Sicilia, il pressing di Mdp e Si riesce a imporre la candidatura di Claudio Fava alla guida di una lista a sinistra ma pronta al “soccorso rosso” del Pd. L’ok di Rifondazione
di Giulio AF Buratti
Sicilia: si preparava fin dalla scorsa primavera un percorso per la sinistra alternativo al Pd ma, a ridosso della scadenza della presentazione delle liste (si voterà il 5 novembre), si profila nell’Isola un ennesimo accordo tra sinistra radicale e reduci del Pd nell’ottica di una riproposizione del centrosinistra. Questo ci restituisce l’incontro tra i due candidati alla Presidenza della Regione Siciliana, Claudio Fava – che si erge a candidato presidente – ed Ottavio Navarra, che fa un passo indietro. Sarà un’assemblea regionale domenica, lo spazio per la consacrazione definitiva. Però il debutto in società di Fava avverrà ancora prima, giovedì prossimo, alla presenza di D’Alema in una località ancora non precisata dell’Isola.
Il suo nome è uscito dal cilindro di Mdp, l’altro, ex ds, ma era stato proposto proprio dall’appello di primavera per una concreta alternativa “al Pd, alle destre, al crocettismo”, come ha scritto il segretario regionale di Rifondazione, Mimmo Cosentino, solo pochi giorni fa. Ma il suo partito sembra ora cedere a un’ipotesi, l’alleanza con Mdp, che ipoteca anche il dibattito sulla possibile sinistra alternativa a livello nazionale tanto che Nicola Fratoianni si sbriga a dire che l’accordo sarebbe niente meno che la «strada maestra». Ribatte a stretto giro Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione: «La decisione compete ai compagni siciliani che proprio in queste ore e giorni faranno le loro valutazioni – spiega a Popoff – ma troppe cose ci dividono da Mdp, quindi in ogni caso non sarà un modello nazionale».
Ecco la nota di Rifondazione dopo l’annuncio del passo indietro di Navarra.
«La segreteria regionale di Rifondazione comunista esprime grande soddisfazione per il profilo politico e i contenuti programmatici espressi nella nota congiunta di ClaudioFava e Ottavio Navarra – si legge in una nota – l’asse centrale che caratterizzerà la campagna elettorale della lista unitaria di sinistra è l’alternativa al Pd, alle sue alleanze, ai poli politici esistenti, al loro sistema di potere, ai tanti trasformismi che caratterizzano la vita politica siciliana. Esprimiamo altresì forte apprezzamento per l’impegno assunto ad affidare l’insieme del percorso e il suo esito positivo (profilo politico, contenuti programmatici e candidatura Fava) al pronunciamento democratico di tutti i soggetti, singoli e associati, che aderiscono alla lista unitaria della sinistra alternativa al Pd, che saranno chiamati ad esprimersi nell’assemblea del 10 settembre. Ringraziamo Claudio Fava e Ottavio Navarra per la determinazione dimostrata nel voler portare a compimento l’intesa unitaria da tutti auspicata».
Verdi e Possibile hanno già esplicitato la loro convergenza sul nome di Fava, così come Sinistra in comune (lista unitaria nella Giunta Orlando che era scettica sull’appello alternativo) mentre non risultano ancora commenti del Pci siciliano, gli ex cossuttiani, e questo potrebbe essere il preannuncio di un no visto che, anche a livello nazionale, starebbero conducendo consultazioni per un eventuale lista autonoma dei comunisti. Ma i mal di pancia causati dal nome di Fava sono trasversali alle sigle che lo appoggiano. Riusciranno le energie contrarie al pastrocchio a far marciare l’appello, raccogliere le firme e presentarsi con un altro candidato visto che Navarra ha ormai fatto un’altra scelta? Nettamente contraria all’accordo, anche Sinistra anticapitalista siciliana secondo cui Claudio Fava è una scelta che prelude all’infinita ricerca di un nuovo centro sinistra: l’irruzione di Mdp fa cadere tutto l’impianto dell’appello e le speranze di discontinuità.
Leggiamo il comunicato congiunto Fava-Navarra
Nel corso dell’incontro è stato ripercorso il tragitto fin qui seguito fin dalla stesura dell’appello iniziale ribadendo la necessità per la Sicilia della costruzione di un polo alternativo a quelli esistenti non in grado di rappresentare una risposta alle speranze dei siciliani”. Sul piano programmatico è stato ribadito un impegno sul tema dei beni comuni e sulla necessità di una loro oculata gestione ponendo fine ai processi di privatizzazione, la necessità di una azione contro le povertà in Sicilia, l’opportunità di offrire risposte al diritto allo studio.
Nella sostanza, si raccolgono oggi i frutti avvelenati causati dalla coalizione che sostiene Crocetta, in continuità con i governi Lombardo e Cuffaro. La crisi di funzionamento e di credibilità dell’Ars, con la costante delegittimazione del ruolo storico dell’autonomia siciliana, sono da addebitare alla responsabilità di un ceto politico trasformista, dedito alla sua autoconservazione e a garantire esclusivamente clientele ed affari. Nella stessa direzione vanno privatizzazioni, sperpero e perdita delle risorse comunitarie, rapina. delle ricchezze naturali, devastazioni ambientali, degrado dell’assetto idrogeologico dei territori, incuria e abbandono del patrimonio boschivo, storico e paesaggistico, negazione dei diritti costituzionali, della salute come del sapere e dell’assistenza ai soggetti svantaggiati.
Di questo contesto il PD è oggi il principale responsabile. Da questa consapevolezza, nasce la volontà di costruire una alternativa al PD e ai poli politici esistenti e alla rete di potere da essi rappresentati. Da qui la costruzione di un progetto che, per essere credibile, deve avere caratteristiche di rottura radicale, capace di suscitare sentimenti di speranza e desideri di partecipazione nella battaglia per il cambiamento in larghi settori dell’elettorato.
Fava e Navarra hanno riconosciuto e apprezzato il percorso avviato da mesi da centinaia di attivisti con il supporto di diverse forze politiche della sinistra, di movimenti e realtà associative, perché ha creato le premesse di questo progetto.
Alla luce di tutto ciò, nel rispetto della intesa condivisa unitariamente il 31 agosto tra tutti i soggetti presenti, danno appuntamento per il 10 settembre ad una assemblea regionale alla quale proporre un percorso programmatico e la candidatura di Claudio Fava a Presidente della Regione Sicilia alle elezioni regionali.
“Siamo convinti che la sfida messa in campo è inedita per la Sicilia e per il nostro Paese – hanno affermato Fava e Navarra – L’assemblea del 10 sancirà l’atto di nascita di una sfida politica che non si esaurirà con il voto del 5 novembre. Per questo chiamiamo a raccolta le esperienze migliori della società siciliana. E’ il tempo di un cambiamento necessario ed utile. Vogliamo mettere a disposizione- proseguono Fava e Navarra -dei siciliani e di tutte le forze che sostengono questo progetto le nostre competenze e la nostra passione.”
La candidatura Fava, però, per la storia e lo spessore del personaggio, è una chiara tensione verso la riedizione del centrosinistra e Fava non ha entusiasmato nemmeno per il lavoro della commissione antimafia, guidata da Rosy Bindi e di cui è il vice. Fava, classe 1957, giornalista figlio di Giuseppe Fava dei Siciliani, è approdato a Mdp dopo una ventina d’anni di confluenze e fuoriuscite dalla Rete ai Ds. Sarà deputato europeo e aderirà al Partito socialista europeo, quindi passa Sinistra democratica e poi a Sel da cui uscirà per la Led di Migliore, contrarissimo alla lista Tsipras, ma non seguirà Migliore nel Pd parcheggiandosi nel gruppo misto Psi-Pli senza tessere finché non approderà al gruppo di Si senza rientrare in Sel e infine in Mdp.
Ora il problema è questo: vale di più il comunicato Fava-Navarra o le pratiche concrete di bersaniani e dalemiani? Dentro Mdp, infatti, personaggi di primissimo piano come Enrico Rossi, governatore della Toscana, non fanno mistero della voglia di nuovo ulivo e, consapevoli del riverbero sulla dimensione nazionale di un eventuale accordo, dicono anche di essere disponibili a fare la differenza nel momento in cui dovessero servire i propri voti per un accordo di governo col Pd che, sull’Isola, sperimenta il ticket con gli alfaniani: «Noi crediamo che attorno a Claudio Fava si possa ricostruire il centrosinistra in Sicilia, senza fare male a nessuno. Alle regionali si vota con il sistema proporzionale e se il Pd avrà bisogno del cosiddetto “soccorso rosso”, noi ci siamo». Con buona pace di “profilo politico e contenuti programmatici” che il Prc è sicuro di intravedere nell’aura che circonda Fava.
Che cosa succederà a Rifondazione a livello nazionale? Mimmo Cosentino, il segretario regionale, e uno dei meno esaltati dall’accordo con Mdp aveva scritto così il 28 agosto:
Il percorso avviato da mesi, sotto la spinta di forze politiche, di movimenti, di associazioni, di singoli cittadini, per la costruzione di una lista unitaria della sinistra, alternativa al Pd, alle destre e al grillismo, matura verso un esito positivo. Prendiamo atto della condivisa consapevolezza della impraticabilità a livello regionale del modello Palermo, e della rottura di MDP e SI con l’operazione fatta da L. Orlando la lista dei territori e che si sta strutturando, nell’alleanza con il Pd, attorno alla figura trasversale di Micari, protagonista negativo del tentativo renziano di revisione della Costituzione.
L’apporto significativo e rilevante dato da Ottavio Navarra, e la sua generosa disponibilità a guidare la coalizione, così come a mettersi da parte qualora maturino le condizioni di una intesa di tutta la sinistra alternativa, ha rilanciato la sfida di quanti, nelle lotte sociali e nelle esperienze delle liste civiche di sinistra, si sottraggono alla subalternità della ennesima alleanza con il Pd, nonchè alla corresponsabilità con le politiche liberiste e con i disastri dei governi Crocetta, Lombardo e Cuffaro.
Il Partito della Rifondazione comunista lavora e fa appello affinchè si proceda da subito all’incontro di tutte le forze politiche e sociali per la definizione del profilo politico e programmatico della lista, che noi vogliamo ispirato al rovesciamento del modello economico diseguale sin qui dominante.
Il Partito della Rifondazione comunista della Sicilia ritiene doveroso, per essere credibili e coerenti con l’alterità da più parti proclamata al sistema di potere, impegnarsi su modalità innovative e partecipative nella definizione delle liste, rompendo con i riti autoreferenziali del passato.
Condividiamo con altri e rilanciamo la proposta di una consultazione democratica per la scelta del Candidato Presidente.
Ma il giorno appresso, il manifesto sponsorizzava la preferenza per un listone:
Probabile un ticket Fava-Navarra, mentre è ormai accantonato il nome di Corradino Mineo; con Fava si sono schierati anche i Verdi che stanno facendo pressing nei confronti di Navarra.
E le voci contrarie venivano bollate come “rigurgiti sfascisti” dall’articolista che s’è firmato con lo pseudonimo di Alfredo Marsala per negare la legittimità di ogni spazio politico a sinistra che non fosse tarato dalla presenza di chi, nel Pd, ha costruito le politiche di austerità e ora si erge a paladino dell’antirenzismo senza però negare l’appoggio decisivo al governo Gentiloni.
Il retroscena è che Mdp e Si sono stati tutta l’estate a fare la corte ad Orlando che ha tessuto per il Pd le trame delle alleanze elettorali fino alla candidatura dell’ex rettore Micari gradito ad Alfano. Il 24 agosto, dopo l’annuncio che gli alfaniani sarebbero entrati nella coalizione col PD è stato pubblicato un lunghissimo documento, firmato fra gli altri da Capodicasa per Mdp e Casarini per SI, dal significativo titolo “Nè testimoni nè comprimari della conservazione. per una sinistra utile alla Sicilia” in cui si spiegava che Orlando aveva snaturato il “modello Palermo” e che con umiltà e determinazione avrebbero lavorato per una alternativa. Nel frattempo, da un lato hanno intensificato le pressioni su Rifondazione, dall’altro sono andati a caccia di candidati presidenti in grado di mettere in difficoltà la candidatura di Navarra, editore palermitano già deputato ds. Angelo Capodicasa si è distinto in passato per aver presieduto una giunta regionale (era un’altra epoca, tra il ’98 e il 2000) che, con l’appoggio della maggioranza di Rifondazione, aveva fra gli assessori Totò Cuffaro.
Un ragionamento che, in apparenza, non fa una piega. Se non fosse che le regionali siciliane sono una questione fra destre: centrodestra “classico” ed M5S. Il Pd perderà malamente e quindi non c’è “soccorso rosso” che tenga, con buona pace di Rossi e di chi fa leva su quelle parole per raccontare ciò che succede in Sicilia.
A me non è piaciuto e non piace ciò che è successo nella sinistra siciliana, soprattutto come è successo, ma il racconto che fate azzera Navarra, il percorso che s’è fatto per arrivare alla sua candidatura e l’accordo finale. Restano solo Fava e il “soccorso rosso” (al nulla), come se Ottavio e i soggetti politici che stanno dentro l’accordo si fossero smaterializzati e restassero solo gli sponsor di Fava e la loro voglia di centrosinistra, che, qui e ora, in Sicilia è una chimera.
La cosa simpatica è che alcuni maggiorenti del Pd siciliano e altri dei 5S stanno già strillando che Fava è oggettivamente alleato di Musumeci (destra), perché può togliere voti a entrambi. E mi sa che questo tema sarà uno degli slogan della campagna elettorale dei due schieramenti (basta leggere le cronache siciliane e sbirciare alcune bacheche Facebook per rendersene conto), altro che “soccorso rosso”.
Forse ‘sta storia, con tutte le critiche e le riserve del caso, va letta e raccontata diversamente.
In realtà ad azzerare il percorso sono stati oggettivamente la rinuncia di Navarra, il suo legame con Fava, la storia politica di Fava, lo sfilamento di diversi soggetti dall’appello dopo la candidatura Fava, il politicismo di Mdp e Si. Le ultime dichiarazioni di Fava rivelano tutta l’ambiguità dell’operazione
Hai ragione, Checchino, avete ragione. Quando, stamattina, ho letto di ‘sta barzelletta (non riesco a considerarla proposta politica e nemmeno provocazione) delle primarie con Micari, ho capito di essermi sbagliato e stavo giusto venendo a dirlo, a sconfessarmi, sconfessato dai fatti.
Ti abbraccio.