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Catalogna: 465 feriti dalla Policia Nacional spagnola (video)

Catalogna sempre più lontana dalla Spagna. La polizia spagnola sta usando proiettili di gomma e manganelli contro chi manifesta fuori dai seggi. Almeno 465 feriti.

a cura di Marina Zenobio

https://youtu.be/3GnIutPfCyY

 

20:00 Seggi chiusi in tutta la Catalogna. Ora inizia lo spoglio. All’esterno di ogni seggio migliaia di persone difendono l’entrata per evitare che la Polizia e la Guardia nazionale entri e sequestri le urne.

19:54 Aggredito due volte, oggi pomeriggio, Sergi Albarràn, presidente di Sinistra Republicana a Terragona.

Come si vede dal video, una prima volta mentre era incordanato per impedire l’accesso della polizia ad un seggio. Un colpo in testa suturato con sette punti. Ma prima di arrivare all’ambulanza, mentre con chi lo accompagna passava vicino ad un gruppo di poliziotti, è stato colpito ad una gamba con una manganellana. A terra anche chi lo accompagnava.

19:45 Il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, comparirà davanti la stampa alle ore 22:00 al Palazzo della Generalitat.

19:30 manca solo mezz’ora alla chiusura dei seggi e il Consiglio di Salute della Generalitat fa sapere che ad Aiguaviva (Girona, dove ci sono state le cariche peggiori) oltre dieci persone sono in cura per le conseguenze dei gas lacrimogeni sparati dalla Policia Nazional.

19:00 La giornata del 1-O si sta sviluppando con scene di estrema tensione in tutta la Catalogna. Le cariche della Guardia Nacional e della Policia Nazional per irrompere nelle sedi elettorali e sequestrare le urne e le schede si sono trasformate in scontri tra corpi di sicurezza e cittadini che prendono parte alla votazione del referendum organizzato dal Governo catalano.
Uno degli esempi più emblematici è quanto accaduto nell’Istituto scolastico Querces de San Joan de Vilatorrada nella comarca centrale della Catalogna. Qui un gruppo di una decina di agenti della Guardia Civile hanno avuto un alterco con due agesti dei Mossos d’Esquadra che custodivano l’ingresso. Già all’entrata una quindicina di cittadini tentavano di bloccare il passaggio alla Guardia Civil per cui gli agenti hanno usato la forza

Le immagini della carica mostrano scene di nervosismo e tensione: mentre gli agenti tentano di farsi strada, le persone presenti rispondono con canti e slogan contro la polizia. Alla fine, grazie all’utilizzo di un martello, uno dei poliziotti riesce a rompere il vetro laterale dell’ingresso all’istituto e entrano nelal sede elettorale. Tuttavia, appena entrati, uno dei presenti lancia contro un poliziotto una sede e lo fa cadere a terra. Da fonti ufficiali oltre 460 sarebbero i feriti durante la resistenza davanti ai collegi da polizia e guardia nazionale

18:55 L’ex presidente del Parlamento Europeo e leader del Partito socialdemocratico tedesco, Martin Schultz, ha dichiarato in un Twitter che “L’escalation in Spagna è motivo di preoccupazione” e ha invitato Madrid e Barcellona a “intensificare e cercare il dialogo immediatamente”.

18:48 Il consigliere della presidenza catalana, Jordi Turull, ha annunciato che 319 seggi sono stati chiusi perché impossibile votare. Gli altri, al momento, continuano regolarmente e chiuderanno alle 20.

18:35 Uno dei vicepresidenti del Parlamento europeo, il greco Dimitrios Papadimoulis, ha dichiarato in un suo Twitter, sia in catalano che in castigliano, che “La repressione autoritaria” del presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, “è una vergogna per l’Europa democratica”. “C’è bisogno di iniziative per riprendere il dialogo” ha infine aggiunto il deputato del Gruppo confedale di Sinistra unitaria europea/Sinistras verde nordica (GUE/NGL)

18:15 mancano meno due ore alla chiusura dei seggi rimasti aperti fuori dei quali, chi ha votato, resta ad aspettare. L’ordine dato alla polizia è di sequestrare tutte le urne contenenti il voto e i catalani e le catalane aspettano per difenderle. La deputata della CUP, Anna Gabriel, tramite un messaggio Twitter, ha dichiarato: “Così devono restare i seggi, fino alla fine pieni di gente per difendere diritti e dignità. Pieni di popolo”.

18:00 L’ex ministero degli esteri spagnolo José Manuel Garcia Margallo (PP), ha dichiarato che quello che sta accadendo in Catalogna non è un referendum di autodeterminazione ma “un atto di mobilitazione per vincere la battaglia mediatica”, soprattutto a livello internazionale.

17:50 Il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, ha ribadito la necessità di cacciare il Partito Popolare dal Governo spagnolo con una nuova mozione di censura e promuovere un referendum concordato come soluzione del conflitto in Catalogna. Ha anche lanciato un messaggio ai catalani: “Non è la Spagna il nemico ma un governo di corrotti e anti-patriota”. “Coloro che credono che la democrazia si difenda con i bastogni non sa cos’è la democrazia né sono democratici”. Ed ha concluso: “La strategia repressiva del PP e dei suoi alleati ha fallito e ha deteriorato in forma gravissima la democrazia e la convivenza”.

17:00 Il Dipartimento di Salute catalano informa che sono 465 le persone che hanno avuto bisogno di cure presso i Servizi di Emergenza Medica (SEM) perché ferite durante le cariche di guardia civil e polizia nazionale. Un uomo, colpito da infarto durante le cariche, è grave.

16:49 Il segretario generale del PSOE, Pedro Sanchez, ha comunicato al presidente del Governo spagnolo Mariano Rajoy, il suo “malessere” per quanto sta avvenendo in Catalogna. Secondo fonti socialiste, Sanchez e Rajoy hanno conversato per telefono e il leader socialista ha anche espresso a Rajoy la sua preoccupazione per “la cattiva immagine” che “stiamo dando all’estero”.

16:20 Carles Vilarrubí, vicepresidente istituzionale di Barça, si è dimesso prima della partita contro Las Palmas.

16:15
Sta per iniziare, nello stadio Nou di Barcellona, l’incontro di calcio FC Barcellona e UD Las Palmas. Tenuto conto dell’eccezionalità dei fatti, il FC Barcellona ha annunciato che la partita si terrà a porte chiuse dopo il rifiuto della Lega Professionale di rinviarlo. Nella dichiarazione il FC Barcellona ha condannato “gli atti di violenza in molte parti della Catalogna per impedire il diritto democratico e la libera espressione dei suoi cittadini”.

16:00 nonostante i blitz delle forze antisommossa spagnole in diversi centri elettorali, ci sono “code chilometriche” davanti a molti seggi per il referendum indipendenista in Catalogna.

15:50 Il primo ministro belga, Charles Michel, condanna la violenza messa in atto dalla polizia in Catalogna e si appella al dialogo politico perché “la violenza non può essere la risposta. Noi condanniamo ogni forma di violenza”

15:45 Il leader del Partito labourista del Regno Unito, Jeremy Corbyn, ha condannato la “violenza della polizia” durante la giornata del voto per il referendum convocato dalla Generalitat della Catalogna. La delegazione di Osservatori britannici, composta da 14 parlamentari, ha dichiarato al quotidiano La Vanguardia che sono “in stato di shock” per quello che stanno vedendo. Ha dichiarato per loro il referendum è valido così come sarà il numero dei voti. Ha dichiarato anche che porteranno lo Stato spagnolo davanti la corte internazionale dell’Aja.

15:30 Silenzio dall’Unione Europea, ciò nonostante il ministro degli esteri della Generalitat, Raul Romeva, ha annunciato che chiederà al Parlamento Europeo e alla Commissione europea che riunisca il Consiglio d’Europa per condannare la violenza della polizia per impedire ai catalani di esercitare il diritto al voto.

15:20 La sindaca di Barcellona, Ada Colau, denuncia Rajoy e il Partito Popolare per aver provocato “uno stato d’assedio” a Barcellona. La sindaca ha votato oggi alle 13,30 nell’istituto Sedeta della città. Ha poi ringraziato “la cittadinanza per aver permesso il voto nonostante lo stato d’assedio”.

14:50 La vice presidente del governo spagnolo, Soraya Saénz de Santamaria: “Lo stato di diritto sta smantellando tutti di piani della Generalitat perché non ha rispettato la legge. La Generalitat catalana siè comportatata con assoluta irresponsabilità. Stiamo dimostrando che lo stato di diritto funziona. A causa della sua irresponsabilità abbiamo dovuto usare la professionalità dei corpi di sicurezza, che ha attuato con proporzionalità”.

14:45 Il portavoce della Generalitat, Jordi Turull, comunica che le persone ferite o contuse sono 367 e invita le persone ferite che denuncino le aggressione subite da polizia nazionale e guardia civil ai Mossos d’Esquadra.

Il caso Mossos d’Esquadra (2)

13:30 La Procura non ha intenzione per il momento di procedere contro i Mossos d’Esquadra sull’ipotesi di disobbedienza da parte del corpo di polizia catalano riguardo le direttive impartite dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna (Tsjc) per far sgomberare i collegi elettore e impedire il referendum indipendentista. Fonti della Procure hanno indicato che non è oggi il giorno perché questo dipartimento si pronunci in tal senso, sebbene non si scarti, a fine giornata, fare una valutazione sull’agire degli agenti autonomici . Nelle ore precedenti all’apertura di seggi i Mossos d’Esquadra avrebbero avuto un atteggiamento passivo non facendo rispettare le indicazioni di Madrid di chiudere ogni seggio elettorale entro le 6 del mattino.
Rpt dalle 12:30 Gli interventi repressivi contro chi vuole votare sono portati avanti esclusivamente dalla Polizia Nazionale e dalla Guardia Civile spagnola. Fino ad ora i Mossos d’Esquada, la polizia catalana, si tengono in disparte. Ieri, tramite twitter, i Mossos d’Esquadra avevano fatto sapere che oggi avrebbero fatto rispettare i mandati giudiziari “applicando il principio di attuazione che la stessa legge prevede” e cioè opportunità, proporzionalità e congruenza. A ciò aveva risposto il ministero dell’interno ricordando ai circa 15.000 Mossos d’Esquadra che hanno giurato sulla Costituzione spagnola. “Hanno giurato e promesso di difendere la Costituzione, norma fondamentale dello Stato”. Che poi è lo stesso giuramento fatto dalla Polizia Nazionale, dalla Guadia Civile e dalla Guardia Urbana. Si sta creando una situazione anomala. Il ministro dell’interno spagnolo, Juan Ignacio Zoido, ha fatto comunque sapere che “i Mossos hanno chiesto per iscritto aiuto alle forze di sicurezza dello stato” e ha definito la situazione come “un autentica finta” da parte dei Mossos.

13:15 La Guardia Civil pubblica sul suo account twitter “La Guardia Civil resiste alle provocazioni esercitando con proporzionalità le sue funzioni in difesa de la Legge”. Con hastag #EstamosportTi, (Stiamo con la Spagna) contro il referendum per l’indipendenza della Catalogna

13:00 Miquel Iceta, segretario del Partito dei socialisti di Catalugna (Psc) considera “inaccettabile qualsiasi azione di polizia sproprozionata. Chiedimo che si fermi immadiatamente la violenza usata per impedire il diritto al voto” aggiungendo che “Nè la Catalogna né la Spagna meritano tutto questo. Ci sono altre strade. Noi e tutti quelli favorevoli al dialogo devono essere capaci di aiutare”.

12:45 Il presidente e il vice presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemonto e Oriol Junqueras, il consigliere di giustizia Carles Mundò, i presidenti delle entità sovrane Jordi Sanchez e Jordi Cuixat, e la portavoce di Junts pel Sì Marta Rovira si riuniranno a breve nel Palazzo della Generalitat. Moltissima gente si sta concentrando in Piazza Sant Juame dove ha sede il Palazzo, piazza presidiata dai Mossos d’Esquadra.

12:30 Il caso Mossos d’Esquadra

Gli interventi repressivi contro chi vuole votare sono portati avanti esclusivamente dalla Polizia Nazionale e dalla Guardia Civile spagnola. Fino ad ora i Mossos d’Esquada, la polizia catalana, si tengono in disparte e il loro capo questa mattina non ha partecipato ad una riunione indetta dal Ministero dell’interno a cui hanno partecipato la Guardia Civil e la Polizia nazionale spagnola. Ieri, tramite twitter, i Mossos d’Esquadra avevano fatto sapere che oggi avrebbero fatto rispettare i mandati giudiziari “applicando il principio di attuazione che la stessa legge prevede” e cioè opportunità, proporzionalità e conguernza. A ciò aveva risposto il ministero dell’interno ricordando ai circa 15.000 Mossos d’Esquadra che hanno giurato sulla Costituzione spagnola. “Hanno giurato e promesso di difendere la Costituzione, norma fondamentale dello Stato”. Che poi è lo stesso giuramento fatto dalla Polizia Nazionale, dalla Guadia Civile e dalla Guardia Urbana. Si sta creando una situazione anomala. Il ministro dell’interno spagnolo, Juan Ignacio Zoido, ha fatto comunque sapere che “i Mossos hanno chiesto per iscritto aiuto alle forze di sicurezza dello stato” e ha definito la situazione come “un autentica finta” da parte dei Mossos.

01 La polizia impedisce ai catalani l'accesso ai seggi

12:15 La Guardia Civil continua ad impedire con la forza ai catalani di votare per il referendum indipendentista, ha anche tagliato i collegamenti internet a diversi seggi Cittadini resistono sdraiandosi sull’asfalto e vengono portati via a forza. Si registrano numerose cariche nei diversi seggi elettorali e al momento si contanto 40 feriti, 3 gravi.

12:00 Il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont in una dichiarazione ufficiale sta ringraziando i catalani e le catalane per la loro difesa delle urne e dei collegi elettorali aggiungendo che “i giorni che verranno sono importanti, dobbiamo difendere il nostro futuro”. “Lo Stato spagnolo non riuscirà ad impere il voto con la violenza”. Puigdemont assicura che “quello che sta facendo lo stato spagnolo è una vergogna che l’accompagnerà per sempre mentre noi stiamo insegnando al mondo la dignità, il valore e il coraggio che ci hanno sempre accompagnato”.
La Anc (Assemblea nazionale catalana) ha fatto un appello affinché tutti e tutte continuino a difendere i seggi anche nel pomeriggio.

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Sintesi alle ore 11:00 Cariche della polizia si sono verificati davanti alcuni seggi per il referendum in Catalogna, in particolare quando gli elettori si sono rifiutati di far entrare gli uomini della Guardia Civil nei seggi. Alcune persone, a Girona e a Barcellona, si sono messe davanti agli ingressi oppure si sono sdraiati a terra opponendo resistenza passiva, ma sono stati spostati con la forza. Si registrano anche i primi feriti, almeno 40, tra cui una signora anziana nel quartiere di Roquetes a Barcellona.

La polizia spagnola in tenuta antisommossa ha sequestrato le urne dopo avere fatto irruzione nel seggio di Ramon Llul a Barcellona, dove erano già iniziate le operazioni di voto. Gli agenti spagnoli, alcuni dei quali imbracciavano fucili lancia granate, sono usciti al centro portando le urne in mezzo a una folla di elettori che gridavano “votarem!”.
Agenti della Guardia Civil spagnola in tenuta antisommossa sono intervenuti nel seggio dove era previsto votasse il presidente catalano Carles Puigdemont, a Girona. Gli agenti spagnoli hanno allontanato la stampa e usano la forza per spostare la folla di cittadini concentrati a protezione del seggio. Il presidente catalano però ha già votato in un altro seggio a Girona dopo che la polizia spagnola ha fatto irruzione in quello di Sant Julia de Ramis.

Le operazioni di voto sono iniziate in diversi collegi elettorali in Catalogna che hanno potuto aprire alle 9. In alcuni seggi sta intervenendo la polizia spagnola. Migliaia di persone si sono concentrate in tutto il paese davanti ai seggi, che in molti casi sono difesi dai trattori del sindacato dei Contadini catalani (Up).

Nonostante la pioggia e il dispiegamento di forze di polizia disposto da Madrid, sono centinaia le persone che sono già in fila fuori dai seggi elettorali a Barcellona, pronti ad esprimere il proprio voto sul referendum. Secondo quanto riporta la stampa locale, attivisti indipendentisti hanno passato la notte a sorvegliare i seggi che dovrebbero aprire alle 9, anche se la Guardia Civil ha sbarrato gli ingressi. In alcune zone della città sono stati allestiti banchetti all’aperto per consentire il voto. Le urne e le schede per il referendum sull’indipendenza in Catalogna sono arrivate in alcuni seggi elettorali presidiati dagli indipendentisti. L’arrivo del materiale elettorale viene accolto da applausi e grida: “Voteremo! Voteremo!”. “Se il materiale elettorale è arrivato al tuo seggio, non diffondere la notizia. Non diamo piste”, consiglia un tweet dell’account degli organizzatori.

Agenti del mossos di Esquadra stanno controllando diversi seggi per il referendum in Catalogna. Secondo i media locali e testimonianze sui social network, la polizia catalana al momento non ha sequestrato il materiale elettorale – come invece aveva ordinato loro la procura spagnola – limitandosi a contare le persone presenti e a controlli sulla sicurezza, per poi andare via, in alcuni casi tra gli applausi dei cittadini che presidiano i seggi in vista dell’apertura delle urne. Ma l’intervento è stato poi attuato dalla Guardia Civile in tenuta antisommossa. Intervernto ancora in corso.

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