivisti denunciano anche «la “misteriosa” sparizione dell’incasso delle sottoscrizioni volontarie della serata».
«Non è tollerabile -continua la consigliera – che un manipolo di violenti, senza alcuna ragione, si presenti in quella modalità addirittura devastando i vetri esterni della struttura. Sappiamo che di questo ennesimo abuso non risponderà nessuno.Ci teniamo solo a far sapere agli attori della performance che non abbiamo paura e che difenderemo i nostri centri sociali con ogni mezzo necessario. Sempre!
«Ancora increduli per quello che è successo ieri sera – fanno sapere gli attivisti di Insurgencia – scopriamo che al danno si aggiunge una beffa ancora più odiosa: mentre decine di uomini si accanivano su un luogo autogestito che lavora per la produzione di cultura indipendente nel cuore del quartiere universitario, ci arriva la notizia che, indisturbata, si compiva alla Sanità l’ennesima sparatoria folle di camorra nella piazza di San Vincenzo, la stessa piazza dove, poco più di un anno fa, veniva ucciso il sedicenne Gennaro Cesarano, “colpevole” di trovarsi al posto sbagliato, nel momento sbagliato, colpevole di essersi attardato in piazza con degli amici, cosa per la quale ha pagato con la sua vita. Stanotte per fortuna non ci sono state vittime, ma questo ci porta a farci qualche domanda. Quali sono le priorità delle forze dell’ordine a Napoli? Ieri notte era così importante mandare uno spiegamento di forze così grosso per una saletta che passava un po’ di dischi? E come mai, invece, delle sparatorie in giro per il nostro territorio si deve leggere dai comunicati stampa la mattina dopo? Perché chi spara e a volte uccide agisce indisturbato e chi ascolta musica viene aggredito, manganellato e portato in questura, con tanto di denuncia? Di chi è questa città? Di chi la vive o dei poteri forti, delle clientele mafiose, della guapparia legittimata dalla divisa, di chi ha i soldi per comprarsela e farne quello che vuole?».
«Non abbiamo intenzione di archiviare l’accaduto come l’ennesimo abuso di una banda in divisa fuori controllo – comunicano gli occupanti del Mezzocannone lanciando l’appuntamento per martedì alle 18 – rispondiamo come sappiamo fare meglio. Scendendo in strada e chiedendo a gran voce: di chi pensate sia la città? Degli abusi in divisa, degli uomini che aggrediscono gli studenti, dei corpi delle forze dell’ordine che si accaniscono sui venditori ambulanti, entusiasti di poter finalmente applicare il decreto Minniti?Noi pensiamo di no. Pensiamo che Napoli sia di chi la vive tutti i giorni, di chi ne conosce le strade, i vicoli, di chi ne ama il casino, ma non ne nega le contraddizioni. Di chi tutti i giorni ci mette la faccia per sottrarre pezzetti di territorio dall’incuria, dal degrado, dalla marginalità. Napoli è dei musicisti di strada, dei migranti, degli ambulanti, degli studenti napoletani e degli studenti fuori sede, degli attivisti, dei comitati, degli artisti che ne raccontano le sofferenze e anche il mondo migliore. Oggi c’è qualcuno che vorrebbe che Napoli fosse di qualcun altro. Vogliono la Napoli feudo del Ministero degli Interni e del Partito Democratico. Voglio la Napoli blindata per le passerelle della lega. Vogliono una Napoli ubbidiente e commissariata. Vogliono una Napoli spenta, senza realtà autonome, senza laboratori politici dal basso, senza esperienze ribelli. Vogliono una Napoli che sia buona per le cartoline e che riconosca in silenzio la mano del padrone.
L’episodio di Mezzocannone Occupato non è un fatto isolato: oggi le forze dell’ordine interpretano un’opzione di governo del territorio sottratto ai cittadini e portato con la violenza all’interno dei dettami del governo centrale.
Un’opzione che va contrastata e respinta.
L’ennesima dimostrazione che all’interno delle forze del disordire, c i siano collusi con la mafia, purtroppo un film già visto, i dirigenti sono la mano silenziosa di questI delitti, si piegano volentieri alla camorra che li nutre e li protegge. Lo schifo e la rabbia che suscitano queste barbare invasioni devono esprimersi attraverso la denuncia e la mobilitazione di piazza. Compagn* avete la nostra solidarietà e il nostro sostegno. Ora e sempre RESISTENZA!