13.5 C
Rome
giovedì, Novembre 21, 2024
13.5 C
Rome
giovedì, Novembre 21, 2024
Homepadrini & padroniIsraele: "operazione galletta” contro Barghouti

Israele: “operazione galletta” contro Barghouti

Si chiede Gideon Levy chi, tra Israele e Palestina farà storia? Il carceriere o il carcerato? L’inetto ministro che ha ordito la “operazione galletta” o un combattente per la libertà?

di Gideon Levy

barghouti

E’ iniziata la quarta settimana di sciopero della fame di oltre 1200 prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Impossibile comunicare o rompere l’isolamento dei prigionieri mentre in tutto il mondo si manifesta in loro solidarietà.
Il leitmotiv della settimana è stato il tentativo di screditare Marwan Barghouti con una videoregistrazione che mostra il leader palestinese chiuso, nella sua cella d’isolamento, mentre mangia una galletta. E’ stata trasmesse in prima serata, ora di maggior audience della Tv israeliana, mettendo in discussione il suo sciopero della fame. Tale primitivo e basso esercizio di “verità alternativa” ha però avuto una reazione contraria a quella sperata dal governo israeliano. Tra le indignazioni di seguito riportiamo quella di Gideon Levy, editorialista politico del quotidiano Haaretz.

****

Alla fine sarà la storia a giudicare. Ma chi ricorderà la storia? Gilad Erdan (ministro israeliano della sicurezza pubblica, degli affari strategici e dell’informazione, ndt) o Marwan Barghouti? Ricorderà il gommista del quartiere di Ramat Aviv Guimel (già Savyon) che vive tra l’altro in una strada chiamata col nome di un assassino ebreo, oppure ricorderà l’attivista nel Centro di Detenzione di Hadarim? Ricorderà il carceriere o il carcerato? Quello che ha nascosto i dolcetti o chi se li è mangiati? Ricorderà il ministro o l’ “arciassassino”, come lo ha definito Moshe Nussbaum corrispondente di Canale 2.

Chi dei due lotta per una giusta causa? Chi dei due lotta per davvero? Chi di due ha sacrificato qualcosa nel corso della sua vita? E chi è responsabile di più spargimenti di sangue? A chi interessa la pace? Sarà la storia alla fine a giudicare.

In realtà la storia ha già deciso molto tempo fa. Erdan a malapena sarà una nota a pie’ di pagina. In quanto ministro responsabile della Polizia e della polizia di frontiera, è anche responsabile dello spargimento di sangue che la sua polizia provoca. In quanto a Barghouti, ha lavorato in favore della pace molto di più che Erdan, fino a perdpalestinaere la speranza e come dargli torto!

Erdan porta i capelli ben tagliati, veste firmato e il suo orologio di lusso brilla nell’oscurità. L’ultima volta che ho visto Barghouti portava un Casio da quattro soldi. Entrambi hanno studiato scienze politiche e Erdan ha studiato anche diritto. Ha avuto, probabilmente, una educazione migliore. Erdan ha frequentato una scuola secondaria religiosa, Barghouti no. Erdan ha lavorato per l’Associazioni dei Costruttori, Barghouti no. Entrambi hanno quattro figli e Erdan dedica loro molto tempo perché può vederli. Alla stessa età in cui Erdan studiava nella sua yeshiva (scuola talmudica, ndt) Barghouti si univa alla lotta palestinese. All’epoca in cui Erdan era un ufficiale aggiunto, Barghouti era già stato arrestato una prima volta.

Quando Erdan condannò gli Accordi di Oslo, Barghouti bussava alle porte in Israele e tentava di convivere la gente dell’importanza della pace. Erdan potrà essere “l’uomo del decennio nella lotta agli incidenti stradali” (come lo ha definito l’organizzazione Or Yarok, l’associazione per una guida più sicura in Israele), però l’uomo del del decennio in lotta in realtà è Barghouti. Erdan non ha mai lottato in vita sua, ad eccezione del suo posto nelle liste della Knesset.

Deputato della Knesset per cinque legislature e ministro di tre governi, Erdan non ha mai sacrificato nulla all’altare di una idea. Tantomeno ha lottato per la radiotelevisione pubblica che tanto le è costato creare: si inchinò, tacque e debolmente ha ceduto, intimidito dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Erdan non è di quei tipi disposti a pagare un prezzo personale, per nessun motivo. Barghouti ha sacrificato la sua vita, la sua famiglia e il suo destino per le idee più elevate. Barghouti è un combattente per la libertà. Erdan lotta nelle primarie del suo partito. Barghouti è un gatto randagio. Erdan è un cagnolino.

Barghouti è in sciopero della fame e Erdan gli tende una trappola. Bisogna dare merito a Erdan e al Servizio delle Prigioni di Israele, non provano la più minima vergogna. Su carcerieri, registrate, voi che vi siete fatti eroi a scapito dei più deboli. Continuate a videoregistrare nei servizi igienici, nelle docce, nelle celle chiuse. E poi trasmettere i “corti” in ora di massimo ascolto. Mettere una trappola per topi e rendere pubblica la cattura. Anime miserabili. Piacerà sicuramente ai gruppi che formano il partito Likud. Erdan vs Barghouti. “Non posso dare particolari su chi ha messo la videocamera. Quando andrò in pensione potrò riveralo” ha detto il ministro “galletta” come se stesse mantenendo chissà quale segreto. Il John Le Carrè israeliano si è anche congratulato per il “lavoro di intelligence” del Servizio per le Prigioni di Israele. Che opera di intelligence! Non c’è nulla di più patetico, né ci sarà. L’uomo responsabile di una forza di polizia che insegna ai bambini ad accertarsi della morte di un uomo ferito, inerme, o a come lanciare i cani contro altri essere umani è, naturalmente, anche orgoglioso dell’eroico lavoro del Servizio delle Prigioni nella “Operazione Galletta”.

1 a 0 in favore di Erdan. L’arcicarceriere ha vinto su l’arciterrorista. Barghouti ha mangiato la galletta, la battaglia è decisa. Barghouti non è in sciopero della fame perché ha dato un morso. Ma in un giorno di sciopero della fame, comprendendo quello delle gallette, Barghouti ha sacrificato più di quanto abbia fatto Erdan in tutta la sua vita. E in un solo giorno di sciopero della fame Barghouti sta lottando per una causa più che giusta di qualsiasi problema sul quale Erdan abbia pensato, comprese la sua lotta contro gli indicenti stradali.

Saluti Erdan, eroe del momento! Ma la storia ricorderà Barghouti.

 

Fonte: SinPermiso. Pubblicato su Haaretz il 12 maggio 2017 – Traduzione : Marina Zenobio

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Lo squadrismo dei tifosi israeliani e il pogrom immaginario

Violenza ad Amsterdam: i fatti dietro le mistificazioni e le manipolazioni politiche e mediatiche [Gwenaelle Lenoir]

Ferrarotti è morto e forse la sociologia non si sente troppo bene

Vita e opere dell'uomo, morto il 13 novembre a 98 anni, che ha portato la sociologia in Italia sfidando (e battendo) i pregiudizi crociani

Un Acropoli che attraversa una città, recitando

A Genova va in scena, per la quindicesima edizione, il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni

Maya Issa: «Nessun compromesso sulla pelle dei palestinesi»

L'intervento della presidente del Movimento Studenti Palestinesi in Italia all'assemblea nazionale del 9 novembre [Maya Issa]

Come possiamo difenderci nella nuova era Trump

Bill Fletcher, organizzatore sindacale, sostiene che ora “il movimento sindacale deve diventare un movimento antifascista”. [Dave Zirin]