#Poterealpopolo. Il punto sulla costruzione della lista della sinistra alternativa. Il testo del manifesto, il calendario delle assemblee e gli avvisi ai naviganti
di Checchino Antonini
Ecco il manifesto per la lista alternativa alle prossime politiche, un progetto che prova a sintetizzare i contenuti espressi dalle mobilitazioni di dieci anni di crisi. Sarà una lista di sinistra: incompatibile con le politiche perseguite fin qui e per decenni dai diversi governi che si sono alternati alla guida del Paese, sotto l’egida dell’Unione Europea e dei suoi trattati antisociali. Alternativa alle destre, comprese quelle che si mascherano da nuova sinistra (ma hanno edificato l’asfissiante edificio del neoliberismo) o da espressione della democrazia diretta (ma sono un partito proprietario e ambiguo). Domenica prossima, 17 dicembre, in fondo a un’altra settimana di assemblee territoriali, e all’indomani di un corteo ci sarà una nuova assemblea popolare nazionale, a Roma, in un luogo capace di almeno mille persone e che sarà comunicato al più presto.
Riassunto delle puntate precedenti: il 18 novembre 800 persone hanno riempito il Teatro Italia rispondendo a una chiamata del centro sociale napoletano Je so’ pazzo, a poche ore dall’annullamento dell’assemblea del Brancaccio da parte dei due autonominati tutori, Falcone e Montanari.
Tutto grazie a un messaggio, semplice, lanciato prima da un video che ha fatto il giro dei social e poi da tante e tanti intervenuti dal palco. Una sessantina le assemblee convocate in tutte le regioni, in tante province in cui si sono messi all’opera reti, associazioni, comitati, attivisti ma anche tante persone senza appartenenza specifica che non vogliono più subire governi scellerati. Nel frattempo hanno aderito ufficialmente anche i partiti e le organizzazioni, tra cui Rifondazione comunista, Sinistra anticapitalista, il Pci e la piattaforma Eurostop. «Consapevoli che una campagna elettorale non è un fine in sé, né l’attività principale per la sinistra di classe, riteniamo tuttavia che, in questa fase, sia uno strumento utile alla diffusione di idee alternative all’ordine esistente, alla costruzione di relazioni, al rapporto con le classi sfruttate e oppresse, per dare spazio ai bisogni e alle necessità di tutti e tutte – spiega Sinistra Anticapitalista – un modo, insomma, per uscire allo scoperto e continuare a gridare, a voce amplificata, le parole d’ordine di una sinistra rivoluzionaria, certi di non volerci arrendere e sicuri di proseguire il nostro percorso di lotte anche dopo questo importante appuntamento. Per questo vogliamo fornire il nostro contributo per la creazione del programma di questa tornata elettorale e costruire un percorso ampio ed inclusivo per tutti e tutte, attraverso una gestione democratica e partecipata di soggetti sociali, politici e individualità che vogliono essere parte attiva ed integrante di questa sfida».
In parallelo è nata la lista Grasso, “liberi e uguali”, con una forzatura politicista di tre partiti satelliti del Pd (Mdp, Si e Possibile), gli stessi che avevo strozzato nella culla il percorso del Brancaccio. Una scelta non indolore per l’ex Sel che, se da un lato recupera pezzi dell’emorragia causata dal Campo progressista, dopo l’abdicazione di Pisapia, dall’altro incassa l’autosospensione di 109 dirigenti e iscritti da tutti gli incarichi interni a SI (toscani che conoscono bene Mdp attraverso le gesta del Governatore Rossi, marchigiani, ma anche da Varese, Roma, Bari, Milano) «non condividendo il percorso e le scelte politiche verso una lista autonominatasi unitaria di sinistra concretizzatasi con l’assemblea del 3 dicembre a Roma: «il processo costituente operato da SI rinnega, a nostro avviso, la scelta iniziale verso la via alternativa di un quarto polo. Indirizzo convalidato nello stesso congresso fondativo di Rimini(…) Era necessaria una coraggiosa rivoluzione degli schemi attuali, che rimuovesse le vecchie strutture oligarchiche di partito per costruire una nuova alternativa, una nuova modalità di praticare la politica con la capacità di coagulare tutti gli attori in campo dentro e fuori gli attuali partiti. Il gioco “delle tre tavolette”, imposto dall’alto, formalizzato con frettolosi e ravvicinati step assembleari, non solo non ha lasciato momenti di ampia consultazione e discussioni programmatiche ma ha messo in campo forze politiche che hanno sostenuto e non sconfessato, le politiche liberiste dei governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. La decisione di partecipare a un accordo di lista, una versione del già fallimentare processo di Italia Bene Comune e dove, in posizioni di debolezza numerica e programmatica, ci vede accodati a un’idea di rilancio del centro-sinistra post-renziano, risulterà, a nostro avviso, anche debole elettoralmente, non includente, aumentando di fatto l’astensionismo. Riteniamo gli anni ’90, e con essi il centro-sinistra come unica prospettiva, ormai abbondantemente terminati (…) Alcuni di noi resteranno iscritti a Sinistra Italiana fino alla naturale scadenza, in quanto ancora oggi si riconoscono in quelli che erano i motivi fondativi del nostro partito e nella strada indicata dai documenti congressuali, altri hanno già dato le dimissioni perché ormai irrimediabilmente delusi dagli avvenimenti, ma tutti noi davanti a un fatto compiuto e predeterminato, privo di rinnovamento tanto nel programma quanto nelle biografie, non possiamo che fare un passo indietro non aderendo alla lista “Liberi e Uguali”».
Sarà in grado la lista alternativa di essere attrattiva verso i delusi di questo settore e, contemporaneamente, verso i settori sociali di movimento più radicali e che finora non hanno aderito al percorso? E’ una delle domande che troveranno risposta nelle prossime settimane, assieme a quella sul nome della lista. Intanto, dal giorno del Teatro Italia di passi avanti ce ne sono stati: è venuto fuori un programma elaborato collettivamente, a cui ogni gruppo attivo e ogni singolo sta contribuendo con integrazioni e aggiunte, suggerimenti e idee a partire anche dalle istanze che vivono nel territorio di provenienza. Si stanno raccogliendo tutti gli spunti provenienti dai territori. Tutti i promotori hanno concordato sulla necessità di un programma che fosse davvero leggibile, breve, chiato. Per ogni punto ci saranno degli approfondimenti per dei testi più lunghi da diffondere durante la campagna elettorale.
«Quando abbiamo lanciato quella proposta non pensavamo che così tante e tanti potessero accoglierla e immediatamente mobilitarsi a partire dai loro territori, dalla loro quotidianità – spiegano i promotori – evidentemente la stanchezza e l’insoddisfazione ad assistere impotenti al rituale per cui sempre le stesse persone, senza rompere con chi ha affossato le classi popolari di questo paese, si candidano a rappresentare “la sinistra” sono sentimenti diffusi e radicati. Così come è diffusa, però, la voglia di costruire percorsi nuovi, radicali, aperti, che nascano e si sviluppino in connessione con il popolo e le sue esigenze, che tutelino ambiente, sanità, istruzione, lavoro, giustizia sociale, solidarietà, che stiano al fianco dei più deboli, alla maggioranza della popolazione. A distanza di un mese dalla scorsa assemblea e a fronte del percorso iniziato riconvochiamo un nuovo appuntamento nazionale a Roma per mostrarci a tutto il paese e ai media che continuano a tacere, per ricominciare, per non smettere di costruire qualcosa che vada da qui a cinque, a dieci anni. Ricominciamo a pensare di poter fare la storia, di poter dare potere al popolo, alla maggioranza che non decide mai e subisce! Perché non possiamo sognare, e realizzare un poco alla volta questo sogno?».
Il manifesto: Abbiamo aspettato troppo… Ora ci candidiamo noi!
Siamo le giovani e i giovani che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschilie, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro. Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela. Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese.
Ma siamo anche quelli che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della democrazia.
Crediamo nella giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei popoli. Pratichiamo ogni giorno la solidarietà e il mutualismo, il controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei nostri interessi. In questi anni abbiamo lottato contro i licenziamenti, il Jobs Act, la riforma Fornero e quella della Scuola e dell’Università; contro la privatizzazione e i tagli della Sanità e dei servizi pubblici; per la difesa dei beni comuni, del patrimonio pubblico e dell’ambiente da veleni, speculazioni, mafie e corruzione, per i diritti civili; contro le politiche economiche e sociali antipopolari dell’Unione Europea; contro lo stravolgimento della Costituzione nata dalla Resistenza e per la sua attuazione. Per un mondo di pace, in cui le risorse disponibili siano destinate ai bisogni sociali e non alle spese militari. E ogni giorno ci impegniamo a costruire socialità, cultura e servizi accessibili a tutte e tutti.
Abbiamo deciso di candidarci alle elezioni politiche del 2018. Tutte e tutti insieme. Perché questo pezzo di paese escluso è ormai la maggioranza, e deve essere ascoltato. Perché se nessuno ci rappresenta, se nessuno sostiene fino in fondo le nostre battaglie, allora dobbiamo farlo noi. Perché siamo stanchi di aspettare che qualcuno venga a salvarci…
Abbiamo deciso di candidarci per creare un fronte contro la barbarie, che oggi ha mille volti: la disoccupazione, il lavoro che sfrutta e umilia, le guerre, i migranti lasciati annegare in mare, la violenza maschile contro le donne, un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente, i nuovi fascismi e razzismi, la retorica della sicurezza che diventa repressione.
Abbiamo deciso di candidarci facendo tutto al contrario. Partendo dal basso, da una rete di assemblee territoriali in cui ci si possa incontrare, conoscere, unire, definire i nostri obiettivi in un programma condiviso. Vogliamo scegliere insieme persone degne, determinate, che siano in grado di far sentire una voce di protesta, che abbiano una storia credibile di lotta e impegno, che rompano quell’intreccio di affari, criminalità, clientele, privilegi, corruzione.
Potere al Popolo significa costruire democrazia reale attraverso le pratiche quotidiane, le esperienze di autogoverno, la socializzazione dei saperi, la partecipazione popolare. Per noi le prossime elezioni non sono un fine bensì un mezzo attraverso il quale uscire dall’isolamento e dalla frammentazione, uno strumento per far sentire la voce di chi resiste, e generare un movimento che metta al centro realmente i nostri bisogni.
Vogliamo unire la sinistra reale, quella invisibile ai media, che vive nei conflitti sociali, nella resistenza sui luoghi di lavoro, nelle lotte, nei movimenti contro il razzismo, per la democrazia, i beni comuni, la giustizia sociale, la solidarietà e la pace.
Affronteremo questa campagna elettorale con gioia, umanità ed entusiasmo. Con la voglia di irrompere sulla scena politica, rivoltando i temi della campagna elettorale. Non abbiamo timore di fallire, perché continueremo a fare – prima, durante e dopo l’appuntamento elettorale – quello che abbiamo sempre fatto: essere attivi sui nostri territori. Perché ogni relazione costruita, ogni vertenza che avrà acquisito visibilità e consenso, ogni persona strappata all’apatia e alla rassegnazione per noi sono già una vittoria. Non stiamo semplicemente costruendo una lista, ma un movimento popolare che lavori per un’alternativa di società ben oltre le elezioni.
Insieme possiamo rimettere il potere nelle mani del popolo, possiamo cominciare a decidere delle nostre vite e delle nostre comunità. Chi accetta la sfida?
PROSSIME ASSEMBLEE E AVVISI AI NAVIGANTI
ROMA: lunedì 11 alle ore 18.00 in viale delle Province 196 ci sarà la seconda assemblea territoriale del percorso di Potere al Popolo nel salone dell’occupazione abitativa di Viale delle Province 196. Dopo la prima discussione, partecipata da almeno 300 persone, è arrivato il momento di essere più operativi, di entrare nel vivo dell’organizzazione e costruire l’assemblea del 17. «Anche nei prossimi giorni – scrivono i promotori – ci aspettano appuntamenti importanti: Venerdì gli studenti medi scenderanno in piazza contro l’alternanza scuola lavoro, i dipendenti IKEA di Anagnina saranno in sciopero a seguito del licenziamento di un loro collega che ha avuto un infarto, Sabato un grande corteo griderà forte e chiaro il suo no al razzismo. Con questa campagna elettorale vogliamo dare voce a lotte come queste, vogliamo farle irrompere nel teatro della politica, vogliamo sostenere e dare prospettive ai loro protagonisti. Per questo è fondamentale individuarle, conoscerle, condividerle e organizzarci per sostenerle, assumendo alcune battaglie (come quella per il trasporto pubblico) come parte integrante del nostro percorso! E poi dobbiamo trovare tutti i modi per farci sentire e rompere il muro mediatico! Non solo volantinaggi, megafonaggi, banchetti, furgoni ma anche un uso intelligente e attento dei social network e di internet possono aiutarci moltissimo».
11 dicembre Viareggio, Cuneo, Siena 12 dicembre Biella , Siena, Cosenza, Perugia (regionale), Napoli Area Nord, Bologna, Verona 13 dicembre Frosinone, Trieste, Grosseto, Pesaro, Emilia distretto ceramico, Mugello 14 dicembre Rho 15 dicembre Massa – Carrara, Novara, Genova 16 dicembre Viterbo Lecco 18 dicembre Ravenna 22 dicembre Lampedusa
Potete spedire un’email con oggetto “contributo assemblee territoriali”, pubblicare post con foto e commento delle assemblee nei relativi eventi facebook, o potete segnarlare questi contributi nel gruppo facebook.
#accettolasfida #poterealpopolo Per sottoscrivere il manifesto accettolasfida2018@gmail.com
«Per organizzare un’assemblea sul vostro territorio – si legge sui siti – consigliamo di mettersi in contatto con tutte le associazioni, i collettivi, i centri sociali, le organizzazioni politiche, i sindacati di base, singoli compagni che sono interessati a costruire questo progetto, con lo spirito con cui questa sfida nasce: rompere con gli schemi della “vecchia politica”, creare dei percorsi nuovi, radicali, aperti, che nascano e si sviluppino in connessione con il popolo e le sue esigenze; non considerare queste elezioni un fine, ma uno strumento per dare voce e peso all’Italia delle lotte sul mondo del lavoro, contro la devastazione dei territori, per un’istruzione e una sanità pubbliche e degne per tutti. Ma anche per imporre nel dibattito pubblico che ci aspetta nei mesi di campagna elettorale temi che riguardano la maggioranza delle persone in una prospettiva di progresso: all’insegna della solidarietà, dell’uguaglianza, della giustizia sociale. Poi contattateci per avere informazioni sul progetto, per essere aiutati nel contattare realtà o singoli del territorio, per girarci le informazioni utili per pubblicizzare l’assemblea, ecc… Faremo, così, l’evento facebook: metteremo a disposizione di tutti la nostra pagina che arriva a tantissime persone per dare massima visibilità agli eventi e per dare un quadro d’insieme, nazionale, delle assemblee convocate in tutta Italia, aiutandovi a mettervi in contatto con le diverse persone presenti sui medesimi territori che hanno voglia di attivarsi.