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Omicidio Vassallo, indagato un carabiniere

Un brigadiere dei carabinieri indagato per omicidio volontario nelle indagini sull’uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore

Il brigadiere dei carabinieri, oggi in congedo, Lazzaro Cioffi, in carcere da alcuni mesi per presunti rapporti con un boss del narcotraffico in provincia di Napoli, è indagato anche nell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica (Salerno), Angelo Vassallo, avvenuto nel 2010. Per Cioffi l’ipotesi formulata dalla procura di Salerno – come riportano oggi alcuni giornali – è di concorso in omicidio volontario.

Cioffi era stato coinvolto a maggio in una inchiesta della procura partenopea: in servizio a Castello di Cisterna (Napoli), è accusato di partecipazione ad una associazione per delinquere per aver rivelato notizie su indagini e per i suoi rapporti con un boss del narcotraffico attivo nel Napoletano. Poco dopo l’arresto di Cioffi, il pm della Dda di Napoli Mariella Di Mauro, titolare dell’inchiesta sul narcotraffico, e il suo collega della procura di Salerno Marco Colamonici, titolare dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, si incontrarono per uno scambio di informazioni relativo all’acquisizione di elementi utili per le rispettive indagini. Il nome di Cioffi era già spuntato negli atti di indagine svolti sull’omicidio di Vassallo: un testimone riferì della sua presunta presenza nella zona nei giorni dell’omicidio ma tale circostanza non risultò confermata dagli approfondimenti investigativi. Secondo questa pista investigativa – che in assenza di riscontri fu archiviata negli anni scorsi a Salerno – il sindaco sarebbe stato ucciso per il suo impegno nella lotta allo spaccio nel suo territorio e per aver scoperto un giro di droga sulla costa cilentana. Il 14 giugno scorso Cioffi è stato interrogato dal pm Colamonici nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere in relazione all’accusa di concorso in omicidio: si è avvalso della facoltà di non rispondere.

E’ ancora un mistero l’uccisione di Angelo Vassallo ma già dalle ore successive si sono inseguite due domande: aveva denunciato trafficanti di droga locali? Si era opposto alle mire dei clan camorristici sull’ampliamento del porto di Acciaroli?

Già dall’inizio della vicenda, l’ inchiesta si orienta su un traffico di coca che il sindaco aveva intercettato affrontando gli spacciatori aspettando invano che arrivino i carabinieri. Claudio, fratello di Vassallo, denuncerà: «Angelo mi aveva detto che personaggi delle forze dell’ ordine erano in combutta con persone poco raccomandabili». Dopo la deriva della pista droga e una fase di depistaggi (improbabile delitto passionale) con voci infamanti sulla vittima, il procuratore capo di Salerno Franco Roberti, che eredita per competenza l’ inchiesta dai colleghi di Vallo della Lucania, si accorge che la scena del crimine non è stata «adeguatamente preservata». La stampa dell’epoca tirò in ballo un colonnello, comandante del nucleo operativo di Castello di Cisterna in quei giorni in vacanza a Pollica. Scrisse Repubblica: “Il colonnello, subito dopo l’ omicidio, smonta di sua iniziativa tutte le telecamere puntate sul porto. Perché? Il procuratore Roberti lo difende, spiega che con quella decisione il colonnello ha salvato – al contrario – le registrazioni filmate. E poi la procura acquisisce anche una dettagliata “relazione di servizio” di Cagnazzo, praticamente il punto di partenza delle indagini. Gira anche un’ altra voce a Pollica: il paese è stata scelto dal colonnello come “località protetta” per dare riparo ad alcuni pentiti di camorra. Nessuno conferma. Poi qualcuno, ai familiari del sindaco dice: «Cagnazzo è coinvolto nell’ omicidio». Quel qualcuno è un agente immobiliare, Luca Cillo, il figlio di un carabiniere che negli ultimi mesi frequenta spesso Angelo Vassallo. Il colonnello lo aggredisce. L’ agente immobiliare lo denuncia per lesioni, Cillo è indagato per calunnia».

Poi è la volta della pista della “vigilessa killer”, figlia di un generale dei Cc, compagna di un catanese dal passato ambiguo e trapiantato nel sud pontino. Infine quello che fu chiamato “Il carabiniere sordo” che dormiva a pochi metri dal luogo dell’ uccisione di Vassallo, con le finestre aperte le finestre aperte per il caldo, era il 10 settebre 2010, ma dirà di non avere sentito i nove colpi di pistola e di non avere visto nulla nelle tre ore successive i fari ancora accesi dell’auto del sindaco. Due giorni dopo, il carabiniere scomparirà per sempre da Pollica.

Lo chiamavano il sindaco pescatore, per il suo passato e per l’amore per il mare e la terra. Tra le opere il “Museo vivo del mare”, istituito nella frazione di Pioppi, nel castello di Vinciprova.

Ambientalista convinto e dalle ordinanze “singolari”. Nel gennaio 2010 ne firma una che prevede una multa fino a mille euro per chi viene sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Angelo Vassallo è stato sindaco di Pollica, Bandiera Blu di Legambiente e Touring club in provincia di Salerno, per tre mandati, dal 1995. Nel 2010 si era presentato per un quarto mandato: unico candidato era stato rieletto il 30 marzo con il 100% dei voti. Esponente del PD, in passato era stato anche consigliere provinciale a Salerno. Oltre alla carica di sindaco, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del parco, organo consultivo e propositivo dell’ente Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano (80 comuni del Cilento) ed era stato Presidente della Comunità Montana Alento Monte Stella. Era inoltre vicepresidente delle ‘Città slow’, aderenti al manifesto dell’associazione Slow Food ed era stato Presidente delle ‘Città Slow’ nel mondo.

Nel 2009 Angelo Vassallo si è fatto promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità. La proposta è stata accolta dall’UNESCO il 16 novembre2010, a Nairobi. La delegazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, presente in Kenya per la proclamazione, ha dedicato il riconoscimento alla figura del suo promotore. Vassallo ha poi fondato il “Centro studi per la Dieta Mediterranea”. Il centro ha sede nel castello dei principi Capano di Pollica.

La sera del 5 settembre 2010, mentre rincasava alla guida della sua auto, Angelo Vassallo è stato barbaramente ucciso, per mano di uno o più attentatori. Viene ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell’impegno di ‘Libera’, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

 

 

 

 

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