Il Senato incardina lo Ius Soli, la Lega insorge e M5S si asterrà dando manforte a Carroccio, Fi e Fdi. E 800 mila minori stanno aspettando. Scontri tra Forza Nuova, Casapound e polizia
di Marina Zenobio
Il Senato ha incardinato la discussione della legge sullo Ius Soli dandogli la precedenza rispetto all’ordine del giorno dei lavori e in aula è bagarre. Le proteste della Lega costringono addirittura il presidente Pietro Grasso ad espellere il senatore Raffaele Volpi (espulsione poi revocata per evitare il blocco dei lavori), mentre la ministra dell’istruzione, Paola Fedeli, viene spintonata e interviene l’infermeria.
In mattinata c’era stata anche molta tensione davanti a Palazzo Madama dove circa 200 fascisti di Casa Pound e Forza Nuova, arrivati con due distinti cortei, hanno inscenato una protesta contro la legge dello Ius Soli. Il loro tentativo di forzare il blocco per raggiungere la sede del Senato è stato fermato dalla polizia in tenuta antisommossa che li ha respinti utilizzando idranti e maganelli. Due manifestanti sarebbero rimasti feriti.
Il testo del ddl in “discussione” al Senato dovrebbe estendere il diritto di cittadinanza ai figli di migranti nati in Italia, il cosiddetto Ius soli, ma introduce anche una nuova forma di acquisizione della cittadinanza conseguibile tramite un percorso scolastico, definito Ius culturae.
La proposta di legge era già stata approvata dalla Camera il 12 ottobre 2015 che, in quell’occasione, aveva apportato alcune modifiche rispetto alla legge sulla cittadinanza n. 91 del 5 febbraio 1992.
Un iter lunghissimo per il ddl, dunque, però ora che è arrivato al Senato rischia il colpo di grazia perché la battaglia si combatte sul filo dei numeri, soprattutto dopo la dichiarazione si astensione del M5S.
Il voto di astensione al Senato conta come voto contrario, quindi i grillini voteranno in pratica insieme a Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Così con la destra compatta per il no a cui si aggiunge parte di Alternativa popolare, il provvedimento rischia di non riuscire ad essere approvato in via definitiva.
Se approvata la legge favorirà 800 mila minori
Secondo stime dell’Istat, sarebbero 643mila i ragazzi che potrebbero ottenere la nuova cittadinanza perché partoriti nel nostro paese da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno permanente oppure del permesso di soggiorno UE di lungo periodo (Ius Soli).
A questi vanno aggiunti 166mila studenti nati all’estero e che hanno completato cinque anni di scuola nel nostro paese in istituti appartenenti al sistema nazionale d’istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale (Ius culturae). In totale sarebbero quindi 800mila i beneficiari immediati della nuova legge.
Inoltre la legge prevede una disciplina transitoria riferita a coloro che abbiano maturato i requisiti ius culturae prima dell’entrata in vigore della legge ed abbiano già compiuto i 20 anni (termine previsto dalla legge per la richiesta della cittadinanza). Questi ultimi possono fare richiesta entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, purché siano residenti in Italia da almeno 5 anni.
La battaglia in queste ore, al Senato, è all’ultimo voto. Ma siamo alla terza generazione, questa legge è necessaria e non più rinviabile.