Raid razzista a Macerata. 6 feriti. La mamma di Pamela “Non si può rispondere ad un atto di barbarie con altrettanta barbarie”
di Marina Zenobio
Uccisa, il suo corpo smembrato. La tragica morta della giovanissima Pamela Mastropietro colpisce il cuore e la ragione. Che ad ucciderla sia stato uno spacciatore di nazionalità nigeriana non può rendere la sua morte ancora più straziante di quanto già non sia. Ma qualcuno si è alzato questa mattina col mito del vendicatore e, correndo ad alta velocità per le vie di Macerata, ha sparato, mirando bene su persone dalla pelle nera. Feriti cinque uomini e una donna, tutti originari di Paesi dell’Africa subsahariana, uno è in gravi gli altri non sono in pericolo di vita.
Le forze dell’ordine hanno bloccato l’autore della sparatoria, il 28enne Luca Traini, vicino agli ambienti dell’estrema destra locale, già candidato l’anno scorso nelle liste della Lega Nord a Corridonia, piccolo comune del maceratese.
Nel manifesto elettorale (a destra) appare insieme al candidato sindaco della Lega Nord per Corridonia, Luigi Baldassarri che presenta la sua nuova squadra. Si tratta della tornata elettorale del 11 giugno scorso. Nel programma, anche il «controllo degli extracomunitari».
I testimoni hanno raccontato agli inquirenti che Traini, testa rasata, fisico atletico e un metro e ottanta di statura, dopo aver scaricato la pistola si è fermato, è sceso dall’auto, si è tolto il giubbotto e ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle, facendo il saluto fascista e urlando “viva l’Italia. L’Italia agli italiani” prima di essere bloccato dai carabinieri. Ha subito ammesso di essere l’autore del raid contro i migranti. A bordo della sua auto sono state trovate la pistola con cui ha sparato e una tuta mimetica.
Si è anche ipotizzato che Traini conoscesse Pamela: la segretaria provinciale della Lega, Maria Letizia Marino, ha dichiarato: “Era innamorato di una ragazza romana tossicodipendente”, identikit che corrisponde con quello di Pamela. Ma la famiglia Mastropietro ha smentito categoricamente e anche se fosse stato non può giustificare certo la reazione di Traini.
La mamma di Pamela ha dichiarato alla stampa, affidando le sue parole all’avvocato di famiglia: “la violenza non può essere la risposta alla tragedia che ci ha colpiti. Ci sono le aule di giustizia per assicurare i responsabili di questo brutale omicidio” aggiungendo che “decisivo può essere il ruolo della politica in tema di accoglienza e di integrazione di migranti”.
L’avvocato della famiglia Mastropietro è Marco Valerio Verni, anche zio di Pamela che, ai microfoni di Rainew24 ha lanciato un appello: “Io e tutta la mia famiglia invitiamo la comunità maceratese, ma anche a livello nazionale, ad abbassare i toni. Non si può rispondere ad un atto di barbarie con altrettanta barbarie. Noi siamo uno stato di diritto e la giustizia deve prevalere nelle aule appositamente predisposte. Certamente la giustizia mai come in questo momento è chiamata a fare il proprio dovere . C’è esasperazione a Macerata ma questo non giustifica in alcun modo questo gesto da cui noi prendiamo le distanze” .