Nantes, la polizia antisommossa uccide a Nantes. Contraddizioni nella versione ufficiale. Scontri in tre quartieri della città
L’organismo di vigilanza della polizia francese ha annunciato di aver aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità e la dinamica dell’uccisione a Nantes del ragazzo di vent’anni: episodio che ha innescato una rivolta con duri scontri durati tutta la notte. nella città del nord-ovest della Francia. Johanna Rolland, sindaca socialista della città alla foce della Loira, ha detto che deve essere fatta chiarezza completa con un’inchiesta indipendente. Il capo della polizia diNantes, Jean-Christophe Bertrand, ha detto che l’uccisione del giovane è avvenuta alle 20:30 di ieri quando la polizia ha fermato la sua auto. L’identità del giovane non era chiara, ha spiegato il dirigente di polizia, e gli è stato chiesto di seguire gli agenti per essere identificato. L’uomo sarebbe quindi partito in retromarcia investendo un agente, rimasto ferito in modo lieve. «Uno dei suoi colleghi ha aperto il fuoco, colpendo il giovane, che sfortunatamente è morto», ha detto Bertrand. Una fonte di polizia ha detto che il giovane è stato colpito alla carotide ed è arrivato in ospedale morto.
foto da Nantes Révoltée
Solo dopo molte ore una fonte di polizia spiegherà che Bubakar, così si chiamava la vittima, era un ricercato per furto. Ma le versioni ufficiali sono contraddittorie, c’è chi riferisce che la vittima avrebbe dato una sportellata a un agente, e chi riporta la versione scritta sopra. Di tutt’altro avviso i testimoni che, a un giornale locale, Ouest France, hanno dichiarato di aver assistito a un omicidio a sangue freddo da parte di un reparto della polizia francese particolarmente virulento e protagonista negli ultimi mesi di vari episodi di repressione nei quartieri, nelle manifestazioni – in tutta la Francia si lotta contro le “riforme” di Macron – e nella Zad, zone a defendre, di Notre Dame des Landes dove in soli due mesi la violenza dei reparti antisommossa ha fatto registrare 330 feriti gravi. Alla violenza genetica della polizia francese si aggiunge la proclamazione dell’etat d’urgence, lo stato d’eccezione introdotto dal predecessore di Macron, Hollande, e aggravato dalle politiche repressive del nuovo ministro degli Interni Collomb.
Così un testimone diretto della scena: «Era già immobile, arrivò il poliziotto, sparò a bruciapelo. Gli mise una pallottola sul collo mentre era già fermo e non poteva fare nulla. [Il CRS] stava guidando nel quartiere, stavano cercando di catturare qualcuno e improvvisamente lo hanno visto, [il poliziotto] ha perso la pazienza, ha sparato. Non hanno nemmeno provato ad aiutarlo a fare il primo soccorso, non hanno fatto nulla … […] Ha perso la vita davanti a me. Non c’era nessun CRS ferito, niente di niente». Un sito di movimento dice che «Il killer è uno dei tanti CRS che reprime gli squat di Nantes sistematicamente. La rivolta ha acceso il nord della città. Granate contro barricate e cocktail molotov. La polizia è ovunque».
Fonti di polizia e municipali, hanno confermato che il giovane ucciso nel quartiere di Breil si chiamava Bubakar. «Questo giovane, era sempre sorridente. Non era nei guai. Era una “crema”. Abbiamo perso un amico, abbiamo perso un fratello», racconta Chris a un cronista locale presentandosi come un “fratello maggiore del quartiere”. «Lo conoscevo bene. Era di Parigi, ma abitava qui da un po’. Lui ha una famiglia. Per noi è un figlio del vicinato».
Il giovane, secondo la prefettura, era ricercato, ai sensi di un mandato di arresto emesso da un giudice istruttore di Créteil, nel giugno 2017, per rapina, occultamento e cospirazione criminale. «Il controllo è durato per diversi minuti – racconta un altro testimone in Rue des Plantes – a un certo punto, ha fatto un passo indietro con la sua auto, ma non ha toccato nessun agente di polizia. Non era pericoloso». Accanto a lui un signore gridava: «E’ morto gratis!».