Caso Cucchi, nuove anomalie: il tratto di colonna vertebrale esaminato post-mortem non corrisponderebbe a quello che andava radiografato
Caso Cucchi, manomessa anche la radiografia. Oltre alle anomalie già emerse, ci sarebbero «manomissioni e nuovi risvolti anche sulla documentazione che era stata fornita in ambito medico legale dopo la tac eseguita sul corpo di Stefano Cucchi», il geometra morto all’ospedale Pertini di Roma. A denunciarlo è Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. Secondo la documentazione depositata agli atti, sarebbe stato esaminato un tratto di colonna che include solo metà soma della vertebra in questione (la L3) e il tratto di colonna vertebrale esaminato post-mortem non corrisponderebbe quindi a quello che andava radiografato. L’analisi comparata delle immagini radiografiche e delle Tac è stata eseguita attraverso il presidente della società italiana di radiologia, Carlo Masciocchi, che verrà sentito dalla Procura di Roma nei prossimi giorni.
Viale Romania, intanto, fa sapere di voler verificare il significato delle frasi contenute nelle nuove intercettazioni sulla vicenda Cucchi («bisogna avere spirito di corpo») e migliorare la trasparenza su ogni intervento dell’Arma. Il comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri, annuncia anche nuove misure che garantirebbero maggiore monitoraggio del personale. E – rivolgendosi agli allievi della scuola ufficiali – chiede di assicurare il rispetto della dignità di tutte le persone, specie di «quelle sottoposte alla custodia dell’Arma». Secondo il comandante generale, quanto emerso dalle nuove intercettazioni «dovrà essere valutato compiutamente dall’autorità giudiziaria. E quando lo avrà fatto, verificheremo i significati da dare» ad espressioni come spirito di corpo, «quando il quadro sarà chiaro faremo quello che dovremo fare. Non ho mai parlato di mele marce ma di persone che vengono meno al loro dovere e il venire meno al dovere va accertato».
Nistri, che nel suo intervento non ha fatto esplicito riferimento al caso Cucchi, ha poi aggiunto: «Noi Carabinieri dobbiamo essere i primi a giudicare, con rigore e senza tentennamenti, chi di noi si allontani dalla via del dovere». E in cantiere ci sono ora nuove soluzioni tecniche che garantirebbero maggiore trasparenza nell’interesse di tutti, come l’impiego di ‘body cam’ per i carabinieri, microtelecamere portatili da indossare per «documentare ogni fase degli interventi, consentendone l’oggettiva ricostruzione sia per la trasparenza complessiva, sia per gli accertamenti dell’Autorità giudiziaria. Certamente da un lato il personale si troverà maggiormente monitorato e dall’altro, soprattutto, maggiormente tranquillo nell’operare».
Il processo Cucchi riprenderà venerdì 25.