Aquarius, a bordo serve assistenza medica anche se non ci sono persone in gravi condizioni. Sanchez annuncia la volontà del suo Paese di accogliere i migranti
“Di acqua ne abbiamo a sufficienza, ma verso sera il cibo finirà. Noi abbiamo scorte di cibo energetico per uno, due giorni di viaggio”. Alessandro Porro è un membro del team ricerca e soccorso dell’Aquarius, la nave affittata dalla ong Sos Méditerranée per i soccorsi in mare bloccata nel Mediterraneo da domenica, da quando cioè il neoministro Salvini ha deciso di non permetterle di attraccare in Italia. “Siamo a 27 miglia Nord Est da Malta e a 35 a Sud Ovest dalla Sicilia. Siamo fermi, aspettiamo di ricevere una comunicazione. Siamo come un’ambulanza del 118 bloccata in tangenziale, in attesa di capire in che ospedale andare”. Sono 629 le persone a bordo, oltre 100 i minori non accompagnati, 88 le donne, di cui 7 incinte: “La situazione a bordo per ora è tranquilla, ma cominciano a chiederci perché non ci muoviamo. Sanno che non li riporteremo in Libia, e per ora questo basta loro”. Sull’Aquarius non si registrano casi medici che richiedano cure immediate, ma in molti avrebbero bisogno di assistenza: “Ci sono persone con ustioni da carburante, ci sono molti casi di spossatezza e affaticamento. Si consideri che 50 persone le abbiamo tratte in salvo mentre, praticamente, stavano annegando: sono traumatizzate”.
La Spagna si candida a ospitare i migranti.Nel frattempo Pedro Sanchez, presidente del Governo spagnolo, ha dato istruzioni perché la Spagna permetta l’approdo della nave Aquarius nel porto di Valencia “per ragioni umanitarie”: lo ha assicurato il primo ministro, in un comunicato diffuso oggi a Madrid. Il porto deputato ad accogliere la Aquarius è quello di Valencia.
E il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando ad Accumoli, ha così reagito: “Avevamo chiesto un gesto solidarietà da parte della Ue, di farsi carico dell’emergenza immigrazione e non lasciarci soli come fatto in questi anni. Il gesto va in questa direzione, non posso non ringraziare le autorità spagnole per aver accolto il nostro invito, e ringrazio i ministri Toninelli e Salvini”.La testimonianza. Tutto è cominciato sabato notte, quando l’Aquarius ha soccorso due gommoni, di cui uno parzialmente ribaltato: “Circa a mezzanotte un elicottero della Marina ci ha aiutato illuminando il campo d’azione. Abbiamo soccorso 229 persone, altre 400 sono state salvate e poi portate sulla nostra nave da 3 gommoni della Guardia Costiera e una nave della Marina italiana”. Poi l’Mrcc di Roma (Maritime rescue coordination centre, il coordinamento dei soccorsi, ndr) ha contattato Aquarius dicende che avrebbe potuto attraccare a Trapano o a Messina, senza però mandare alcuna comunicazione scritta. “Per questioni logistiche abbiamo optato per Messina e abbiamo cominciato a muoverci. Nel pomeriggio abbiamo letto sulla stampa le dichiarazioni di Matteo Salvini: l’Mrcc ci ha ricontattato e ci ha detto di fermarci. Sappiamo che si è messa in contatto con l’omologa maltese, ma da qual momento si sono interrotte le comunicazioni”.
“Cosa ho pensato quando ho letto le dichiarazioni di Salvini? Stupore, direi. Ma non abbiamo tempo di riflettere sulle parole. Dobbiamo concentrarsi sulla necessità di portare a termine il nostro soccorso il prima possibile: non siamo attrezzati per restare in mare. Non sappiamo cosa succederà: questa situazione va oltre la nostra esperienza”. (Ambra Notari)
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