L’immagine del Che era quella di un don Chisciotte in cammino, con questa particolarità tutta sua di ‘sottoscrivere’ con il proprio corpo quello che pensava
di José Mujica
Nel 1960 ero a Cuba per partecipare al Primer Congreso Latinoamericano de Juventudes […]
Nel Teatro Chaplin partecipai all’inaugurazione della conferenza […]
Il Che era un tipo molto carismatico e caustico, che non era in grado di dissimulare quello che pensava. La sua personalità aveva un impatto incredibile sul prossimo e riusciva a comunicare molto facilmente con i più giovani, cosa che in qualche modo è vera ancora oggi.
La sua immagine era quella di un don Chisciotte in cammino, con questa particolarità tutta sua di ‘sottoscrivere’ con il proprio corpo e la propria pelle quello che pensava. Alla fine dell’incontro si avvicinò al gruppo di cui facevo parte con un’aria molto informale, aveva i pantaloni arrotolati alla caviglia e uno era più corto dell’altro.
A quell’epoca era ministro dell’Industria, stava governando il paese della Rivoluzione ed era tenacemente convinto, e sinceramente molti di noi la pensavano come lui, che il cammino del socialismo sarebbe stato inesorabile nonostante le contrarietà e le difficoltà. Sembrava un cammino aperto che era lì, pronto, a portata di mano.
Ex guerrigliero tupamaros, poi presidente dell’Uruguay, il popolare Pepe Mujica ricorda il suo incontro con Che Guevara, rivoluzionario argentino, protagonista della rivoluzione cubana e latinoamericana. Il 9 ottobre sarà il cinquantennale della morte. Guevara fu ucciso in Bolivia il 9 ottobre 1967. Popoff sta dedicando diversi interventi alla figura del Che per cercare di sottrarne lo spessore intellettuale e politico al mito di icona pop che rischia di banalizzarne il valore. La stessa preoccupazione è alla base di “IO e il CHE”, il volume della collana Viento del Sur di Nova Delphi (A cura di Nadia Angelucci e Gianni Tarquini pagine 296 Euro 14), da cui abbiamo tratto questo brano. Si tratta di conversazioni con: Paco Ignacio Taibo II, Juan Martín Guevara, José “Pepe” Mujica Erri De Luca, Osvaldo Bayer, Valerio Evangelisti, Pino Cacucci, Letizia Battaglia, Miguel Benasayag, Luciana Castellina, Massimo Carlotto, Piergiorgio Odifreddi.
Il libro è costruito sulla testimonianza di donne e uomini della cultura che lo hanno conosciuto, amato, studiato o incontrato sulla propria strada. Ognuno di loro ci ha raccontato il suo Che. Nadia Angelucci è giornalista e socia della Cooperativa Libera Stampa – editrice della storica rivista noidonne – collabora con “il Manifesto”, “Le Monde Diplomatique,” “Il Mattino”. Con Nova Delphi ha pubblicato con Gianni Tarquini proprio la prima biografia documentata dell’ex presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, Il presidente impossibile (6 edizioni), e il libro-intervista a Horacio Verbitsky: I complici. Conversazioni su Chiesa, dittatura ed economia. Dal canto suo Gianni Tarquini, ha vissuto in America latina occupandosi dei progetti di varie ONG italiane. Nel 2007 ha coordinato la carovana giornalistica Inviati speciali. Missione di verifica su ambiente, salute e diritti umani in Ecuador. È autore dei libri: La guerra dell’acqua e del petrolio. Bolivia ed Ecuador tra risorse e sfruttamento (EdiLet, 2011), Guìa de recursos. La Paz, Las Piedras, Progreso (CIES, 2005); è coautore di L’arcobaleno negato. Percorsi didattici sulla condizione dell’infanzia nel mondo (EMI, 1999). Dal 2009 cura e conduce su Radio Popolare Roma la trasmissione radiofonica settimanale Bucanero. Tracce e passaggi dal continente latinoamericano.