Verona, il consiglio comunale regala soldi alle associazioni antiabortiste collaterali alla Lega per ostacolare l’autodeterminazione delle donne. Il Pd si spacca
Leghisti che odiano le donne. E che dirottano soldi pubblici alle associazioni fiancheggiatrici. 21 sì (anche dal gruppo Pd) e solo 6 no: il Consiglio comunale di Verona approva la mozione del consigliere Lega nord Alberto Zelger che, in occasione del 40° anniversario dell’entrata in vigore della legge 194 del 1978, impegna il sindaco e la giunta a sostenere iniziative per la prevenzione dell’aborto con «l’inserimento nel prossimo assestamento di bilancio di un congruo finanziamento ad associazioni e progetti che operano nel territorio del Comune di Verona; la promozione del progetto regionale “culla segreta”, stampando e diffondendo i suoi manifesti pubblicitari nelle Circoscrizioni e in tutti gli spazi comunali; a proclamare ufficialmente Verona “città a favore della vita”». «Alcuni punti della legge – sottolinea il consigliere Zelger – sono stati in gran parte disattesi, nonostante le numerose iniziative pubbliche dell’assessorato alla Sanità del Veneto per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
Per questo, si ritiene che anche il Comune debba adoperarsi per la diffusione di una cultura di accoglienza della vita». «È giusto ribadire il concetto – dichiara la consigliera Lega nord Anna Grassi -, che la vita va sostenuta e difesa dal concepimento alla sua fine». «La legge 194 – ricorda il consigliere Verona civica Tommaso Ferrari – ha ridotto il numero di aborti nel nostro Paese e non il contrario. Questa maggioranza si perde in discussioni inutili, con la presentazione di documenti che non hanno alcun senso». Anche i grillini in un contesto del genere fanno la figura dei progressisti rispetto ai loro partner nel governo nazionale: per il Movimento 5 stelle «si tratta di un testo offensivo che va a colpire sia l’operato del sistema sanitario italiano sia la scelta personale di ogni cittadino – dichiara la consigliera Marta Vanzetto – non è una mozione pro vita, ma il semplice riconoscimento di contributi a qualche fondazione vicina all’amministrazione», precisa Alessandro Gennari. «Sul calo della natalità ci sono molti fattori da valutare, certo non riconducibili all’entrata in vigore della legge 194 – sottolinea la consigliera Pd Elisa La Paglia – con questa mozione si critica una legge giusta, che fortunatamente questa amministrazione non è in grado di eliminare». «Si critica una legge per riconoscere contributi ad associazioni amiche al proponente – dichiara il consigliere Sinistra in Comune Michele Bertucco – Verona non è una città di morte, ma una realtà sociale che ha sempre dato tanto per la vita».
Verona va sulle cronache nazionali o per il razzismo, o per l’omofobia, o per il sessismo. Già un paio di settimane fa il settimanale Left aveva pubblicato un pezzo in cui si denunciavano le radici culturali dell’attuale ministro della famiglia, il leghista Fontana, e le collusioni tra squadrismi fascistoidi e cattolicesimo tradizionalista. Di quella cultura è figlia questa mozione con buona pace di politici e certa stampa locale che si sente oltraggiata da chi si permette di mettere in fila i fatti. Si arriva a chiedere al sindaco, leghista e ultrà del Verona, di censurare il cosiddetto “caso Left” ma proprio dentro Verona cresce opposizione politica e resistenza culturale. Ad esempio la rivista satirica L’Ombroso che in questi giorni diffonde il suo 39mo numero:
Un numero che vi aiuterà a non fare più confusione tra i sessi, che vi dirà che l’azzurro è per i maschi, il rosa per le femmine, il verde per Salvini, il nero per Bacciga, il giallo va sempre davanti e il marrone dietro. Se non capite la differenza tra Cristiano Magdi Allam e Cristiano Malgioglio, allora dovete imparare il nuovo numero a memoria. Perché il pericolo gender vuole sostituire l’inno di Mameli con Maracaibo, vuole più trenini e meno T.A.V. Ma L’ombroso è qui per proteggervi e spiegarvi da che parte stare e come utilizzare lo sfollagender. Potrete anche voi così sentirvi parte del nuovo smegma che avanza e unirvi alla gioiosa crociata moralizzatrice dei bulli da parrocchia dello strapaese. Altrimenti cercatelo in formato cartaceodorama nei soliti luoghi di sostituzione pelvica o scaricatelo qui. Siete curiosi di sapere come abbiamo fatto a riempire di perversioni neuronali quaranta numeri per undici anni? Fatelo guardandoci dal buco della serratura.
«La mozione approvata a Verona è un insulto al movimento femminista, alle battaglie e alle conquiste che le donne hanno portato avanti in questo Paese – dice Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – il Comune ritiri quella mozione anacronistica e rispetti i diritti e l’autodeterminazione delle donne. Il Pd che si spacca anche su queste questioni, con la capogruppo che vota a favore e altri esponenti che la “disconoscono”, è indecente e dimostra di aver perso ogni connotazione di sinistra. Saremo al fianco di chiunque a Verona si opporrà a questa mozione, in una città che sembra ormai un’avanguardia di pericolosi retaggi del passato».
Ho inviato una mail di protesta ai firmatari di questa mozione e il sig. Andrea Bacciga,(uno dei firmatari) dato che mi chiamo Marika, mi ha risposto
“Ciao Marika da Checco” e mi ha inviato questo video: https://youtu.be/zcR0zuKokd8.
Queste sono le persone che il comune di Verona paga!
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Checco Zalone e la canzone per Marika