In Egitto, per Alfano “partner ineludibile”, scomparso l’avvocato della famiglia Regeni. Doveva recarsi a Ginevra per una conferenza Onu sui diritti umani
di Marina Zenobio
Scomparso Ibrahim Metwaly, uno degli avvocati egiziani della famiglia di Giulio Regeni.
A denunciarlo i colleghi dell’Egyptian Commission for Right and Freedom (Ecrf), che si dicono “molto preoccupati e secondo i quali Metwaly – che da anni insieme alla suo organizzazione è impegnato nelle battaglie per i diritti umani negati dal governo di Al Sisi – è stato bloccato e portato via da non meglio identificate forze di sicurezza mentre stava per prendere un volo per Ginevra, invitato dalle Nazioni Unite per una conferenza stampa dove avrebbe portato dossier sulle gravi violazioni dei diritti umani in Egitto compreso quello di Giulio Regeni. Al momento né Amnesty Internazionale né gli avvocati italiani della famiglia Regeni sono in possesso di informazioni più circostanziate.
Anche l’avvocato Metwaly, 53 anni, ha perso un figlio, scomparso e mai più ritrovato. Fin dalla scoperta del corpo martoriato di Giulio si è battuto per riuscire a ricostruire la verità sulla vicenda, ricerca osteggiata in ogni forma al governo di Al Sisi che qualche giorno fa ha definito “il caso chiuso”. Contemporaneamente il ministro Angelico Alfano definiva l’Egitto un “partner ineludibile” per l’Italia e difeso la decisione di rimandare l’ambasciatore Giampiero Cantini nella sede diplomatica italiana al Cairo. Cantini riprenderà servizio il prossimo 14 settembre.
Proprio all’indomani delle dichiarazioni di Alfano per la ripresa delle relazioni con Al Sisi, il sito internet della Commissione egiziana per i diritti e le libertà è stato oscurato, dopo che aveva fatto sapere che 107 persone sono scomparse in Egitto nei primi tre mesi del 2017 e 378 negli ultimi 12 mesi. In un comunicato inviato ai media locali e stranieri, Ahmad Abdallah, collega di Metwaly, definiva l’oscuramento una conseguenze alle parole di Alfano, un nuovo attacco contro la libertà di espressione e la prova che “non solo il governo rifiuta ogni critica ma anche che le sue argomentazioni sono deboli”. Ma non è stato l’unico sito oscurato, tutti quelli che si occupano di diritti umani in Egitto negli ultimi tempi, circa 420, hanno subito la stessa sorte, compreso quello di Human Rights Watch che, nei giorni scorsi, ha denunciato le torture del regime di Al Sisi.
Ieri il rapimento di Metwaly, che lascia intendere quanto sia ancora complicata la situazione nel paese “ineludibile partner” di Alfano. L’ambasciatore Cantini a fine mese dovrebbe incontrare le autorità egiziane per parlare ancora del caso Regeni, ma le premesse sono inquietanti.
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