“Operazione Rügen” contro Guernica, un esperimento di guerra. Una storia che si ripete
di Marina Zenobio
Sono passati 81 anni da quel terribile lunedì 26 aprile del 1937, quando la Legione Condor della Germania nazista e l’Aviazione Legionaria italiana bombardarono Guernica e il suo popolo. [Nella foto di apertura i trimotori italiani S.M. 81 Savoia-Marchetti, del 21° stormo da bombardamento pesante dell’Aviazione Legionaria, sganciano bombe su Guernica].
L’attacco aereo sulla città spagnola rientrava nell’ Operazione Rügen in appoggio alle bande fasciste che combattevano contro il governo democratico e costituzionale della Seconda Repubblica di Spagna. L’impatto internazionale successivo al bombardamento fu enorme, il massacro di Guernica è da sempre considerato una icona antifascista che ispirò anche l’opera di Pablo Picasso.
Un lunedì di mercato
Era un lunedì di mercato nella città basca e il bombardamento provocò migliaia di morti tra gli abitanti, tantissimi i feriti di cui molti rimasti invalidi. Oltre ai suoi abitanti, Guernica ospitava anche un gran numero di truppe che si ritiravano per preparare la difesa di Bilbao (siamo in piena Guerra Civile Spagnola), e molti rifugiati che sfuggivano all’avanza delle truppe fasciste di Francisco Franco.
Un esperimento di guerra
Il bombardamento su Guernica fu un atto di terrorismo contro la popolazione ma anche un esperimento di guerra. Il suo scopo era sì quello di sferrare un colpo mortale alla lotta nei Paesi Baschi contro il franchismo ma, allo stesso tempo, il comando tedesco, nella persona del colonnello Wolfram von Richthofen, sperimentò un nuovo modello, o strategia di bombardamento, che consisteva nel bloccare le vittime all’interno di un anello di fuoco generato da grandi bombe esplosive e potenti bombe incendiarie. Oltre a morti e feriti, il bombardamento distrusse il 70 per cento degli edifici causato dagli incendi che per due giorni devastò la città.
Guernica non fu l’unico esperimento della Legione Condor in generale o di von Richthofen in particolare, infatti durante la Campagna di Polonia nel 1939, sempre nel corso di un altro esperimento di guerra, la Luftwaffe ridusse in cenere la città mercato di Frampol.
Von Richthofen: «Un totale successo delle nostre bombe»
Wolfram von Richthofen, capo di stato maggiore della Legione Condor, il giorno dopo il bombardamento su Guernica scriveva al comando tedesco: «La città è stata totalmente devastata […] le bombe da 250 chili hanno abbattuto un buon numero di case e distrutto le tubature. Le bombe incendiarie hanno ancora tempo per mostrare la loro efficacia. Le case avevano tetti in tegole o legno o di entrambi i materiali, per cui sono state completamente annientate […] I crateri provocati dalle bombe sono incredibili […] Posso dire che è un completo successo tecnico della nostre bombe».
La mattanza di Guernica, avvenuta due anni prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale da parte di Hitler e Mussolini in appoggio a Francisco Franco, rappresentò una dimostrazione dell’orrore che poco tempo dopo i nazifascisti avrebbero seminato per tutta Europa.
E all’orrore di allora si sommano orrori più attuali, i bombardamenti israeliani contro i palestinesi a Gaza, il sangue che si sta versando in Siria, le bombe “intelligenti” made in USA, i raid contro la popolazione kurda da parte dell’aviazione turca, solo per ricordare alcune storie a noi temporalmente più recenti. La storia si ripete, in tutta la sua drammatica crudeltà.