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Così fu ucciso Abd Elsalam. I suoi compagni non dimenticano

Abd Elsalam, un anno fa l’omicidio del sindacalista egiziano a Piacenza dove, stanotte si sciopera e si veglia. Il 20 il processo. Una canzone di Alessio Lega ricorda il lavoratore ucciso

di Checchino Antonini

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Abd Elsalam Ahmed Eldane, professore egiziano immigrato in Italia. Quando è stato ucciso aveva 53 anni. Da 13 anni lavorava a Piacenza per crescere i suoi cinque figli. Mentre scriviamo queste righe, a Piacenza, si sono accese fiaccole davanti all’hub della Gls: inizia uno sciopero a un anno esatto dal suo omicidio.

«E’ un disastro! Il conducente del camion che ha travolto e ucciso il nostro lavoratore è stato incitato a forzare il picchetto da un addetto vicino all’azienda, probabilmente un dirigente, stiamo cercando di capire – disse a Popoff,poche ore dopo, Riccardo Germani, di Usb – gli urlavano ‘parti, vai!’ e quello è partito…».  Sotto una pioggia battente il presidio di fronte all’azienda. «Abbiamo incontrato i responsabili della Gls, insieme agli agenti della Digos, per discutere della stabilizzazione di 13 contratti a tempo determinato, quando hanno rinnegato gli impegni presi abbiamo deciso per lo sciopero e per il blocco. Ci stavamo accingendo a protestare e la situazione era tranquilla, poi la tragedia. Non si può morire così, non si può perdere la vita per difendere i propri diritti».

Popoff lo ricorda con una canzone scritta il 26 novembre 2016 da Alessio Lega che la canta, arrangiata e suonata integralmente il 18 agosto 2017 a Carrara da Davide Giromini, che ne ha anche curato registrazione e missaggio sotto la supervisione di Rocco Marchi.

Il sindacato di base Usb Lavoro Privato ha confermato le due ore di sciopero della logistica stanotte con fiaccolata davanti all’hub, contestando l’iniziativa aziendale di chiusura la notte tra 14 e 15 settembre in memoria di Abd Elsalam Ahmed Eldane, il lavoratore morto un anno fa in un incidente con un mezzo pesante durante una manifestazione sindacale davanti alla sede. Tornando a sostenere l’ipotesi che l’operaio sia stato «ucciso da un tir incitato a forzare il presidio», Usb afferma che il modo migliore per ricordarlo «sarebbe invece aprire il centro di smistamento ai lavoratori» e sottolineare che lui «si è sempre battuto in difesa dei diritti che Gls vuole negare». Usb conferma così tutte le iniziative: lo sciopero anche per le altre aziende del settore è dalle 23 all’1, fascia oraria in cui è accaduto l’incidente, e «non ha solo un carattere commemorativo» ma intende «rappresentare un altro momento di denuncia rispetto alle condizioni di sfruttamento e di precarietà che vivono gli addetti nei magazzini della logistica: dalla mancata applicazione dei contratti, alla non osservanza delle norme di sicurezza». La mobilitazione continuerà il 20 settembre davanti al Tribunale di Piacenza in occasione dell’udienza preliminare per la morte di Abd Elsalam, e domenica 24 all’inaugurazione della nuova sede Usb di Piacenza a lui intitolata, seguita da un’assemblea pubblica.

GLS Italy Spa, una delle principali aziende di corriere espresso in Italia, aveva annunciato la chiusura del centro di smistamento nazionale. I dipendenti sarebbero stati retribuiti nonostante la chiusura. Le attività dell’Hub di Piacenza riprenderanno regolarmente durante la notte del 15 settembre. «GLS Italy – prosegue l’azienda – vicina ai congiunti di Abd Elsalam Ahmed Eldane in questa prima triste ricorrenza, subito dopo l’incidente, è intervenuta per dare supporto alla famiglia del lavoratore: infatti, proprio su richiesta di GLS, i due figli di Abd Elsalam Ahmed Eldane sono stati assunti da Seam Srl, società affidataria del consorzio che opera presso l’Hub di Piacenza».

Ma la procura della Repubblica di Piacenza punta sull’ipotesi della tragica fatalità, il camionista 43enne stava svoltando a destra e non si sarebbe accorto che l’operaio, per protesta, stava andando incontro al suo tir per fermarlo. Il capo della procura di Piacenza, Salvatore Cappelleri, spinse nelle ore immediatamente successive, sulla tesi che fosse un gesto isolato quello dell’operaio: «In quel momento sappiamo per certo che non vi era alcun picchettaggio all’esterno della ditta. Nessuna manifestazione in atto. I lavoratori erano riuniti all’esterno in attesa di conoscere l’esito della trattativa in corso negli uffici».

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Da un punto di vista giudiziario, mentre a Piacenza la procura faceva melina, nove decreti di condanna sono stati notificati alla fine di aprile ad altrettanti militanti bolognesi per aver partecipato alla determinata manifestazione di protesta per l’omicidio del delegato USB della logistica. Il gip di Bologna ha condannato nove giovani militanti al pagamento di cifre esorbitanti, mediamente 25 mila euro cadauno, al posto di mesi e mesi di reclusione alcuni “in qualità di promotori della riunione pubblica di protesta organizzata dall’associazione sindacale USB a seguito della morte del lavoratore egiziano Abd Elsalam Ahmed Eldanf, investito e del conseguente corteo di protesta omettevano di darne preventivo avviso, almeno tre giorni prima, al Questore” (sic!); altri per aver acceso una torcia fumogena “senza licenza dell’autorità”; tutti per aver forzato i cordoni della polizia per entrare in stazione e diffondere il comunicato di protesta alla cittadinanza.

L’Emilia Romagna, da tempo non più modello di stato sociale, sta diventando un laboratorio per lo stato di polizia, per la costruzione di teoremi contro il diritto al conflitto sociale, contro il sindacalismo di base. La procura di Modena ha aperto 10 fascicoli di indagine contro le mobilitazioni organizzate dai lavoratori del Si Cobas all’ALCAR UNO. Inchieste su dieci cortei “non autorizzati” che si aggiungono alla montatura mediatica costruita attorno ad Aldo Milani, coordinatore nazionale del Si Cobas, arrestato il 26 gennaio con l’incredibile accusa di estorsione respinta al mittente senza esitazione. Queste inchieste sono state aperte per reati che vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale alla violenza privata fino all’interruzione di pubblico servizio. La Procura risponde così a questi cortei non autorizzati per di più organizzati per protestare contro un’indagine, quella contro Milani, che anche il riesame ha confermato. Come sintetizzava un comunicato de Il Sindacato è un’altra cosa-Opposizione in Cgil, di Modena: «La tesi che la magistratura vuole far passare è che chi lotta in maniera dura e con picchetti è un estorsore perché impedisce al padrone di estorcere liberamente lo sfruttamento dei lavoratori».

Anche nel piacentino, l’omicidio di Abd Elsalam non è un fatto isolato: il 9 novembre, nemmeno due mesi dopo, tre lavoratori egiziani, iscritti all’USB, sono stati aggrediti e malmenati nel pieno centro di Piacenza. S’erano rivolti al sindacato per rivendicare il pagamento di retribuzioni non corrisposte da una cooperativa del piacentino, dove avevano lavorato nel recente passato. Ad aggredire i lavoratori sono state almeno venti persone, capeggiate dall’ex datore di lavoro dei tre egiziani.

Un mese dopo, durante una grande manifestazione a Roma per il No sociale, piazza San Giovanni venne ribattezzata Piazza Abd Elsalam.

Infine, il testo della canzone di Alessio Lega

Va bene anche allearsi con la morte
Se serve a garantirsi il frigo pieno
Va bene fare scorte, calpestare un po’ più forte,
Far passar sopra il corpo un autotreno.

Lo vedi l’egiziano che si è sporto,
La notte sul megafono riluce
Lo sai che l’egiziano è un uomo morto
Ad un contorto gorgoglio la protesta si riduce.

Ogni mattina si risveglia un uomo
Che sa che deve correre veloce
Perché già dalla notte c’è la merce
Che correndo vuole solo calpestare la sua voce.

Così che tu sia merce o sia cristiano
O terra o sole, isola o nazione
Tu corri, laico, ebreo o musulmano
Sotto il tacco macinante stai della distribuzione

Le fabbriche le hanno trasferite
Ed il prodotto s’è esternalizzato,
Lontano sulle strade inferocite
Dove privo di speranza il lavoro è più sfruttato.

Però le merci altrove fabbricate
Fino al tuo frigo devono arrivare,
E marciano su strade gli autotreni
Inarrestabili e feroci non si possono fermare

Se c’è chi vuol spezzare la catena,
Conflitto fra lavoro e capitale,
Fra un TIR lanciato ed una pancia piena
Finirà di certo molto molto molto molto male

Così che nella notte di Piacenza
Un egiziano è stato calpestato,
Per lui non c’è più l’ombra di clemenza,
Quel picchetto era una sfida al nostro vivere beato

Beata la coscienza della notte,
Beato il nostro vivere civile
Beato il nostro frigo che s’inghiotte
Questo residuale senso dell’umanità servile

È chiaro nella notte piacentina
È chiaro nel crepuscolo italiano
È chiaro nell’Europa che s’inchina:
Quel picchetto è stato un sogno sanguinoso quanto vano.

Abd el-Salam perdona noi
Per tutte le magnifiche buone intenzioni
Di cui è asfaltata questa via
Per quest’inferno di crumiri ed esclusioni

Abd el-Salam perdona noi
Qui da Piacenza che si muovono le merci
Di cui si asfalta pure te,
Che ti sei osato di frapporre fra i commerci

Abd el-Salam ti pare mai
Tu che al paese tuo facevi il professore,
E sei venuto fino a qua
Per insegnare a questi schiavi un po’ di sole

Abd el-Salam chiama il dottore
Che questa notte di settembre non respira
E non respirerà mai più
Che nel megafono non hai fiato che gira


Riprendono a percorrere le ruote
Le strade della notte calpestata,
Il tuo supermercato sarà aperto
E la speranza della vita giace adesso assassinata

Va bene anche allearsi con la morte
Se serve a garantirsi il frigo pieno,
Va bene fare scorte di ansiolitici e di torte,
Per riempirsi e ricordare sempre meno.

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