8 gli arrestati ma Greenpeace ha raggiunto l’obiettivo: “dimostrare quanto sia facile avere accesso a siti così sensibili per la sicurezza dell’umanità”
di Marina Zenobio
Due giorni prima Greenpeace France aveva emanato un avviso sulle falle e le fragilità dei sistemi di sicurezza delle centrali nucleari francesi. Due giorno dopo, il 12 ottobre scorso, gli attivisti dell’organizzazione internazionale lo hanno dimostrato con i fatti, sfidando l’Électricité de France (Edf) introducendosi a notte fonda nel sito della centrale elettronucleare di Cattenom (dipartimento della Mosella, in Lorena) a 350 chilometri da Parigi, e hanno raggiunto le piscine di stoccaggio dei combustibili esausti.
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Gli attivisti “sono stati subito fermati” ha dichiarato in un tweet la Edf-Cattenom, rassicurando che “non c’era stato alcun accesso alla vera zona nucleare e nessun impatto sulla sicurezza degli impianti” resta il fatto che gli attivisti di Greenpeace sono entrati senza problema e sono rimasti all’interno del perimetro della struttura per quasi dieci minuti, lanciando fuochi di artifici per simulare un attacco, prima che la polizia li fermasse.
“Siamo tornati in un sito nucleare per denunciare il pericolo che rappresentano questi impianti” ha dichiarato Greenpeace in un comunicato stampa nel quale chiede e raccoglie firme per uscire dal nucleare.
E’ la prima volta che la ong ambientalista entra nell’impianto di Cattenom. Otto gli attivisti arrestati e condotti nella sede della prefettura locale. Il procuratore della Repubblica di Thionville, Christelle Dumont, ha dichiarato che “rischiano fino a 5 anni di carcere e 75mila euro di multa”. Greenpeace ha comunque raggiunto l’obiettivo: “dimostrare quanto sia facile avere accesso a siti così sensibili per la sicurezza dell’umanità”.
La centrale di Cattenon si trova a 5 chilometri nord-est di Thionville, vicinissima al confine con il Lussemburgo. E’ composta di 4 reattori ad acqua pressurizzati con una capacità di 1.300 megawatt ciascuno.
Due giorni prima dell’attacco simulato alla centrale di Cattenom, Greenpeace France aveva reso pubblico la ricerca “Sicurezza dei reattori nucleari e delle piscine di combustibile esausto in Francia e Belgio e relative misure di rinforzo”, firmato da studiosi indipendenti tra cui Oda Becker, tedesca, laureata in fisica presso l’Università di scienze applicate di Hannover; David Boilley, francese, fisico e presidente dell’Acro (Associazione per il controllo della radioattività in Occidente); Ed Lyman, (nordamericano), laureato in fisica e astronomia nell’Università del Delaware e Gordon MacKerron, britannico, docente di scienze e tecnologia presso l’università di Sussex.
Secondo i ricercatori, le centrali nucleari e i loro depositi di stoccaggio, in Francia e Belgio, non sono state progettate per fare fronte a potenziali attacchi terroristici e sono altamente vulnerabili e pericolose, una “spada di Damocle” sull’intera l’Europa. Il documento, secondo Greenpeace, contiene informazioni altamente sensibili e per ora ne è stato reso noto solo un Abstract .
Gli esperti mettono in guardia sul fatto che le strutture nucleari potrebbero trasformarsi in obiettivi di atti ostili con conseguente fuga di radioattività su vasta scala. Per questo motivo, precisano, la protezione degli impianti dovrebbe riguardare sia le misure di sicurezza tradizionali – barriere, controlli all’entrata ecc. – ma anche misure di contenimento del reattore. Il problema maggiore è che le attuali istallazioni nucleari, costruite quarant’anni fa, sono vecchie e non sono predisposte ad affrontare rischi più attuali, come il terrorismo.