Una riconciliazione che porterà, dopo dieci anni, il presidente della Palestina Abbas a tornare a Gaza. E Trump lascia l’Unesco perché anti-Israele
di Marina Zenobio
Dieci anno dopo la rottura tra le parti, Hamas e Al Fatah, le due principali e rivali fazioni palestinesi, la prima che controlla Gaza la seconda la Cisgiordania, hanno sottoscritto un accordo per la riconciliazione con la mediazione dell’Egitto. A porre la firma in calce dell’accordo Azzam al-Ahamd per Fatah e Saleh al-Arouri per Hamas.
L’accordo firmato oggi al Cairo, rafforzerà il governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) a Gaza di cui, entro il 1 dicembre, ne assumerà il controllo sia per quanto riguarda la sicurezza che il controllo alle frontiere con Israele e con l’Egitto.
L’accordo è il risultato di mesi di negoziati che avevano già portato Hamas, a settembre, ad annunciare l’intenzione di sciogliere il Comitato amministrato per la gestione della Striscia di Gaza e di accettare la celebrazione di elezioni generali. Al Fatath perse il controllo di Gaza nel 2007, dopo che Hamas vinse le elezioni nell’enclave palestinese.
Tra i punti dell’accordo resi noti c’è Rafah, passaggio di frontiera tra Gaza e l’Egitto, unica via di comunicazione della Striscia isolata da Israele, che l’Anp controllerà a partire dal 1 novembre. E’ stata anche stabilita la data del prossimo 1 febbraio per trovare una soluzione alla questione degli funzionari di Gaza (circa 50 mila) e il pagamento dei loro stipendi. Inoltre, il 14 novembre, Hamas e Al Fatah si riuniranno con altre fazioni palestinesi per studiare insieme l’attuazione degli altri punti dell’accordo firmati al Cairo.
L’ufficio del presidente palestinese Mahmoud Abbas si è congratulato per il patto sottoscritto dichiarando alla stampa che “il presidente dà il benvenuto all’accordo raggiunto al Cairo tra le due delegazioni e ha dato indicazioni a Al Fatah di firmarlo immediatamente”. Se tutto procederà senza intoppi, nel giro di un mese il presidente dell’Anp potrà visitare Gaza, la sua prima visita dopo dieci anni.
E’ rimasta fuori dall’accordo la questione spinosa del braccio armato di Hamas, le “Brigate Essedin al Qassam”. Nena New riporta che, in questi giorni, Mahmoud Abbas si era espresso contro la possibilità che alla milizia del movimento islamico venisse lasciato il controllo di sicurezza di Gaza e di poter conservare le sue armi. Hamas da parte sua ha escluso il disarmo delle “Brigate Ezzedin al Qassam” dicendosi però pronto a decidere assieme a Fatah quando usarle. La questione è stata rinviata ad un prossimo vertice tra le parti.
Intanto, mentre la notizia dell’accordo intra-palestinese è ancora calda, arriva da New York la news che gli Stati Uniti lasciano l’Unesco, l’organizzazione dell’Onu per l’educazione, la cultura e la scienza, perché ritenuta anti-Israele. In realtà già dal 2011, da quanto la Palestina è entrata a far parte dell’Unesco, gli Stati Uniti hanno smesso di pagare la propria quota.
In una nota secca, la portavoce del dipartimento di stato nordamericano, Heather Nauert, ha dichiarato che si tratta “di una decisione non presa alla leggera e che riflette le preoccupazioni degli Stati Uniti per i crescenti ritardi nel pagamento delle quote, la necessità di una riforma dell’organizzazione e la continua tendenza anti-Israele dell’Unesco”.