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Arriva il nuovo Linus, diretto da Igort

Nuova vita per Linus, la storica rivista di fumetti fondata cinquantatre anni fa da Gandini, Del Buono, Eco e Vittorini. Direttore Igort, copertina di Spiegelman

di Checchino Antonini

Art Spiegelman, quello di Maus firma la copertina del nuovo numero di Linus. «Ehi che cos’è questa puzza schifosa?», chiede un tizio a un altro. «È… È il nostro presidente!» risponde l’altro indicando uno sterco su cui svolazzano alcune mosche. Per Ivan Carozzi quello di aprile «si rivela uno dei nostri migliori numeri, una specie di autobiografia, anche se il più crudele dei numeri». Perché Carozzi, scrittore e autore televisivo, è caporedattore uscente di Linus. Da domani, 3 maggio, sarà in edicola la nuova serie della storica rivista di “fumetti e altro”, classe ’65, fondata, tra gli altri da Eco, Del Buono, Vittorini e Giovanni Gandini, diretta da Igort, fumettista cagliaritano, al secolo Igor Tuveri. Succede a Pietro Galeotti che, per approdare a Linus, ha sospeso un ultradecennale fiancheggiamento di Fabio Fazio.

IGORT

«Pensando al motto ‘linus ritorna bambino’, abbiamo lavorato con la nuova redazione per recuperare lo spirito originario della più antica antologia di strip del mondo. Sul nuovo linus saranno ospitati grandi fumetti di livello internazionale, da Spiegelman a Bodé, da Seth a Calvin & Hobbes, nella tradizione delle strip, ma anche racconti originali dei grandi maestri del graphic novel», ha spiegato Igort, il nuovo direttore editoriale al lancio della storica rivista edita da La nave di Teseo – Baldini+Castoldi. Linus è stata avvistata in anteprima al Comicon a Napoli e ci sarà poi una presentazione al Salone del Libro di Torino dal 13 maggio. «Per la prima volta in Europa e nella storia di linus – prosegue Igort – sarà pubblicato il lavoro di Yoshiharu Tsuge, Nejishiki, un manga che ha rivoluzionato la storia del fumetto. Altro motivo d’orgoglio è la presenza dell’inserto femminista anti Trump Resist!, a cura di Francoise Mouly e Nadja Spiegelman, che ha anticipato il movimento Me Too. E poi l’originale abbecedario di Houellebecq, i padri del fumetto come Feininger, fino agli autori italiani più importanti come Davide Toffolo».

«’linus ritorna bambino’ – spiega il direttore responsabile Elisabetta Sgarbi – è una constatazione e insieme un invito che abbiamo scelto per connotare questo nuovo inizio. Un inizio nel solco di una tradizione bella che ha tra i suoi alfieri anche Umberto Eco, fondatore della Nave di Teseo. Il nuovo direttore, Igort e La Nave di Teseo tutta lavoreranno con energia e entusiasmo per rendere linus una rivista aperta a nuovi linguaggi, intelligente, ironica e capace di interpretare il mondo. E non a caso il tono di questo nuovo inizio è segnato da un autore come Michel Houellebecq, scrittore che, come pochi, è in grado di anticipare dove il mondo sta andando».

La copertina del nuovo corso è un’opera inedita di Art Spiegelman, l’autore dell’immortale Maus. La parte letteraria del nuovo numero è affidata alla penna di Michel Houellebecq, con un originale abbecedario inedito, mentre il ritratto dell’autore francese che accompagna l’articolo è di uno dei maestri del fumetto italiano, Giorgio Carpinteri. A seguire il sociologo Sergio Brancato racconta con un taglio innovativo il ritorno della fantascienza filosofica come chiave d’interpretazione del presente, indagandone l’immaginario dalla letteratura alle serie tv.

Ma il ritorno alle origini non poteva non rendere omaggio agli amati Peanuts, a cominciare dalla riproposizione della primissima striscia pubblicata nel 1950, per ritrovare il mondo geniale e rivoluzionario di Charles M. Schulz. Un altro gioiello di questo nuovo numero è rappresento dalla pubblicazione in esclusiva mondiale, per la prima volta su una rivista, del capolavoro del Salinger del fumetto: Nejishiki di Tsuge Yoshiharu, un’opera visionaria che ha rivoluzionato il fumetto giapponese. Questo sarà inoltre anche il primo manga in assoluto ad essere ospitato sulle pagine di linus.

 

2 COMMENTS

  1. L’edicolante lo ha messo nelle mie mani. Una creatura ignota di fattezza cartacea era li e mi proponeva di portala via, sfogliandola ho esitato, lo avrei gia’ immediatamente restituito ma 30 anni di abitudine non si gettano così. Pagato (con non sorpresa maggiorazione ma il nuovo implica pur sempre uno scotto da pagare e poi c’è la crisi della cellulosa, il riciclato italico di cattiva qualità, e poi … ) a casa la creatura e’ stata sottoposta a rigoroso esame autoptico e confronto col passato. Non va. Linus è morto ma non riesco a gridare “viva Linus” mancano i fondamentali eccezion fatta per la riesumazione di vecchie strisce giusto per dire siamo, o meglio saremmo ancora quelli. Il fatto è che non lo siete affatto. Citare le assenze sarebbe facile ma il grande assente non è il personaggio smarrito (… “non seguitemi mi sono perso anch’io”) ma le idee. L’intervento (gli interventi) intelligenti sul momento attauale, e si che di econo-politica si potrebbe parlare affondando nella melma Usa e nel fango Italia. Un silenzio che opprime. Narrativa fantascientifica, Feininger, trafiletto sul cinema coreano, le voci delle donne due misere paginette a righe larghe sospettamente larghe al servizio del riempimento editoriale. Mi fermo qui, sono triste per la scomparsa di un amico, piango dentro ma la vita mi chiama. Vado per non tornare. Chiederò all’amico giornalaio di poterlo sfogliare a scrocco per coglierne spero mutamenti. Tiziano (59 anni e con orgoglio Linusiano da prima ancora del formato pocket … ve lo ricordate?)

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