Domani sit-in contro la visita di Erdogan nella capitale, mentre l’offensiva militare turca nell’enclave di Afrin entra nella terza settimana. Centinaia le vittime civili
di Marina Zenobio
Per domani mattina, in occasione della visita a Roma di Erdogan – il despota turco le cui mani sono sporche del sangue di migliaia di kurdi e kurde, e famigerato per le violazioni dei diritti umani anche interne al suo stesso paese- la Rete Kurdistan Roma ha organizzato un sit-in di protesta presso i Giardini di Castel Sant’Angelo, dalle 11 alle 14.
Oltre al papa, l’agenda di Erdogan prevede anche l’incontro con il presidente Mattarella e il primo ministro Gentiloni, incontri che avverranno protetto da un imponente dispositivo militare con 3500 unità, tra polizia e carabinieri, e il centro storico di Roma per buona parte chiuso in una estesa “green Zone” per impedire qualsiasi forma di dissenso.
Ufficialmente il motivo di questa visita romana è “lo spostamento in Israele dell’ambasciata Usa a Gerusalemme” che ha visto la condanna dell’ONU con il voto anche di Italia e Turchia, ma si può immaginare che ben altri interessi e rapporti economici in corso tra Italia e Turchia muovono questi incontri.
Incontri che avvengono mentre l’offensiva lanciata da Ankara nel nord-ovest della Siria (enclave di Afrin) contro le forze kurdo-siriane dello Ypg, che nelle intenzione di Erdogan doveva essere una offensiva lampo, sta entrando nella sua terza settimana al prezzo, secondo fonti kurde, di centinaia di vittime civili.
L’auspicio è che l’offensiva contro Afrin, definita “Ramo d’ulivo”, e le violazioni dei diritti umani in Turchia entrino a far parte dei colloqui ad alto livello a Roma.
Solo nelle ultime ventiquattr’ore decine di persone sono state arrestate in Turchia per aver inscenato dei pacifici sit-in di protesa contro l’offensiva ad Afrin. Contro la campagna militare “Ramo d’ulivo” avevano espresso preoccupazioni le istituzioni europee, ma anche governi come quelli di Londra, Vienna e Berlino. Mente si va inasprendo in queste ore la tensione fra Ankara e Parigi dopo che il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che “ c’è il rischio che la campagna lanciata dalla Turchia in Siria potrebbe trasformarsi in una occupazione”. Il silenzio ha invece caratterizzato il governo del nostro paese.
Vedremo cosa accadrà ora a Roma, vedremo se la visita di Erdogan – il leader che pretende di entrare in Europa e che aspira ad essere considerato come un protagonista, un playmaker di tutte le crisi che riguardano il Medioriente – sarà una occasione per conoscere qual è il pensiero del governo italiano che finora, sull’operazione anti-kurda “Ramo d’ulivo”, non ha detto una parola.
“Sembra incredibile che nessuno abbia messo in discussione questo incontro – si legge nella convocazione al sit-in della Rete Kurdistan Roma -, nemmeno papa Francesco cosi spesso preoccupato, a parole, della pace e della giustizia nel mondo. Che non ci sia una critica sui media sull’opportunità di questa visita, e nei confronti del capo di stato Mattarella più volte dichiaratosi antifascista, che contro il governo dimissionario volto a legittimare di fatto una visita di stato a un criminale di guerra, addirittura perdurante un genocidio, Che non ci sia una ferma presa di posizione di nessun partito politico, troppo impegnati con la campagna elettorale.”
L’appuntamento è per domani, lunedì 5 febbraio dalle ore 11 alle ore 14, presso i Giardini Castel Sant’Angelo, lato via Triboniano.