Xylella nel Salento, gli ambientalisti spiegano i rischi di un congelamento per 24 mesi dell’obbligo del patentino per usare pesticidi
di Francesco Ruggeri
Pesticidi senza patentino, olivicoltori contro ambiente e abitanti: proposta scellerata e pericolosa, dicono dal Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio di Cisternino e l’Associazione “Terra libera dai veleni”, dopo aver letto sulla stampa locale di una proposta del legale dell’associazione degli olivicoltori salentini, con riferimento alla Xylella. “Congelare” per 24 mesi l’obbligo del “Patentino” per l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari, sarebbe un atto contrario alla legge, ovvero al decreto legislativo n. 150/2012 e alla direttiva 2009/128/CE del Parlamento e del Consiglio europeo (in recepimento della quale è stato emanato su proposta del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministero dell’ambiente, di concerto anche con il Ministero della salute, il Ministero della giustizia e il Ministero del turismo). L’obbligo del patentino scaturisce dalla necessità – nonché dall’obbligo imposto in tutta l’Unione Europea – di un uso corretto dei fitofarmaci e dei dispositivi di protezione individuali (DPI), a salvaguardia della salute
degli agricoltori e dei consumatori, oltre che dell’ambiente. Per adoprare fitorfarmaci è necessaria una preparazione professionale adeguata che si ottiene, appunto, con la frequenza di corsi specifici per il patentino. Oltre a procurare danni agroambientali certi, che si ripercuoterebbero sull’intero ecosistema della Valle d’Itria, vi sarebbero danni alla salute di chi lavora nei campi.
Fra le sostanze che sarebbero “liberalizzate” vi sarebbe anche l’insetticida imidacloprid che è un neonicotinoide altamente neurotossico per uomini e animali, soggetto a forti restrizioni d’uso da parte della UE sin dal 2013. Ma l’ imidacloprid è indicato, insieme ad altri inspiegabilmente, nel decreto Martina del 6 aprile 2018. Per questo i comitati chiedono ai Sindaci – in qualità di responsabili della tutela della salute pubblica – di impugnare quel decreto e di interessare gli organi competenti – ASL, ARPA, Carabinieri e Polizia Municipale – per intensificare i controlli sull’utilizzo dei fitofarmaci. ”