Migliaia di antirazzisti a Ventimiglia per un pacifico corteo di frontiera. Una mobilitazione mai vista nel Ponente ligure che il sindaco Pd ha provato a boicottare
da Ventimiglia, Ludovica Schiaroli
Ventimiglia non ha mai visto una cosa del genere! Sono state le prime parole dette a caldo al microfono da Francesco Purpura appena entrato nella piazza antistante il municipio dove il corteo organizzato dall’associazione Progetto20k si è sciolto alle 19 di un torrido pomeriggio di luglio.
10000 persone secondo gli organizzatori, 5000 per la questura hanno sfilato pacificamente per i diritti dei migranti, contro le politiche messe in campo dalla Ue e per chiedere soggiorno legale e libera circolazione alle persone migranti in tutta l’Europa di Schengen.
La fotogallery di Andrea Zennaro
I primi attivisti sono arrivati in mattinata con due treni da Genova stipati all’inverosimile, altri da Lombardia, Piemonte e dal nord est, sei i pullman da Francia e Spagna; questi ultimi hanno colorato il corteo con le bandiere gialle della Carovana Abriendo Frontieras che raccoglie associazioni che da tutta la Spagna si muovono per i diritti dei migranti.
Da Milano la Banda Cecafumo degli ottoni a scoppio e i Fonc hanno suonato e fatto ballare il corteo nonostante il caldo torrido. Diverse le bandiere di Rifondazione, Cobas, Arci, Non una di meno, Potere al Popolo e lo striscione della Comunità San Benedetto al Porto che insieme a Progetto 20K era tra i promotori della manifestazione.
“Scandito dal megafono: “Ventimiglia città aperta, basta con la città che deporta” e “non ci basta la riforma di Dublino, vogliamo libertà di movimento per tutte e tutti”, il corteo ha iniziato a muoversi alle 16, mentre ancora manifestanti continuavano ad affluire nella zona del cimitero delle Gianchette, luogo simbolico scelto per il concentramento di tutti i manifestanti, qui c’era il campo profughi abusivo poi sgomberato a marzo. Il percorso si è snodato lungo la strada che porta al confine con la Francia, passando da via Tenda, ponte Cassini sul Roya, corso Francia e la galleria Poggio, per poi tornare verso il centro città ai Giardini Tommaso Reggio.
In testa al corteo anche Vauro Senesi che ha lanciato un appello al mondo della cultura a scendere in campo: “Non bastano le firme, bisogna essere presenti là dove ci sono rivolte. Prima viene l’Italia dell’accoglienza e della civiltà”.
Mentre Giorgio Cremaschi ha ricordato Adbel Salam, il sindacalista ucciso mentre scioperava per difendere i precari italiani: “siamo qui per dire che noi siamo per la fraternità e l’accoglienza ma anche per la giustizia e l’uguaglianza e siamo contro lo sfruttamento di chi oggi perseguita i migranti, chi oggi chiude le frontiere e lo fa per rendere ancora più rigida la discriminazione verso una parte del mondo del lavoro”.
Solidarietà anche dai centri sociali e dai collettivi del nord est che hanno raccontato come loro ormai da anni combattono contro le politiche razziste e discriminatorie della Lega.
La photogallery di Ludovica Schiaroli
Mentre il furgone alla testa del corteo aveva stampata sopra l’immagine del graffito apparso a Roma del bacio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma con una modifica: al posto del leader M5S c’era il sindaco Pd Enrico Ioculano, quello, ricordiamo dell’ordinanza per non dare cibo in strada ai migranti, lo stesso che per settimane ha chiesto che la manifestazione non venisse autorizzata.
“La città è ancora in piedi – hanno sottolineato gli organizzatori in aperta polemica con il sindaco – uomini e donne solidali hanno deciso di dedicare tempo della loro vita ad aiutare chi emigra per cercare una vita migliore. Non siamo noi i nemici della città di Ventimiglia, non siamo noi né i migranti il problema di questa città. Contribuiamo a rendere la vita dei nostri territori più giusta e più bella. Perché l’unico confine è quello tra umanità e barbarie”, hanno aggiunto ancora i ragazzi di Progetto 20K parlando dal microfono mentre il corteo entrava nei Giardini Tommaso Reggio per gli ultimi interventi alle 19.
“Se a Ventimiglia è andata così anche in Italia e in Europa ci sono gli anticorpi per ridare rappresentanza ai diritti, alle persone e non solo a capitali e merci” – ribadisce Domenico Megu Chionetti, portavoce della Comunità San Benedetto al Porto – e conclude “Non ci sono dubbi: molte volte in questi anni ci hanno chiesto che cosa direbbe Don Gallo, come ha sempre fatto, avrebbe scosso le coscienze delle persone e fatto pensare, come altri testimoni autorevoli, come don Luigi Ciotti, come Moni Ovadia, come persone importanti del sindacato penso a Maurizio Landini. Don Gallo sarebbe stato dalla parte dei più deboli, dei migranti. Non ci sono dubbi. E sarebbe venuto a Ventimiglia.”