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Eleonora Forenza in alto mare per cambiare Dublino

Quattro parlamentari europei a bordo della nave Astral di Open Arms verso zona SAR: Forenza (Gue): «Modificare il regolamento di Dublino è doveroso» 
Proprio nei giorni in cui il Consiglio europeo discute di accoglienza e frontiere, quattro europarlamentari si sono imbarcati sull’Astral per raggiungere la zona Sar (Search And Rescue), zone di competenza nelle quali un paese è tenuto a fornire operatività per operazioni di salvataggio in mare e «denunciare le morti in mare e la situazione delle ONG dopo la chiusura dei porti». 
E’ partita, infatti, la notte del 27 giugno, a largo di Malta, la nave Astral  della Ong spagnola Proactiva Open Arms con a bordo gli europarlamentari Eleonora Forenza (Italia – GUE/NGL), Miguel Urbán (Spagna, GUE/NGL) Ana Miranda (Spagna- Verdi),  Javi López (Spagna, Socialisti e Democratici). La missione di osservazione, condotta dall’equipaggio di Open Arms, ha l’obiettivo di portare gli europarlamentari in zona SAR in modo da conoscere la realtà che l’equipaggio affronta quotidianamente salvando vite umane.
«Pensiamo sia doveroso e opportuno recarsi in zona SAR – spiega a Popoff, Eleonora Forenza – in primo luogo per ribadire che esiste una proposta del Parlamento Europeo, approvata da una larga maggioranza, per  modificare il regolamento di Dublino. Una proposta che il Consiglio Europeo, composto dai governi degli stati membri, si ostina ad ignorare, ma che noi riteniamo importante per due motivi. Il primo è che supera la logica del paese del primo accesso all’UE e stabilisce un sistema di re-location in tutti gli Stati membri in base al PIL e alla popolazione di ognuno. Il secondo motivo è che il problema non è soltanto il regolamento di Dublino, la cui modifica è certamente essenziale, ma è soprattutto la politica complessiva dell’UE al riguardo. Da una parte il respingimento e la torsione securitaria, fatta di esperienze come Frontex e di trasformazione del Mediterraneo in un cimitero dopo secoli di guerre e sfruttamento coloniale. Dall’altra la politica di guerra contro le ONG, che invece compiono quello che sarebbe un dovere dell’UE anche secondo il diritto del mare: ricercare e soccorrere i naufraghi, portandoli nel porto più vicino nel minor tempo possibile.” Gli europarlamentari arriveranno nella zona SAR la notte del 28 giugno e rimarranno in osservazione per tre giorni, facendo ritorno domenica 1 luglio. “Gravissime le parole del Presidente del Parlamento Europeo Tajani, che vorrebbe esportare il modello turco (6 miliardi di euro dati al sultano Erdogan) alla Libia, una proposta che il governo italiano vuole sponsorizzare, ma che è contraria alle regole del diritto internazionale. Speriamo che il Consiglio non dia dell’UE un’immagine ancora peggiore di quella che è già rappresentata».
«Ieri sera sono salito sulla nave Astral di Open Arms – dice anche Miguel Urban, di Podemos per una missione di osservazione e denuncia della situazione nel Mediterraneo. La chiusura dei porti da parte del governo italiano e le politiche di frontiera dell’unione europea condannano quotidianamente centinaia di persone. Non possiamo semplicemente non vederlo».

Secondo fonti di Podemos, si tratta di una missione di «monitoraggio dei diritti umani», che ha intenzione di rimanere per quattro giorni nella zona SAR nell’area del Mediterraneo centrale «per denunciare la criminalizzazione e la persecuzione delle ONG di salvataggio». Dopo aver raggiunto la zona Sar, i deputati a bordo dell’Astral incontreranno l’altra nave della ONG catalana che pattuglia da domenica scorsa le acque internazionali per soccorrere le imbarcazioni a rischio al largo della costa libica.

L’equipaggio di Open Arms ha chiesto ai propri compagni dell’Astral la fornitura di cibo alla nave che è stata nell’area di salvataggio per cinque giorni. Domenica scorsa l’organizzazione catalana ha affrontato le difficoltà imposte da Malta all’inizio della sua missione di salvataggio, impedendole di fare rifornimento nel suo porto, il che ha complicato il trasferimento delle forniture all’assetto di Open Arms. Data questa situazione, il ritorno a Malta per cibo o benzina non sembra un’opzione praticabile, dopo che il governo maltese ha anche impedito l’accesso alla nave umanitaria Aquarius.

Al ritorno dalla missione, gli euro deputati e Open Arms convocheranno una conferenza stampa nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo per valutare l’esperienza e rivendicare una svolta radicale nelle politiche dell’Unione nella gestione delle frontiere.  Urban sostiene che è necessario «concentrarsi sulle atrocità che si verificano in Libia» e  sul «piano per esternalizzare le frontiere e sulla linea di deresponsabilizzazione che l’Ue europea sta seguendo».

Lo stesso giorno in cui esordirà il premier Pedro Sanchez ad un summit europeo, Podemos, dal ponte dell’Austral, chiede una rottura netta con l’attuale strategia comunitaria in materia di immigrazione. «Ha l’opportunità e la responsabilità di chiedere una svolta di 180 gradi nell’attuale politica di frontiera dell’UE e di modificare un sistema di asilo ingiusto che viola i diritti umani dei rifugiati – ha spiegato Urbán – dobbiamo scommettere su rotte sicure e un meccanismo vincolante per garantire che tutti i paesi dell’UE accolgano la loro giusta quota di persone in fuga da violenze e persecuzioni».

Dopo il ricevimento dei 630 persone soccorse dalla Aquarius di due settimane fa, Urban insiste sul fatto che «non dobbiamo accontentarci solo con gesti specifici», ma Sanchez «deve respingere con forza la proposta di ‘piattaforme regionali di sbarco’ o centri di detenzione».

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