Roma, la guerra ai migranti di Piazza Indipendenza finisce con lo sgombero violento degli ultimi cento accampati dopo lo sgombero di via Curtatone. Sabato manifestazione
di Ercole Olmi
L’ordine regna a Piazza Indipendenza dopo gli sgomberi e le cariche. E’ l’ordine di Minniti, uomo forte del Pd e del governo Gentiloni) ma qualcosa è andata storta. La foto simbolo della giornata doveva essere quella del poliziotto che accarezza la rifugiata (quanto inteneriscono certe fakephoto sui social, quasi come i gattini)! ma poi un mediattivista ha registrato le bestialità di un funzionario di polizia gridate durante la carica: spaccategli le braccia, miei prodi! Devono sparire! E così tutte le bugie predicate da Minniti, i non detti della sindaca Raggi, l’assenza di Zingaretti e dell’assessora alle politiche sociali del Campidoglio dalla scena del crimine, si riassumono nell’ordine di quel capo dei celerini: devono sparire, sintesi un po’ rozza ma efficace del programma politico di governo e opposizioni. Quello sbirro a metà della scala gerarchica, è il simbolo dell’unità nazionale di piddini, grillini, salvini e altre fascisterie. Tutti, a vario titolo, violenti, razzisti, bugiardi. Ma in concorrenza, soprattutto nella caccia al voto di un’opinione pubblica spaventata, confusa, tra le più credulone e in malafede d’Europa.
Le ultime della sera
«Nel corso della giornata – fa sapere la prefettura – è proseguita la complessa attività di assistenza per la ricollocazione alloggiativa nei confronti delle 74 persone qualificate quali ‘fragilità’ dalla Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, lasciate dimorare nel primo piano dell’immobile di via Curtatone, sgomberato lo scorso 19 agosto, anche tenendo conto della proposta alloggiativa formalizzata dalla società conduttrice dell’immobile di mettere a disposizione di Roma Capitale in comodato d’uso gratuito per un periodo di sei mesi alcuni villini. Le operazioni di censimento ed assistenza degli aventi diritto ad una collocazione assistenziale erano già state avviate nell’immediatezza della bonifica dello stabile, con la predisposizione del desk della Sala operativa sociale all’interno dell’immobile affiancato da personale dell’Ufficio Minori della Questura. All’esito di tali operazioni, sono stati ricollocati complessivamente 28 soggetti, di cui 19 maggiorenni (6 uomini) e 9 minori, tutti accolti presso strutture dedicate individuate dal Comune di Roma. Quattro ulteriori nuclei familiari verranno trasferiti nei villini messi a disposizione dalla società conduttrice dell’immobile. Altre persone hanno ritenuto di rifiutare le soluzioni alloggiative proposte, allontanandosi spontaneamente».
Si cerca di spacciare lo sgombero in nome della sicurezza degli sgomberati.«Le operazioni di sgomberodell’immobile di via Curtatone n.3, occupato abusivamente da circa 600 persone dall’ottobre 2013, effettuato in data 19 agosto 2017, come deliberato dal Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in data 3 agosto 2017, si sono rese necessarie a seguito di sequestro preventivo, disposto dal Gip del Tribunale di Roma il 1 dicembre 2015 -spiega la Prefettura- nonché per la situazione di particolare pericolosità per gli stessi occupanti, evidenziata, nel corso di alcune ispezioni effettuate da personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, che rinvenivano all’interno del fabbricato numerose bombole gpl ed altro materiale pericoloso». «Come noto l’immobile era già censito tra quelli abusivamente occupati nella Capitale, per i quali era stata già evidenziata in sede di CPOSP la priorità di intervento -continua- Nel corso della giornata odierna è proseguita le complessa attività di assistenza per la ricollocazione alloggiativa nei confronti delle 74 persone qualificate quali ‘fragilità’ dalla Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, lasciate dimorare nel primo piano dell’immobile di via Curtatone, sgomberato lo scorso 19 agosto, anche tenendo conto della proposta alloggiativa formalizzata dalla società conduttrice dell’immobile di mettere a disposizione di Roma Capitale in comodato d’uso gratuito per un periodo di sei mesi alcuni villini», conclude la Prefettura.
«È necessario che tutti garantiscano il proprio contributo, ognuno all’interno del perimetro delle proprie competenze. Soltanto in questo modo è possibile garantire uno Stato di diritto. Occorre evitare strumentalizzazioni ai danni dei migranti, tenendo presente che bisogna salvaguardare in ogni modo il diritto all’accoglienza e all’abitare, ma mai quello all’occupare». Alle 21.56 le agenzie battono le parole retoriche dell’assessora alle Politiche Sociali di Roma Capitale Laura Baldassarre in merito allo sgombero di piazza Indipendenza. Una che aveva giurato, insediandosi al III piano di Viale Manzoni che mai più ci sarebbero state le schifezze viste nello sgombero di Ponte Mammolo del 2015, epoca Marino, prefetto Gabrielli ora capo della polizia. «Noi abbiamo fatto la nostra parte a 360 gradi – giura – per mesi abbiamo tentato di effettuare un censimento delle fragilità presso l’immobile di via Curtatone, ma ci è stato impedito dagli stessi occupanti. Il nostro compito è quello di prenderci carico delle fragilità e lo stiamo facendo con tutti gli strumenti e le opzioni a nostra disposizione, grazie al lavoro instancabile della Sala Operativa Sociale. Mi auguro che nessuno tenti di acquisire visibilità sulla pelle dei migranti. Noi non siamo interessati alla ribalta mediatica, ma cerchiamo di assolvere al nostro compito e alle nostre funzioni per assicurare diritti, solidarietà e legalità». Di sicuro lei sarà una che cerca l’invisibilità sulla pelle dei migranti e dei poveri romani.
La trattativa
Dentro al II municipio, a poche decine di metri alle spalle del palazzo sgomberato, si sono trovati Esercito della salvezza, Unicef, centro Astalli, Casa dei diritti sociali, coordinamento delle periferie, Unione inquilini, la rappresentanza degli eritrei sgomberati e forum terzo settore. Il tavolo è stato convocato dagli assessori dal I e II municipio, Anna Vincenzoni e Lucrezia Colmayer per capire la sorte dei circa 700 rifugiati sgomberati da Piazza Indipendenza, così racconta Francesca Danese, ex assessore e portavoce del forum terzo settore Lazio. «È stato deciso di andare in prefettura per chiedere un posto per le 700 persone sgomberate. In totale 100 persone hanno accettato di essere accolti in strutture del comune, prosegue. La parte politica e non solo, si sta facendo carico di chiamare la Regione Lazio per vedere se ci sono spazi attrezzati per accogliere queste persone, come ospedali in disuso», conclude la Danese.
Il bottino di guerra della prefettura è di quattro arresti: «Con riferimento alle azioni di resistenza e protesta poste in essere da alcuni occupanti dell’immobile e da soggetti presenti all’interno dei giardini della piazza Indipendenza, anche attraverso il lancio di bombole ed altri oggetti contundenti contro le forze di polizia, 4 appartenenti al Reparto Mobile di Roma sono rimasti contusi mentre 4 cittadini stranieri, tutti titolari di permesso di soggiorno per asilo politico, sono stati arrestati per reati quali resistenza e violenza a pubblico ufficiale, resistenza aggravata a pubblico ufficiale con uso di armi improprie.
«Questi devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio». E’ la frase che passerà alla storia al posto del poliziotto forzuto ma tanto carino. «Nun c’arivamo, dottò», gli risponde un sottoposto. «C’arivamo, c’arivamo – dice il funzionario, non inquadrato chiaramente nelle immagini -. Se spariscono…stiamo uniti però, eh!». Un altro eroe in divisa, al mattino, aveva detto al collega che guidava l’idrante “Spara su quella feccia là”. Il Viminale prova a metterci una pezza: «Nel contesto di un corretto comportamento delle forze dell’ordine impegnate ad effettuare lo sgombero di palazzo Curtatone, abusivamente occupato ed oggetto di un sequestro preventivo da parte dell’autorità giudiziaria, la questura di Roma ha aperto una formale inchiesta dopo la visione dei filmati pubblicati su alcuni siti che riportano una frase di un operatore che invita ad usare metodi violenti in caso di lancio di sassi. Nelle successive contro manifestazioni le unità impiegate in quel contesto non sono state ulteriormente utilizzate nel servizio di ordine pubblico». Visto dall’altra parte del manganello è un’altro film. «È da stamane che sto piangendo, la polizia è stata disumana. Gente con le stampelle che non riusciva a camminare è stata cacciata con gli idranti. Un’altra signora colpita dalla forza dell’acqua è stata addirittura scaraventata a terra». Così una ragazza eritrea, in Italia da 13 anni, ha raccontato ai microfoni del Tg2000 lo sgombero di diversi migranti, in gran parte rifugiati, accampati in piazza Indipendenza a Roma dopo essere stati evacuati dall’ex sede di Federconsorzi e Ispra il 19 agosto scorso. «Stamattina – ha aggiunto la donna che da due anni abitava nello stabile – è successo il putiferio. Dal 19 agosto (in occasione del precedente blitz) ho perso tutto. Sono riuscita a prendere solo i documenti, il resto delle mie cose sono rimaste lì: scarpe, gioielli, valigie. All’interno dell’edificio negli scorsi anni non è stato mai trovato alcun delinquente o terrorista. Tutti avevano i documenti in regola: rifugiati e richiedenti asilo politico. Anche questa mattina, come il 19 agosto, i poliziotti sono arrivati all’improvviso. Nessuno ci ha avvisati, sono rimasta traumatizzata». «Ora non so cosa fare – ha concluso la giovane – ho perso tutto. Sono 13 anni che sto in Italia. I bambini ieri si sentivano in galera e stamane li ho visti per terra traumatizzati. Questa gente ora non ha più un posto dove andare. L’edificio era abitato da 400-500 persone. Tutti rifugiati politici di nazionalità eritrea ed etiope. No, non vi era alcun criminale, tutti avevano i documenti in regola».
Alcuni dei richiedenti asilo e migrantisgomberati da via Curtatone a Roma sono tornati nel pomeriggio per cercare di recuperare le proprie cose lasciate nel palazzo che avevano occupato. In particolare due donne – una eritrea e una etiope – hanno mostrato i documenti ai funzionari di polizia presenti sul posto chiedendo di poter entrare nell’edificio. «Oggi non si può, ci sono dei lavori in corso – ha risposto il poliziotto – tornate domani alle 9 e vedremo di farvi entrare». «Ero lì solo da un mese – racconta Almas, 50 anni, venuta in Italia dall’Etiopia 24 anni fa – avevo lasciato l’appartamento dove vivevo perché la mia amica era tornata in Etiopia e non potevo permettermelo da sola. Ora sto da amici, ho portato lì la valigia, ma dentro al palazzo ci sono ancora delle cose mie». Almas lavora come badante con tre diversi anziani italiani e domani rischia di non poter venire in via Curtatone. «È il giorno in cui si fa la spesa» spiega. L’altra donna che chiede di poter riprendere i propri effetti personali é un’eritrea di 73 anni, che preferisce non dire il proprio nome. «Sono in Italia da 43 anni e stavo lì dentro solo da tre mesi – racconta – non volevo abitarci a lungo».
LA CRONACA DEL MATTINO
Sgomberati gli sgomberati dal palazzo di Via Curtatone. L’ordine regna a piazza Indipendenza. L’ordine lugubre di una città incapace di accoglienza, di rispetto per il diritto internazionale, di solidarietà di massa tra gli sfruttati. La polizia ha mostrato il suo volto brutale. Donne e bambini inginocchiati e con le braccia alzate contro cui robocop in assetto antisommossa hanno azionato gli idranti. E’ il film di Roma città chiusa e Raggi sindaca muta. A mezzogiorno è iniziato un presidio all’angolo tra via Volturno e via Solferino. Vicino alla stazione Termini. Chi può lo raggiunga, per dimostrare solidarietà alle persone vigliaccamente attaccate e buttate in strada. Cose utili da portare: acqua, cibo, teli ombreggianti. E’ bene tenere a mente che si è trattato di una guerra contro migranti, rifugiati eritrei e etiopi, con regolare permesso di soggiorno, senza nessuna reale alternativa abitativa, accampati per giorni senza che Sindaca, né alcun assessore comunale si è fatto vedere. E la Giunta Zingaretti è stata completamente assente, nonostante le responsabilità amministrative che le appioppa uno degli ultimi Decreti Minniti.
IL VIDEO
Dopo essere stati cacciate dal piazzale in cui avevano dormito gli ultimi giorni, le persone sono rimaste per diverse ore sedute sotto il sole nelle vie adiacenti. Alla fine hanno deciso di dirigersi verso un giardinetto vicino alla stazione Termini. Ma le forze dell’ordine hanno nuovamente caricato i rifugiati che sono fuggiti in direzione della stazione inseguiti anche con le camionette. Durante l’inseguimento il funzionario che guidava la celere gridava: “Devono sparire, peggio per loro. Se qualcuno tira qualcosa spezzategli un braccio”.
«Da domani mattina alla ore 9 sarà possibile entrare nell’immobile di Piazza Indipendenza. Per adesso non si può entrare perché ci sono dei lavori in corso». Così ha riferito un poliziotto a una rifugiata che cercava di entrare nello stabile per prendere dei documenti.
È terminata poco prima di mezzo giorno l’operazione di polizia finalizzata – recita la velina diramata alle agenzie – “al ripristino delle condizioni di vivibilità, legalità, igiene e sicurezza in piazza Indipendenza ed in via Curtatone. Tutte le persone presenti sui giardini sono state allontanate, mentre gli occupanti dello stabile, comprese le «fragilità», sono state trasferite presso l’Ufficio Immigrazione di via Patini, dove la Sala operativa sociale del Comune di Roma si sta occupando della loro assistenza. In corso la pulizia dell’area da parte degli operatori Ama. Parallelamente gli uffici investigativi hanno già isolato le immagini delle aggressioni alle forze dell’ordine, effettuate anche attraverso bombole del gas, lanciate o accese. Al momento è al vaglio la posizione di 4 cittadini stranieri”. La versione ufficiale narra di sassi lanciati dai migranti contro la polizia. E, come nel gioco del dito e della luna, verranno mostrate scene di resistenza spacciate come attacchi e sbirri che mostrano atteggiamenti di tenerezza contro le persone brutalizzate pochi istanti prima.
«Attualmente alcuni rifugiati si trovano in Via Solferino, le famiglie che si trovavano nell’immobile di Piazza Indipendenza invece sono state portate al centro immigrazione di Tor Sapienza. Non sappiamo il motivo». Lo ha detto verso le 11 Sonia Manzi del Baobab ai giornalisti presenti in piazza Indipendenza.
Bambini terrorizzati
«Questa mattina all’alba in piazza Indipendenza è avvenuto lo sgombero dei rifugiati che vivevano nel palazzo occupato di via Curtatone, sotto gli occhi terrorizzati dei bambini che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie dopo lo sgombero di sabato scorso», spiega Andrea Iacomini, Portavoce dell’UNICEF Italia, organismo da cui proviene l’attuale assessora alle politiche sociali. «Questi bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in Questura – continua Iacomini- alcuni testimoni ci hanno raccontato che continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore. Sconvolti. È una situazione molto triste: parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma che abbiamo invano atteso in piazza». «Malgrado le soluzioni offerte dal Comune, 80 posti sprar in due strutture diverse, e dal privato, alcune villette in provincia di Rieti, ci sembra che nessuno abbia riflettuto sul destino di queste persone – continua Iacomini- I bimbi vanno a scuola a Roma e molti degli adulti lavorano, segno di un percorso di integrazione ed emancipazione dal sistema di accoglienza che verrebbero interrotti di netto e non valorizzati, in particolare gli 80 posti sprar di cui si parla verrebbero sottratti ai nuovi arrivati titolari di protezione o in attesa di riconoscimento. Per quanto riguarda la proposta del privato di mettere a disposizione per 4 mesi alcune villette presenti in provincia di Rieti la distanza territoriale non garantirebbe continuità a scuola e lavoro e sradicherebbe queste persone dal tessuto sociale. La verità va detta tutta: questa situazione non è legata alla cosiddetta emergenza migratoria, è una situazione storica di Roma, sintomo dell’assenza di politiche adeguate e lungimiranti. Si continua con interventi emergenziali quando sarebbe stato possibile valutare soluzioni strutturali», conclude Iacomini.
La velina della questura
Tutto è iniziato nelle prime ore del mattino nei giardini di piazza indipendenza, dove erano accampati circa 100 cittadini stranieri già occupanti di via Curtatone. L’intervento, spiega la Questura nella velina, «si è reso urgente e necessario dopo il rifiuto di ieri ad accettare una sistemazione alloggiativa offerta dal comune di Roma, ma soprattutto per le informazioni di alto rischio pervenute, inerenti il possesso da parte degli occupanti di bombole di gas e bottiglie incendiarie».
«In un clima di tensione innalzato alle stelle dai gravi fatti di Barcellona, prefettura e Campidoglio sotto l’egida del ministero dell’Interno, scelgono di gettare altra benzina sul fuoco – sottolinea il Movimento per il diritto dell’abitare – inseguendo la pancia del paese (almeno per come viene rappresentata dai più ‘potentì mezzi di informazione), si vuole mostrare all’opinione pubblica il pugno duro del governo. Peccato che lo si faccia contro il nemico sbagliato: poveri, migranti e rifugiati. Il risultato, dopo gli sgomberi di via Quintavalle e di via Curtatone, sono centinaia di persone accampate in zone nevralgiche della città, decine di donne, uomini e bambini costretti a vivere all’addiaccio in piazza Indipendenza e in piazza Ss Apostoli. Un’operazione ancora più odiosa se si considera che i nuclei familiari di queste due realtà erano inseriti all’interno di quella delibera regionale per l’emergenza abitativa che il Campidoglio ancora oggi rifiuta di attuare, nonostante i fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio.
Nelle scorse ore abbiamo appreso la notizia dell’apertura di un tavolo permanente fra una rappresentanza degli sgomberati di via Curtatone e l’assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre. Non vorremmo che si trattasse di una iniziativa del Campidoglio volta soltanto a far desistere e separare la tenace comunità dei rifugiati, visto che si continua a parlare di soluzioni diversificate fra le persone che condividono questa tragica situazione e soprattutto di ‘attenzionè verso le cosiddette situazioni di fragilità sociali (anziani, invalidi, donne con minori). Siamo ancora in tempo per convocare le istituzioni competenti e le forze sociali coinvolte, per costruire una strada ed un percorso comune e serio, prima che la città divenga una immensa tendopoli prima che la città venga caricata di nuove pesanti ed insensate tensioni, e si trasformi nel campo di un vero e proprio genocidio sociale dei poveri e dei migranti».
Il 26 Agosto, ore 16 – Piazza dell’Esquilino – i poveri, italiani e migranti, scenderanno in piazza per contestare il governo del decreto Minniti, che difende gli interessi dei palazzinari, degli speculatori, dei ricchi. «Chiediamo Casa, Diritti, Dignità per tutti!
Basta sfratti, basta sgomberi, è ora di riprenderci ciò che ci spetta!».
#stopsfrattiesgomberi #casaxtutti