“Il genere è un insieme di ruoli sociali, una camicia di forza all’interno della quale donne e uomini ballano una danza diseguale”
di Marina Zenobio
Parlando delle differenze tra donne e uomini, e di come a partendo da esse si arriva alle origini della violenza, è necessario affrontare due concetti che spesso vengono confusi: il sesso e il genere o gender.
Anche se in molte occasioni questi due termini siano usati come sinonimi, il concetto di sesso si riferisce alle differenze e alle caratteristiche biologiche, anatomiche, fisiologiche e cromosomiche che definiscono gli essere umani come uomini o donne. Si tratta di caratteristiche universali con cui si nasce. Per genere s’intende invece l’insieme di idee, comportamenti e attributi che una determinata società considera appropriati per ogni sesso. Al contrario del sesso, il genere s’impara, può essere insegnato e manipolato.
Possiamo dire, usando le parole di Victoria Sau (psicologa e scrittrice femminista, Barcellona 1930-2013), che il genere è la costruzione psicosociale del sesso.
Nonostante che biologicamente le differenze tra donne e uomini si concentrino principalmente negli organi riproduttivi, è un errore comune pensare che donne e uomini abbiamo attitudini differenti – emotive, affettive, intellettuali – in base al sesso.
E’ da qui che nascono i concetti di mascolinità e femminilità che determinano le funzioni, le opportunità, il valore e le relazioni tra donne e uomini. Alcuni esempi di tale costruzione sociale è pensare che le donne sono passive, servili, sensibili e gentili, mentre gli uomini sono attivi, forti, leader e conquistatori.
Lo stesso paradigma è la ragione per cui tradizionalmente agli uomini sono stati assegnati ruoli di politici, meccanici, capi ecc., ossia il ruolo produttivo; alle donne invece il ruolo di donna di casa, maestra, infermiera ecc., ossia il ruolo riproduttivo.
Questi ruoli di genere, o condotte stereotipate, molte volte sono rafforzate dai media, dalla pubblicità, dalla scuola, e anche all’interno delle stesse famiglie, generando alla lunga attitudini violente da parte degli uomini che, nel loro ruolo di “sesso forte” assumono tali comportamenti come qualcosa di normale e socialmente accettato all’interno della cultura patriarcale.
Tale sistema di credenza, che definiscono le caratteristiche e i comportamenti che ogni società assegna come proprie e naturali per ogni sesso, ha portato alla creazione di un sistema gerarchico che giustifica la discriminazione e promuove la disuguaglianza tra donne e uomini.
Di conseguenza, quando una donna si ribella agli stereotipi di genere, quando difende i suoi interessi, esprime le sue ambizioni, chiede una giusta retribuzione economica per il suo lavoro, desidera tempo e piaceri per sé stessa, entra in conflitto con “la società” perché non corrisponde più al ruolo che la cultura di quella data società da lei si aspetta e le impone.
Perché è importante conoscere le differenze tra sesso e genere
Sebbene la violenza contro le donne sia un fenomeno multi-causale, una delle sue radici principale risiede proprio nei disequilibri storici e strutturali tra donne e uomini che trovano massima espressione negli stereotipi di genere, così come l’iniquità e la discriminazione che ne conseguono.
Tali iniquità possono aumentare i rischi che le donne e le bambine siano vittime di abusi, relazioni violente, sfruttamento dovuto dalla dipendenza economica, distinte opportunità, divario salariale e delle dinamiche di potere e subordinazione che ancora prevalgono in molte relazioni di coppia.
Per questo oggi più che mai è necessario e urgente combattere e sconfiggere gli stereotipi di genere, mettere in discussioni i ruoli imposti alle donne e agli uomini, così come è importante sconfiggere le norme sociali che favoriscono la violenza maschile contro il genere femminile.
Conoscere le differenze tra sesso e genere, comprendere che donne e uomini hanno diritto alle stesse opportunità, al di là della biologia, è elemento chiave per prevenire e sradicare la violenza contro le donne.
Gerda Lerner, nel suo The Creation of Patriarchy (Oxford University Press, 1986), riporta una definizione molto interessante: “Il genere è un insieme di ruoli sociali, un travestimento, una maschera, una camicia di forza all’interno della quale donne e uomini ballano una danza diseguale”.