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40 anni di aborto legale, ma le donne devono ancora combattere

Non Una Di Meno in piazza per i 40 anni della Legge sull’aborto, una legge disattesa che non rispetta la libertà di scelte delle donne

di Marina Zenobio

Il 22 maggio del 1978 fu approvata la Legge n. 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza che ha decriminalizzato e disciplinato le modalità di accesso all’aborto. Una vittoria dopo molti anni di lotta in particolare dell’allora Movimento di liberazione della donna, delle tante realtà femminili e femministe, e del Partito radicale.

L’interruzione volontaria di gravidanza era, prima del 1978 e in qualsiasi sua forma, considerato dal codice penale italiano un reato. In particolare nel suo art. 546 secondo cui la donna che ricorreva all’aborto era punita con la reclusione da 2 a 5 anni, la stessa pena spettava anche a chi glielo procurava; eppoi nel suo art. 547, secondo il quale procurarsi l’aborto da sola era punito con la reclusione da 1 a 4 anni. Da cui le molti morti di donne che non chiedevano aiuto agli ospedali dopo essersi procurate un aborto andato male.

A distanza di quarant’anni, anche se le donne non rischiano più il carcere, la corretta applicazione della Legge 194 è messa quotidianamente a rischio dall’art. 9 della stessa legge che prevede l’obiezione di coscienza da parte di medici e paramedici che complessivamente, in Italia, superano il 90%. Al punto che persino il Consiglio d’Europa ha riconosciuto e ripreso l’Italia per violazione dei diritti umani delle donne che intendono interrompere una gravidanza.

Per esigere quindi la corretta applicazione della Legge 194, e non solo, il movimento Non Una Di Meno tornerà in piazza per il quarantennale. Non solo perché vogliono andare oltre, vogliono metodi di contraccezione gratuita per evitare gravidanze indesiderate e, soprattutto, la libertà di scelta sui corpi delle donne. In particolare denunciano la responsabilità di Stato e Regioni rispetto alla continua violazione del diritto alla salute riproduttive “Anche questa è violenza di genere”, scrive Non Una Di Meno nella convocazione-appello nazionale puntando il dito sul numero dei medici obiettori “che ha raggiunto una media del 70% con punte del 90 in alcune regioni. Il movimento denuncia anche che, su 654 strutture dotate di reparti di ostetricia e ginecologia, soltanto 390 effettuano interruzioni di gravidanza, di conseguenza l’interruzione volontaria in Italia “è sempre più un percorso ad ostacoli”.

Gli appuntamenti finora resi pubblici:

ALESSANDRIA : il 26 maggio dalle 11 alle 17, “194 volte libere di scegliere” ai Giardini della Stazione

BARI : 22 maggio presso l’Officina degli Esordi ore 18 proiezione del doc audiovisivo “La rabbia in corpo: storie di aborto e di potere”. Dalle 19,30 incontro pubblico “Oltre la 194”

CAGLIARI  : 22 maggio ore 18,30 via Falzarego 35 serata di denuncia e festa

BOLOGNA : 26 maggio corteo cittadino

NAPOLI il 19 maggio ore 10 seminario presso l’ex Chiesa della Purità (Auditorium); il 26 maggio ore 17 presidio femminista nei pressi di un ospedale cittadino (info a breve)

MILANO : 26 maggio al Parco della Guastalla una giornata di incontri per parlare di aborto, sessualità, prevenzione, di piacere, di corpi e desideri, di libertà e di responsabilità, di cosa vuol dire scegliere la vita.

PADOVA: 22 maggio corteo cittadino

ROMA : Il 22 maggio, anniversario dell’approvazione della Legge 194, una giornata di azioni territoriali nella città. Il pomeriggio del 26 maggio corteo cittadino con partenza da Piazza dell’Equilino.

TORINO : il 27 maggio dalle ore 10 alle 18 in Piazza Castello con banchetti informativi, laboratori, mostre, performance artistiche, chiacchiere e molto altro.

Ma in tantissime altre città si stanno organizzando eventi. Per saperne di più vai sul sito di Non Una Di Meno

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