Macerata, l’autocritica di un dirigente Arci dopo lo sfilamento dalla manifestazione antifascista in una lettera aperta ai compagni di strada
da Genova, Stefano Kovac
Mettiamo subito in chiaro una cosa sulla manifestazione di Macerata abbiamo fatto una cazzata, grossa. E mettiamone in chiaro un altra ce ne dobbiamo assumere la responsabilità, tutti, anche chi come chi scrive, con la scelta di non partecipare alla manifestazione non era d’accordo e lo ha detto nei luoghi deputati e pubblicamente.
Ora pero a tutti i compagni e le compagne che ci accusano di ogni malefatta, di intelligenza col nemico, di pavidità voglio chiedere: “ma davvero? Davvero pensate le cose che scrivete?” Nella nostra storia abbiamo sempre deciso di occupare un posto difficile, abbiamo scelto di essere sul confine fra formalità ed informalità, di essere una organizzazione nazionale grande e strutturata che dialoga con forze formali e strutturate ma ance con forze piu informali, liquide; di essere nei movimenti e coi movimenti. Abbiamo vissuto sul confine, abbiamo abitato le contraddizioni.
Non è facile essere “istituzionali” e criticare, anche radicalmente, le politiche dei governi sui diritti, sulla guerra, sull’immigrazione, sulla globalizzazione come abbiamo fatto regolarmente in questi anni. Non è facile essere in piazza coi movimenti e non perdere i contatti con i circoli più tradizionali. Ci abbiamo provato ed in larga parte ci siamo riusciti. In queste difficoltà a volte si sbaglia. Ma guardate compagne e compagni buttarci addosso la croce (e buttarla addosso ad anpi, libera, cgil) non risolverà alcuna delle contraddizioni della sinistra che ci affliggono in questo periodo difficile. Non sarà cercare qualcuno a cui dare le colpe che ci salverà, né che sconfiggerà il razzismo ed il fascismo che monta ogni giorno di più. E’ solo accettando le diversità, le pluralità di posizioni, solo vivendo i conflitti ed abitando le contraddizioni riusciremo ad uscirne assieme piu forti.
Con affetto
*dirigente Arci
Non faccio la tessera Anpi e Arci da alcuni anni,non stò a spiegarne i motivi perchè sarebbe troppo lunga,la “cazzata”di cui si assume la colpa il dirigente Arci è la riprova che la mia scelta è stata giusta.Anpi,Arci,Cgil dovrebbero fare pace con se stesse e capire una volta per tutte che schierarsi contro il fascismo dilagante è la priorità.Tutte le forme di fascismo che stanno sbucando dalle fogne vanno cambattute in piazza non nelle stanze segrete delle organizzazioni.
passi per la “cazzata” (ma c’è stata una presa di posizione ufficiale in merito della segreteria nazionale).
a me quello che preoccupa è che in alcuni posti (Umbria) l’ARCI si è buttata in pieno nel business dell'”accoglienza” dei rifugiati e richiedenti asilo. Non credo che debba essere il suo ruolo, il suo ruolo deve essere di controllo di questo mondo e di arricchimento socioculturale nei percorsi di accoglienza einserimento….