Pavia, il movimento risponde ai raid squadristi. (Z)ZeroCalcare partecipa con un disegno dedicato agli antifascisti
«Grazie a (Z)ZeroCalcare per aver trovato il tempo per esprimere con questo disegno la sua solidarietà!», scrive il Movimento di Pavia.
«Questo sarà l’adesivo che tutte e tutti potremo utilizzare da mercoledì: ore 19 presso la nostra sede di viale Indipendenza 42 a Pavia. Per chi è di fuori Pavia provvederemo a fare delle spedizioni (da mercoledì avremo nuove info)».
Domani sera, dunque, l’iniziativa di distribuzione degli adesivi dopo che ignoti fascisti hanno attaccato sulle case di decine di antifascisti pavesi, tra cui un’attivista di Movimento, adesivi recanti la dicitura “qui abita un antifascista” e il simbolo antifa barrato.
«Il tentativo di intimidirci non è riuscito, per questo intendiamo rilanciare con una campagna nella quale distribuiremo un adesivo di orgoglio antifascista, da attaccare fuori dalle nostre case. Non abbiamo paura delle vostre intimidazioni e rivendichiamo con forza il nostro essere antifascisti e antifasciste».
Durante un aperitivo di sostegno aperto a tutta la Pavia antifascista verranno raccolti fondi per le spese legali per gli antifascisti e le antifasciste coinvolti nel processo relativo al corteo antifa del 7 febbraio 2015.
«Noi siamo quelli e quelle che, dopo l’attentato di Macerata e il pestaggio di Pavia ai danni di ragazzi italiani e marocchini, hanno voluto dare una risposta di orgoglio e determinazione con un corteo antifascista militante il 7 febbraio.
Noi siamo quelli e quelle che lottano tutti i giorni al fianco degli sfrattati, dei senza casa, dei disoccupati, di chi non arriva alla fine del mese, dei lavoratori sfruttati, italiani e stranieri, per conquistare casa, diritti, reddito e dignità per tutte e tutti». L’aria della città pavese è irrespirabile anche per i migranti. Risale al 5 febbraio la denuncia di alcuni giovani nordafricani un episodio riferito da cinque giovani nordafricani, che sui social hanno raccontato di essere stati inseguiti e picchiati nel centro storico del capoluogo da una ventina di skinhead, dopo una discussione iniziata in un locale cittadino. L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato 24 e domenica 25. I cinque immigrati raccontano di essere stati inseguiti prima fino al Ponte Coperto, e poi lungo la centrale Strada Nuova. Il pestaggio all’altezza del Teatro Fraschini. «Ho chiesto al mio aggressore di smetterla e lui mi ha risposto “Non possiamo smettere finché voi negri siete qua”, allora ho capito che il loro scopo era picchiarci», ha raccontato Salem Bikarbas. Quando i buttafuori della discoteca hanno allontanato il gruppetto di razzisti – bomber e anfibi e dalle teste rasate – è partita la minaccia di morte contro i “negri” che non dovrebbero comandare”. Poi il pestaggio in 12 contro 5, perfetto stile italico.