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Pendolari su Trenord, vil razza dannata

Trenord: come trent’anni di liberismo, dal piano Necci in poi, ci hanno fatto tornare ai primi del ‘900. Un documento suggerito a Popoff da Giuseppe Ciarallo

Osserva lo scrittore Giuseppe Ciarallo che «Trenord è una società costituita a Milano il 4 agosto 2009 per iniziativa di Trenitalia e di Ferrovie Nord Milano. E a proposito di Ferrovie Nord… Ecco un raro articolo tratto da “La Folla – periodico settimanale illustrato”, giornale popolare di tendenze libertarie diretto da Paolo Valera, datato 16 giugno 1901. Leggete fino in fondo e capirete che un secolo è passato in un attimo. O forse non è passato affatto».

I vagoni di questa compagnia di filibustieri sembrano porcili. Sono sudici, spellati, impolverati, sputacchiati, con le finestre inservibili, coi vetri rotti e con le tendine che sembra sieno state comperate alla fiera di Porta Genova. Vi si entra puliti e si discende coi gomiti sporchi, col sedere bianco o inzaccherato, col dorso chiazzato di porcherie. La puntualità dei treni è una cosa sconosciuta! Si arriva quando si arriva: mezz’ora dopo,un’ora dopo, due ore dopo, senza che alcuno faccia scontare alla compagnia i danni dei ritardi. Le macchine sono vecchie e stravecchie e lasciano più di una volta i passeggeri a bestemmiare per delle ore! Bisognava essere nel treno diretto dell’altro giorno, partito da Erba colla sconquassata locomotiva numero 206, per provare il sistema di questi ladri che considerano il pubblico della carne da carrozzoni, per dare dei grossi dividendi agli azionisti. Quando il treno diretto giunse a Mariano, esso dovette sostare e aspettare che i fabbri aggiustassero il ventre della locomotiva che perdeva da tutte le parti. I signori della direzione di questa compagnia ferroviaria possono contare così bene sul silenzio dei giornalisti, ai quali tappa la bocca con i biglietti permanenti, che domenica, per proprio comodo e per proprio interesse, ha potuto convertire un treno speciale destinato per i gitanti che dovevano andare ad Erba in un treno ordinario, senza il consenso del pubblico e senza l’autorizzazione del regio ispettorato.

Se non sapessi che la direzione fa correre difficilmente due treni dai punti opposti su uno stesso binario, per evitare qualsiasi disastro avrei paura di viaggiare sulle sue carrozze. Immaginatevi ch’essa è capace di mandare al posto di un capo-treno ammalato un guardafreno della stazione o del deposito, per risparmiare la spesa di lire una e centesimi cinquanta, ch’essa dovrebbe dare al capo-treno di riserva per la pernottazione! Nei giorni festivi, quando c’è ressa, quando i treni viaggiatori sono lunghi e pesanti, si serve del personale avventizio, del personale di manutenzione, il quale non conosce neppure i segnali d’allarmi e non sa come girare il freno.

(Continua.)

Il documentista

 

 

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