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Napoli odia il debito odioso

Perché Napoli scende ancora in piazza contro il debito illegittimo, illegale ed odioso, contro il fiscal compact e le privatizzazioni

da Napoli, Vincenzo Benessere*

Napoli scende ancora in piazza contro il debito illegittimo, illegale ed odioso. L’appuntamento è per sabato 14 aprile ore 9.30 – Largo Enrico Berlinguer, Stazione Metro Toledo per partire in corteo verso Piazza Municipio. “No al debito ingiusto” è una manifestazione promossa da Massa critica, Napoli direzione opposta, Potere al Popolo e Usb.

Bisogna ribadire questo: se il debito è pubblico, pubblicamente vogliamo decidere cosa pagare o meno! Con la solita scusa “i soldi non ci sono” o “dobbiamo risanare il debito” procedono a smantellare i servizi pubblici locali e svendere il patrimonio pubblico regalandoli a privati al fine di fare profitti a scapito dell’intera collettività.

Che cos’è il debito odioso

Il debito odioso, illegale e illegittimo è un debito non contratto nell’interesse della collettività da parte di amministratori pubblici che tutelano gli interessi delle banche e delle lobby locali. Il debito agisce come un boomerang sui Comuni italiani, che più di tutti pagano per questa crisi: se a livello nazionale l’Italia spende ogni anno il 5 % del suo PIL per rimborsare i tassi di interesse sul debito (terza voce di spesa dopo la previdenza sociale e la sanità), la spesa dei Comuni arriva al 12 % delle loro entrate per quelli più grandi, e addirittura al 25 % per quelli più piccoli.

A fronte di questo quadro, riteniamo che, senza un’azione incisiva, a livello locale e nazionale, di contrasto alla trappola del debito e senza una riappropriazione collettiva di quello che a tutti appartiene, a partire dalla ricchezza sociale prodotta, nessun cambiamento in direzione di un altro modello di città, di territorio e di società sia praticabile.

Ci vorrebbe un audit

L’audit è un’indagine indipendente e popolare sul debito, per contrastarne concretamente la legittimità e liberare risorse in direzione del soddisfacimento dei bisogni fondamentali della comunità territoriale (trasporti, politiche sociali e abitative, diritto allo studio ecc.).

Riteniamo necessario istituire una Commissione di audit sul debito del Comune di Napoli. Crediamo indispensabile questo strumento per comprendere la composizione del debito, capire cosa stiamo pagando, e cosa potrebbe essere dichiarato illegittimo, odioso e illegale. La Commissione sarebbe uno strumento nuovo, mai visto in Italia ma che ha precedenti in altri paesi del mondo (Ecuador e Grecia solo per elencarne alcuni): sarebbe un nuovo strumento democratico, una nuova istituzione, che sappia tradurre i difficili bilanci pubblici che risultano sempre più illeggibili e incomprensibili alla collettività (nonostante siano completamente trasparenti e pubblici).

Crediamo che, per quanto riguarda i debiti per il terremoto e per la crisi rifiuti (parliamo 86 milioni di euro per il terremoto dell’80 e di 60 mln per la crisi rifiuti), abbiamo già pagato i costi sociali e politici di chi ha speculato sulla città e sui territori, colpiti da chi storicamente ha costruito la sua carriera politica e affaristica sul terremoto e ha lasciato irrisolta la questione abitativa. Così come abbiamo già pagato, e continuiamo a pagare, i costi ambientali e sanitari della crisi dei rifiuti provocati da chi ha sversato rifiuti illegali sui nostri territori e da chi, all’interno delle istituzioni della Regione, ha lasciato che ciò accadesse.

Occorre aprire immediatamente una discussione sullo stato dei mutui contratti con la cassa depositi e prestiti e sui derivati presenti in bilancio ma secretati da un’assurda legislazione nazionale. E’ necessario costruire una battaglia senza quartiere alla svendita del patrimonio e dei servizi previsti dai bandi regionali che entreranno in vigore dal 2019.

Bisogna conoscere i debitori e creditori del Comune di Napoli, lo stato attuale e la prospettiva dei derivati nonché la composizione dei debiti fuori bilancio affinché non si ripetano le nevralgiche e drammatiche situazioni sul CR8. E’ ora insomma di aprire una larga battaglia contro il debito ingiusto e illegittimo!

Abbiamo proposto questa piattaforma politica di rivendicazioni fin dalla nostra prima partecipazione alla mobilitazione lanciata dal Sindaco il 21 febbraio a Roma e su questa piattaforma baseremo la nostra attività futura interna alla battaglia che da Napoli si vuole lanciare contro il debito illegittimo.

Che cosa chiediamo

Sul piano nazionale con altre reti sociali e movimenti di lotta:

  1. Una campagna per l’abolizione di quella parte dell’art. 81 introdotta nel 2011;
  2. La ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti;
  3. Abolizione del Fiscal Compact;
  4. Sblocco degli avanzi liberi degli Enti Locali che al 31-12-2016, secondo dati dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, assommano ad oltre 5 miliardi di euro e la Campania per l’entità degli avanzi liberi locali è seconda dopo la Lombardia. – Ciò per arrestare la spirale debito-blocco della spesa-politiche recessive.

Sul piano locale:

  1. Uscire dall’emergenza immediata: nessun debito su terremoto e crisi rifiuti può essere addebitata alla Città di Napoli.
  2. Che nel Piano di riequilibrio finanziario (vedi glossario resistente) del Comune di Napoli non si venda il patrimonio immobiliare – è della collettività non di chi amministra – e non si mettano sul mercato i servizi pubblici locali.
  3. Risoluzione della fase attuale di pre-dissesto con lo strumento del sovra-indebitamento e non attraverso il dissesto finanziario né con l’applicazione senza fine dei piani di riequilibrio.
  4. Sblocco dell’avanzo libero della Città Metropolitana oltre i ristretti spazi finanziari assegnati centralisticamente dal Governo nel tetto annuale nazionale all’interno della manovra di bilancio.
  5. Dismissione e annullamento di tutti i contratti di finanza derivata ancora attivi presso il Comune di Napoli

Le politiche che hanno generato tutto questo scenario mondiale hanno dei responsabili: la BCE e il FMI e gli stati neoliberisti. Gli stessi che hanno massacrato (la FED con le dovute eccezioni geografiche) New York nel ’77, Buenos Aires nel 2004, Atene nel 2015 e ora Napoli. Ci stanno bombardando con una strategia precisa e molto feroce, che ha dalla sua parte l’opinione pubblica e che non lascia scampo a contraddittorio perché in tutti noi il neoliberismo è diventata l’unica “ragione del mondo”. Non sappiamo più pensare diversamente, eppur bisogna farlo. Dobbiamo rigettare al mittente il massacro sociale a causa del pareggio di bilancio, dobbiamo essere fermi e rigorosi contro le bombe contabili che svendono il patrimonio, dobbiamo costruire una rete di città contro il debito illegittimo affinché possa tornare centrale una finanza pubblica che non consideri gli Enti locali come clienti di una banca ma istituzioni di prossimità verso gli abitanti, che possano fornire servizi e privilegi sociali, insomma la democrazia stessa. Ed è con la democrazia che bisogna rispondere a questo bombardamento mettendo insieme le città sotto assedio e ribaltando la visione. Il debito deve essere erogato sotto controllo popolare e a vantaggio di diritti e bisogni e non più come strumento di controllo e violenza sugli ultimi.

*Massa critica

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