Il punto su Non Una Di Meno, l’unico movimento capace di rivendicare che la libertà di un soggetto non si basa sull’esclusione di un altro
da Bologna, Irina Aguiari
Permanentemente agitate. È l’imperativo politico lanciato dall’assemblea nazionale di Non Una Di Meno conclusasi a Bologna il 6 e 7 ottobre scorso. La plenaria, partecipata da più di 600 persone appartenenti ai diversi collettivi territoriali ha scelto di rompere la ritualità delle convocazioni autunnali con la radicalità tanto della linea quanto della pratica politica.
NUDM ha indetto due appuntamenti principali per i prossimi mesi. Il 24 novembre a Roma sarà convocata una data nazionale, seguita da un secondo momento assembleare. La mobilitazione cercherà di coinvolgere una pluralità di movimenti contro le politiche repressive del governo i cui pilastri sono rappresentati dal ddl Pillon e dal decreto Salvini. La volontà è quella di scoprire i nessi politici esistenti tra questi testi legislativi che rafforzano la saldatura tra destra e cattolicesimo in un attacco generalizzato a tutte le soggettività ribelli e potenzialmente insubordinate: donne, migranti, attiviste. Al tempo stesso, questa prima giornata di lotta autunnale rilancerà lo sciopero dell’8 marzo come sciopero reale dal lavoro salariato di produzione e riproduzione sociale.
Queste mobilitazioni sono da considerare come una spinta propulsiva e una presenza espansiva del movimento piuttosto che come il culmine di un lavoro di preparazione mirato esclusivamente all’organizzazione delle piazze. Per questo motivo, NUDM ha dichiarato lo stato di agitazione permanente come costante di disobbedienza e dissenso che travalichi il calendario dei cortei ed unisca politicamente le nostre azioni dalle città al movimento globale. Non a caso, l’assemblea nazionale di NUDM si è riunita in contemporanea con il IV Encuentro Statal delle femministe spagnole e con la Conferenza di Francoforte dove sono intervenute le rivoluzionarie curde, ed ha ospitato un intervento di Marta Dillon del movimento femminista argentino.
NUDM rappresenta ad oggi forse l’unico movimento intersezionale nelle teorie e nelle pratiche, capace di rivendicare che la libertà di un soggetto non si basa sull’esclusione di un altro. Rifiutiamo così, la nazionalizzazione dei nostri corpi che sono sotto attacco costante e quotidiano. I corpi delle militanti antifasciste aggrediti a Bari; i corpi delle donne privati di autodeterminazione e libertà di scelta dagli antiabortisti a Verona dove scenderemo in corteo il prossimo 13 ottobre; i corpi delle migranti condannati dai tagli dall’eliminazione della protezione umanitaria. In ognuna delle nostre città siamo al centro del mirino dell’oppressione patriarcale in tutte le sue sfaccettature capitaliste, razziste, transomofobiche e siamo convinte però che queste pratiche repressive sono tutte parte della stessa cornice di violenza statale, fisica e legale.
NUDM sarà radicale, capace di infiltrarsi capillarmente nelle città, negli spazi e nei movimenti senza inseguire le narrazioni e le azioni di chi aspira a mantenerci subalterne. Nello sforzo di mantenere uniti tra loro i diversi livelli sociali su cui ci muoviamo, la nostra forza propositiva non sarà relegata ad un’azione difensiva. L’agitazione permanente riguarda la nostra presenza fisica costante e il ribaltamento delle nostre condizioni materiali, ma anche la nostra capacità di elaborare modelli organizzativi diversi, di riappropriarci di strumenti politici svuotati di efficacia e senso politico, di egemonizzare linguaggi inclusivi e accessibili a tutte, tutti, tuttu.