Genova, sindaco Bucci e maggioranza svuotano la seduta che doveva condannare lo squadrismo. Potere al Popolo: «Filo nero tra i suoi silenzi e le parole di Fontana»
di Checchino Antonini
Manca il numero legale e sfuma la possibilità che Tursi si pronunci contro la violenza squadristica. La seduta del Consiglio comunale di Genova oggi avrebbe dovuto votare la mozione presentata da Pd e Lista Crivello per impegnare il sindaco Marco Bucci a «non concedere spazi pubblici alle forze politiche neofasciste». Sia la discussione, sia la riunione dei capigruppo non sono riuscite a unificare i testi, di maggioranza piuttosto generico, e quello netto delle minoranze, così il pubblico numeroso ha intonato l’inno di Mameli e Bella Ciao. A questo punto i consiglieri di maggioranza e lo stesso sindaco Marco Bucci hanno abbandonato l’aula. Solo 17 i consiglieri presenti all’appello alla ripresa dei lavori (Pd, Lista Crivello, M5S e Chiamami Genova), quattro in meno del numero minimo di 21 consiglieri indispensabile a fare proseguire la seduta. Bucci (imprenditore prestato alla politica per guidare una giunta con Lega, Fi e Fdi, eletta in una tornata elettorale disertata da metà della città) «non ha mai pronunciato la parola “antifascismo”, tantomeno ha condannato l’accoltellamento del militante antifascista», racconta a Popoff Gianni Noli, uno degli attivisti di Potere al popolo presente nella sala consiliare, richiamando l’episodio che ha visto protagonisti una trentina di squadristi (del III millennio) di Casapound, venerdi sera, dalle parti di Piazza Alimonda.
«C’è un filo nero tra pezzi della maggioranza a Tursi, in particolare della Lega, e la galassia di estrema destra che prova a scorazzare per una città che non li ha mai voluti i fascisti – dichiara Potere al popolo di Genova che ha appena avviato la raccolta firme per la lista – lo stesso filo nero lega i silenzi del sindaco Bucci alle parole di troppo, e razziste, del candidato delle destre alla Regione Lombardia, Fontana: le destre, in Italia, sono una polpetta avvelenata in cui è impossibile distingure la carne buona dal veleno, le forze fedeli ai valori della Costituzione da quelle razziste, eversive e fascistoidi». Un dato che coglie con efficacia l’Anpi: «Il centrodestra diventa colluso con il neofascismo dilagante nel nostro Paese. Non sanno nemmeno su cosa è fondata la nostra Costituzione, mi fanno pena – ha detto il presidente genovese dell’Anpi Massimo Bisca oggi pomeriggio a Palazzo Tursi – il sindaco Marco Bucci ha perso la bussola. Ha perso il senso istituzionale del suo ruolo uscendo dall’aula, ha perso i cardini imprescindibili del primo cittadino di Genovasulle cui spalle pesa la medaglia d’Oro al Valor militare riconosciuta alla città nel 1947».
Sul fronte delle indagini, è stato sentito per oltre due ore dagli investigatori della Digos l’antifascista di 35 anni accoltellato alla schiena venerdì sera durante un volantinaggio in piazza Tommaseo, non lontano dalla sede di CasaPound. L’uomo, che faceva parte di un gruppo di una decina di attivisti, non aveva sporto denuncia ma è stato individuato grazie al referto medico del pronto soccorso dell’ospedale Galliera dove si è recato il giorno dopo per medicare la ferita ed è stato convocato in questura come persona informata sui fatti. Secondo quanto appreso l’uomo avrebbe raccontato che all’improvviso dalla sede di via Montevideo un gruppo di persone è scesa giù urlando e correndo verso gli antifascisti che stavano attaccando alcuni manifesti del corteo in uno spazio di affissione con cinghie e bottiglie in mano. Alcuni attivisti, tra cui il ferito, sono rimasti indietro e sono stati raggiunti. Per difendersi e riuscire a fuggire il 35 enne è riuscito a rovesciare addosso agli aggressori il secchiello della colla con cui stavano attaccando i manifesti. Solo dopo, correndo verso corso Buenos Aires ha sentito un dolore alla schiena e quando ha raggiunto un luogo sicuro i suoi amici si sono accorti che stava perdendo sangue. Sulla ferita, che per pochi centimetri non ha colpito un rene, nei prossimi giorni probabilmente il sostituto procuratore Marco Zocco disporrà una consulenza medico legale per capire o meno se quel fendente avrebbe potuto o meno uccidere. Al 35enne sarebbero state anche mostrate le foto di alcuni militanti di estrema destra che erano presenti quella sera nella sede di via Montevideo ma sull’esito dei riconoscimenti vige il più stretto riserbo. Nei prossimi giorni saranno convocati in Questura gli altri attivisti del gruppo antifascista. L’obiettivo è stringere il cerchio il più rapidamente possibile sull’autore di un episodio rispetto al quale il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha annunciato che non ci sarà nessuna indulgenza da parte della magistratura.