Com’è andata l’assemblea nazionale di Roma convocata dal cartello, gli Indivisibili, che diede vita al corteo del 10 novembre contro il dl Salvini
Ricordate gli #Indivisibili? Quel fiume di decine di migliaia di persone che ha attraversato Roma il 10 novembre per contestare il decreto Salvini prima che fosse tramutato in legge. Ricordate il loro loro nome perché è quello che hanno scelto per mettersi in rete, per proseguire la lotta contro il razzismo e le disuguaglianze. L’assemblea nazionale, convocata allo spazio sociale Scup per il 16 dicembre, ha consentito la valutazione di quella manifestazione (un successo oltre ogni previsione con l’adesione di 400 soggettività politiche, sociali, sindacali) e ha deciso di proseguire il percorso conservando il metodo inclusivo che ha consentito l’allargamento dello spazio di opposizione alle politiche liberiticide e antipopolari del governo giallo-nero. La discussione, che è andata avanti per cinque ore di fronte ad almeno centocinquanta persone di tutta Italia, è servita a condividere elementi di analisi e individuare gli strumenti necessari per pratiche di disobbedienza necessarie fin da subito. Nelle prossime ore sarà pubblicato l’appello finale e sarà possibile aderire al percorso che, dal 3 al 10 febbraio, vedrà iniziative diffuse sui territori in cui la rete degli Indivisibili si misurerà con l’emergenza sgomberi, con le pressioni a cui la popolazione migrante è costretta dalle politiche salviniane fino alla scadenza del 10 a Macerata, un anno dopo l’abbraccio antifascista che reagì alla tentata strage di Luca Traini che solo per miracolo non ha seminato morti.
«Se tocchi uno, tocchi tutti», è stato scelto una parola d’ordine elaborata dal movimento anarchico statunitense all’inizio del secolo scorso per cementare lo spirito di solidarietà reciproca che dovrà caratterizzare la rete. In programma, per gli #Indivisibili una due giorni da calendarizzare per aprire forum permanente antirazzista e antiliberista che si muoverà in collegamento con molte vertenze in corso, da quelle delle reti di donne contro il dl Pillon fino a quelle per i beni comuni e contro le grandi opere che troveranno un momento di visibilità nazionale con un corteo a Roma il 23 marzo. In agenda anche la mobilitazione a fianco delle comunità curde (16 febbraio), un’assemblea a Milano il 19 per rilanciare il diritto all’accoglienza per tutte e tutti, la difesa degli spazi, il no a sgomberi e respingimenti come dice la piattaforma che ha lanciato il 10 novembre.