Allerta caldo, 18 città con bollino rosso. Solo a Roma dal 2000 7.700 decessi. Legambiente: «Nei prossimi anni i pericoli aumenteranno»
Fa sempre caldo sull’Italia. Un caldo opprimente, afoso, soprattutto sulle grandi città, con valori diurni roventi, ma anche con notti piuttosto afose. Il team del sito www.iLMeteo.it fa sapere, tuttavia, che un passaggio temporalesco porterà nei prossimi giorni un po’ di refrigerio al Centro-Sud, anche se in realtà i termometri si abbasseranno solo di 3 o 4 gradi. Calo termico inferiore invece al Nord. Oggi rovesci e fenomeni temporaleschi sul Triveneto e sull’Emilia Romagna, ma tempo instabile anche su basso Lazio, Campania, Basilicata e Calabria, con temporali fino a Roma. Domani sono previsti fenomeni temporaleschi più intensi, con più alto rischio di grandine: oltre alle regioni meridionali peninsulari, a rischio anche il Lazio, con possibilità di fenomeni forti fino a Roma. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, dice che «nel prossimo weekend farà ancora caldo; ma persisterà anche il rischio di temporali, oltre che sull’arco alpino, anche sul medio/basso Tirreno e sulle Isole maggiori. Le temperature potrebbero tornare ad aumentare all’inizio della prossima settimana». Ecco le città che oggi saranno più a rischio: Bolzano, Bologna, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo.
Caldo torrido e bollino rosso in 18 città italiane. «Il clima sta cambiando e aumentano i pericoli per chi vive nei grandi centri urbani – dice anche Legambiente – si nota sempre di più anche in estate, con temperature record e frequenti e prolungate ondate di calore, e a farne le spese sono come sempre i cittadini e la loro salute. Le ondate di calore possono avere effetti nocivi per la salute, soprattutto per gli anziani e gli ammalati, quando le temperature diurne superano i 35° C e quelle notturne non scendono sotto i 25°C. Nelle aree urbane il caldo oltretutto aumenta per l’effetto di asfalto, auto e sistemi di condizionamento e può arrivare ad aumentare la temperatura anche di 4-5 gradi. Se da una parte in questi anni sono cresciuti gli impatti e i morti per il caldo, ma anche per le alluvioni e i fenomeni metereologici estremi, dall’altra parte troppo poco si sta facendo sul fronte delle politiche sull’adattamento al clima». I grandi centri urbani sono dunque l’ambito più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. «Ed è per questo che è fondamentale portare avanti e definire politiche di adattamento al clima».
Legambiente ricorda che tra il 2005 e il 2016, in 23 città italiane, le ondate di calore hanno causato 23880 morti. Nella sola città di Roma dal 2000 sono circa 7700 le morti attribuibili alle ondate di calore. L’associazione ambientalista, che ha promosso un osservatorio sugli effetti dei cambiamenti climatici nelle città italiane (cittaclima.it) ha presentato questi dati a metà giugno all’interno del dossier “Le città alla sfida del clima”. L’analisi sulle ondate di calore, realizzata dal Dipartimento di Epidemiologia SSR del Lazio (nell’ambito del programma nazionale di prevenzione, coordinati dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale del Lazio), dimostra l’importanza delle politiche di adattamento, perché l’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio sia rispetto alle piogge che alle ondate di calore è fondamentale per salvare vite umane e limitare i danni.
«Al Governo chiediamo di approvare quanto prima il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e di mettere al centro gli interventi che riguardano le città, anche con un regolamento che finalmente fermi l’impermeabilizzazione dei suoli – conclude Edoardo Zanchini, vicepresidente del Cigno Verde – che è una delle cause del calore nei periodi estivi, e che preveda interventi di recupero dell’acqua, salvaguardia degli spazi verdi, di utilizzo di alberature, acqua e pavimentazioni che riducono l’effetto del caldo nei quartieri e quindi sulle persone».
Ecco l’appello di Senior Italia Federanziani è: evitiamo che il picco del caldo estivo si trasformi in una sequenza di vittime evitabili, come è già purtroppo successo in passato; tutti, la società civile e le istituzioni, mettano in campo le buone pratiche e gli interventi necessari e tutelare i cittadini più esposti al rischio. Purtroppo già nei giorni scorsi si sono registrate le prime vittime: due anziani morti in due diverse località del Veneto, proprio per l’impatto del caldo. Senior Italia Federanziani ha diffuso un decalogo salva-vita con i consigli fondamentali da mettere in pratica per prevenire le peggiori conseguenze del grande caldo.