Germania, si vota domenica e tutti danno per scontata la vittoria di Merkel ma sono spaventati dai razzisti di Afd. La Spd della grosse koalition verso il crac. Il programma della Linke
di Francesco Ruggeri
«Con una campagna delle coccole, in cui si deve usare la lente d’ingrandimento per trovare la differenza fra Cdu e Spd, non si mobilita nessuno», spiega la leader della Linke (Sinistra, di cui in calce all’articolo vi proponiamo una sintesi del programma), Sahra Wagenknecht, in un’intervista all’ANSA, in vista del voto di domenica prossima. «Credo che anche Martin Schulz dovrebbe aver rinunciato a imporre il cancelliere. Eppure aveva una chance concreta: se l’SPD avesse deciso di congedarsi dalla politica dell’agenda di Schroeder e avesse segnalato in modo credibile: vogliamo fare una politica per il nostro elettorato, per i lavoratori, i pensionati, i disoccupati. Ma l’SPD ha deciso diversamente e si è giocato questa opportunità». «Se saremo così forti da poter formare una coalizione rosso-rosso-verde, spero naturalmente che l’SPD non ripeta l’errore del 2005 e del 2013, e che stavolta usi la maggioranza e s’imponga con noi per una politica diversa».
SAHRA WAGENKNECHT (48 anni): Oriunda di Berlino est, figlia di una tedesca ed un iraniano, è l’esponente più in vista della Linke, sempre presente ai dibattiti ed eventi televisivi. Moglie dell’attuale leader del partito Oskar Lafontaine (ex Spd) laureata in economia politica, sa comunicare con la gente e non teme la polemica, come quando ha chiesto l’espulsione dei responsabili degli attacchi sessuali alle donne a Colonia a Capodanno del 2016. Con lei DIETMAR BARTSCH (59 años), rappresentante dell’ala pragmatica del partito, è solito ricordare che per imporre i propri obiettivi servono alleati e per formare alleanze è necessario cedere. Oriundo di Stralsund, nel nordest della Germania, è entrato in giovane età nella SED, il partito che governava la Repubblica democratica tedesca, ha studiato economia e ha preso un dottorato a Mosca. Dopo la caduta del Muro di Berlino è stato tesoriere del partito successore della SED, il PDS, Partito del socialismo democratico. Bartsch ha assunto la gestione del partito Die Linke, nato nel 2007 dalla fusione tra il Pds e i fuoriusciti dalla Spd contrari alle riforme di Schroeder. Ma nel 2010 ha lasciato l’incarico in contrasto con le posizioni dell’allora presidente del partito, Oskar Lafontaine. Nel 2015 ha assunto con Sahra Wagenknecht la leadership congiunta del gruppo parlamentare, succedendo al carismatico Gregor Gysi divenuto il moderato capo, in asse con Tsipras, del Partito della Sinistra europea, che comprende la nostra Rifondazione.
E’ la destra oltranzista, però, che fa tremare la politica tedesca a due giorni dal voto che vedrà l’ennesima conferma del governo Merkel. E ieri la squadra populista e razzista ha preso corpo in un noto talk show televisivo, dove tutti i partiti erano allineati contro AFD. Ospiti della serata, Ursula von der Leyen (CDU), Manuela Schwesig (SPD), Christian Lindner (FDP), Sahra Wagenknecht (LINKE), Catrin Goering-Eckardt (VERDI), Alexander Gauland (AFD). «Lei non è in grado di affrontare temi come le politiche climatiche, perché il suo partito non guarda oltre i confini nazionali. AFD non è in grado di collaborare con gli altri», ha detto von der Leyen, bacchettando la posizione dei populisti sul cambiamento climatico. Gauland aveva infatti affermato che «il clima cambia da sempre, e la svolta energetica non migliora le cose, quindi non ha senso». Quando il candidato di spicco ha ammesso che AFD «non ha un programma sulle pensioni dal momento che è un giovane partito», Lindner gli ha replicato: «E cosa avete fatto in questi 4 anni?» «Ci sarà una Grosse Koalition, e noi saremo terzi, e leader dell’opposizione», ha affermato inoltre il giovane liberale, assumendo una posizione inaspettata sulla futura coalizione. Una mossa strategica: l’FDP vorrebbe alzare il prezzo di una eventuale alleanza con Merkel, e sedersi al tavolo delle trattative dopo il fallimento degli altri tentativi. Invitata a dire che percentuale l’Spd si aspetta di raggiungere, la socialdemocratica Schwesig ha risposto con evidente difficoltà: «Più di quanto dicano i sondaggi».
«Destra radicale nel Bundestag, l’SPD davanti a uno storico record negativo? Le elezioni potrebbero avere drammatiche conseguenze o avviare finalmente un nuovo inizio». «Pass auf, Deutschland! (Attenta, Germania!)»: Un lungo editoriale di Giovanni Di Lorenzo, il direttore italo-tedesco dello Zeit, il giornale fondato da Helmut Schmidt, contesta le analisi di chi superficialmente ha definito noiosa questa campagna elettorale e, di conseguenza, le elezioni di domenica prossima: «Magari lo fossero. È vero il contrario: queste elezioni potrebbero essere una cesura, o nel migliore dei casi, un nuovo inizio». Anche in quest’analisi, l’offensiva di Afd viene definita senza mezzi termini: «I suoi politici di punta lavorano a provocazioni radicali, razziste e revisioniste». E da terzo partito e leader dell’opposizione Alternative fuer Deutschland avrebbe (tradizionalmente) diritto a posti di rilievo in commissioni parlamentari: come la presidenza della commissione di bilancio. «Chi vota per Afd non è necessariamente un estremista di destra», sottolinea, ma mette comunque in conto o ha perfino «simpatia» per la «radicalizzazione» degli argomenti. L’altra possibile «cesura» affrontata dall’editoriale è l’eventuale crollo dell’SPD. «La domanda se la Germania sia pronta per un cancelliere uomo è una bella battuta, con un fondo di verità». La cancelliera «sembra così forte» che nessun altro candidato avrebbe potuto vincerla. Di Lorenzo sottolinea però anche le responsabilità dell’SPD: «Consulenti richiesti e non richiesti hanno più volte cercato di convincere il partito a spostarsi più a sinistra, per far tornare gli elettori». Del resto la stabilità della Linke, sul 10%, suggerisce che l’elettorato di sinistra c’è. Andrebbe solo conquistato. Interessante è che anche dalla prospettiva di un giornale di centro-sinistra una nuova edizione della Grosse Koalition sarebbe un errore: per i socialdemocratici, che devono ritrovare la loro identità.
Pubblichiamo, infine, una sintesi in pillole del programma di Die Linke
Sociale. Giusta. Pace. Per ognun@
1. Per un fisco equo
- Meno tasse per redditi inferiori a 7.100 € lordi al mese (136 € in più al mese per 1.700 € lordi, 211 € in più per i redditi a partire da 3.400 €)
- Innalzamento del minimo esente da detrazione fiscale a 12.600 €
- Tassare di più i redditi alti: 53% di imposizione fiscale a partire da 86.000 € lordi all‘anno (per persone single) – „tassa sui ricchi“ 60% a partire da 260.000 €, 75% a partire da un milione di €.
- No a tasse più basse per i redditi da capitale rispetto a quelli da lavoro: abolire l‘imposta forfettaria del 25% per i redditi da capitale
- Patrimoniale: 5% sui patrimoni superiori a un milione
2. Per un lavoro e garanzie sociali dignitosi
- Salario minimo a 12 € all‘ora
- Lavoro sicuro invece di contratti precari – o a tempo determinato, interinale, freelance.
- Rafforzare l‘obbligo di contratti collettivi.
- Estendere la durata dell‘erogazione di sussidi di disoccupazione.
- Più tempo libero per sé e la famiglia: riduzione dell‘orario di lavoro a 30 ore.
- Reddito sociale minimo a 1050 € senza sanzioni.
3. Buone pensioni
- Riportare il livello di pensioni al 53% (130 € al mese in più per un/a pensionato/a medio)
- Pensione minima a 1050 €
- Maggiori sgravi per i bassi salari.
- Equiparare le pensioni tra est e ovest.
- Riportare l‘età pensionabile a 65 anni.
4. Buoni alloggi
- Abbassare gli affitti in aree tutelate a 8,50 €/mq, congelare il livello attuale
- Costruire 250.000 alloggi popolari comunali non-profit all‘anno
- Niente restrizioni agli obblighi sociali per la costruzione di alloggi sovvenzionati
- Frenare lo sfruttamento dei beni immobili: la casa non deve essere oggetto di speculazione!
5. Investire in sanità, assistenza, istruzione e infrastrutture
- Per un‘assistenza sanitaria solidale, finanziata da chiunque abbia un reddito: abbassare il contributo al 12% – importi inferiori per redditi inferiori a 6.250 € lordi. Reintrodurre parità di contributi tra dipendenti e datori di lavoro.
- Abolizione di costi aggiuntivi per farmaci, spese dentistiche e occhiali.
- Più personale e migliori retribuzioni per il lavoro di assistenza.
- 160.000 nuovi posti di lavoro negli ospedali.
6. Una buona partenza nella vita per ognun@ – lottare contro la povertà infantile
- Sussidio di base individuale di 564 € per ogni bambin@ e ogni adolescente.
- Aumentare da subito l‘assegno familiare a 328 € per bambin@.
- Istruzione gratuita dall‘asilo all‘università.
- Trasporto pubblico gratuito per ogni bambin@.
- Pasti caldi salutari e gratuiti in tutti gli asili e tutte le scuole.
7. Giustizia globale, pace e salvaguardia del clima
- Stop alle esportazioni di armi, ridurre la spesa militare di 10 miliardi e non aumentarla di 25 milliardi! No alla guerra!
- Commercio equo invece del libero scambio: Stop TTIP, CETA e TISA!
- Sì all‘Europa: contro il nazionalismo e il populismo di destra. L‘Unione europea deve essere sociale, o fallirà.
- 0,7% del PIL alla cooperazione.
- Difendere il diritto elementare all‘asilo – senza limitazioni!
- Transizione energetica: energie rinnovabili, sociali, decentrate. Proibire il fracking.
- Estendere il trasporto pubblico, biglietti sovvenzionati per le persone meno abbienti