Pestaggi in caserma, nove carabinieri indagati in provincia di Massa Carrara, quattro agli arresti
di Ercole Olmi
Aggiornamento del 16 luglio: Microspie nelle auto dei carabinieri, che hanno rivelato un contesto di illegalità, e denunce per lesioni, presentate da stranieri, contro militari dell’Arma: emerge anche questo dall’inchiesta della procura di Massa Carrara sui presunti abusi nelle caserme della Lunigiana che ha portato a contestare i reati di falso, abuso d’ufficio, violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona contro una trentina di militari di cui otto, tra sottufficiali e graduati, colpiti da misure cautelari (quattro agli arresti). Le microspie, piazzate nelle vetture di servizio, avrebbero rivelato un contesto di atti illegali fra cui, perfino, l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio: tra questi, illeciti relativi a giri di pattuglia non effettuati (ma fatti risultare come eseguiti), denunce non prese in caserma, violazioni in attività di polizia amministrativa e giudiziaria. Tuttavia, la procura apuana nella sua indagine avrebbe tenuto in considerazione almeno una decina di denunce per lesioni personali, l’aspetto che sembra pesare di più. Sono denunce presentate da nordafricani abitanti ad Aulla contro i carabinieri. Episodi accaduti nell’ultimo anno, sia in strada, sia dentro la caserma del paese dove peraltro sono indagati tutti i carabinieri in organico. Calci, pugni, contatti fisici che, secondo quanto emerge, sarebbero accaduti durante richieste di documenti, controlli e inseguimenti. Da circa un anno, si fa rilevare tra i difensori, i carabinieri dellaLunigiana, anche in attività antidroga, monitorano un gruppo di nordafricani ad Aulla. Sarebbe un clan ristretto, composto anche da soggetti parenti fra loro, e da pregiudicati. Alcuni membri avrebbero precedenti penali, anche per violenza o spaccio. Nell’ambito di questa attività ci sarebbero stati inseguimenti e contatti per fermare i fuggiaschi. E durante queste situazioni si sarebbero verificate le lesioni. Le versioni ufficiali dell’Arma puntano a criminalizzare le vittime. Uno degli episodi è della fine di dicembre 2016 e riguarda il controllo in strada a un extracomunitario. L’uomo scappando avrebbe gettato un involucro con droga e venne fermato, a fatica, da quattro militari. Fu portato in caserma ad Aulla per accertamenti ma quando uscì si fece refertare alcuni giorni di prognosi e denunciò i carabinieri per lesioni. Su questo episodio e sugli altri i difensori si riservano di dimostrare l’estraneità dei loro assistiti. Intanto il gip Ermanno De Mattia ha fissato sabato mattina, il 17 giugno, l’interrogatorio di garanzia per l’unico militare in carcere, un brigadiere di Aulla ora ristretto a La Spezia.
«Quasi una normalità l’illegalità e l’abuso». Abuso in divisa. Carabinieri. Il virgolettato è del procuratore di Massa Carrara Aldo Giubilaro in a proposito delle condotte dei nove carabinieri in servizio alla caserma di Aulla e in quella di Albiano Magra, coinvolti in un inchiesta su presunte irregolarità. Indagine che ha portato il 14 giugno all’arresto di 4 militari, al divieto di dimora per altri 4 e alla sospensione del servizio di un nono indagato appartenente sempre all’Arma. Giubilaro non entra nello specifico dei reati contestati – tra cui risulterebbero il falso riguardo a verbali e lesioni personali – limitandosi a spiegare che si tratta di «varie e molteplici cose» e spiegando che ciò che colpisce oltre alla «gravità dei fatti è la loro diffusività e normalità», con condotte irregolari verso chi era sottoposto a controlli, persone sia italiane che straniere, e anche «strumentalizzazioni a fini privati». L’inchiesta, condotta dal pm Alessia Iacopini, è partita sette mesi fa, dopo la denuncia di un italiano. Da lì sarebbero emersi altri episodi, con indagini effettuate anche con intercettazioni ambientali e telefoniche. Tra i casi all’ attenzione della magistratura è finito anche quello di un extracomunitario, un marocchino che portato in caserma per controlli sarebbe stato colpito, riportando una prognosi di pochi giorni. Sembrerebbe che al vaglio degli investigatori ci siano anche molestie nei confronti di una prostituta.
Riassumento: indagati nove carabinieri in Lunigiana. Tre militari sono finiti agli arresti domiciliari e uno in carcere. Per altri quattro militari è stato disposto il divieto di dimora e per un altro la sospensione dal servizio. Reati di lesioni e falso per episodi accaduti nei mesi scorsi nelle caserme di Aulla e Albiano Magra. «L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma – dice la nota il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, precisando che l’accaduto è «un fatto circoscritto» e ribadendo «il più incondizionato e alto apprezzamento» per l’opera dell’Arma dei carabinieri. Il procuratore Aldo Giubilaro ha affermato che l’esecuzione del provvedimento è avvenuta «con sincero dispiacere».
Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno dal gip del Tribunale di Massa Carrara, Ermanno De Mattia. Non è consentito, ricorda Giubilaro, «in uno stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo, ancorché meritevole e glorioso come l’Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità, autorizzi persino la commissione di reati e metta al riparo dal subire indagini». Il procuratore sottolinea come le misure abbiano colpito «un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell’impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell’adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari dell’Arma dei carabinieri della provincia di Massa».