Dopo mesi di immobilismo, il 9 febbraio, Cgil, Cisl e Uil finalmente in piazza anche se con una piattaforma contraddittoria
«Quella di sabato sarà una grande manifestazione, piazza San Giovanni sarà molto piena», dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, parlando a Roma a margine di un’assemblea dei lavoratori Vodafone: «Credo che sabato tutti vedranno che il sindacato unitario è vivo e vegeto, e rappresenta la domanda di cambiamento. Il governo il cambiamento lo deve fare con i lavoratori. Noi abbiamo fatto proposte su tutto e chiediamo tavoli di confronto per trovare soluzioni ai problemi. Se il governo non si confronta non va da nessuna parte».
«I dati delle adesioni ci fanno pensare che sabato 9 febbraio riempiremo piazza San Giovanni», dicono i segretari organizzativi di Cgil, Cisl e Uil, che hanno presentato in conferenza stampa la manifestazione nazionale indetta per il 9 febbraio a Roma. Finora sono stati programmati 1.300 pullman, 12 treni straordinari e due navi per portare a Roma lavoratori e pensionati, ma i sindacati contano molto sulla auto-organizzazione dei militanti e sul ricorso alle compagnie aeree low cost. Sarà anche il debutto in piazza di Landini nelle sue vesti di segretario generale della Cgil.
«Dopo mesi di immobilismo e silenzio, il corteo di Cgil Cisl e Uil di sabato 9 febbraio riporta in piazza il lavoro. Non pensiamo che sarà sufficiente, ma ci saremo», spiega a Popoff, Eliana Como, portavoce dell’area Il sindacato è un’altra cosa.
«Ci saremo nonostante le tante contraddizioni che animano questa manifestazione, a cominciare dal fatto che è convocata in ritardo (oltre un mese dopo l’approvazione della legge di bilancio) e su una piattaforma in alcune parti ambigua e per noi sbagliata (dalle proposte unitarie sulle pensioni al rilancio delle grandi opere). Le ragioni della mobilitazione sono poco capite nei posti di lavoro: la Cgil sconta la mancanza di una lotta chiara, coerente e convincente negli anni dei governi tecnici e di centro-sinistra; Cisl e Uil la loro vera e propria complicità, dal Jobs act fino alla accettazione, l’anno scorso, dell’APE. Sono anche state spiegate poco e male, con poche iniziative e assemblee nei posti di lavoro».
La manifestazione sarà “tranquilla, pacifica, ordinata, colorata, gioiosa, ma anche combattiva”, con “una bella coreografia che la renderà vivace”, dicono le tre confederazioni. I partecipanti si riuniranno a piazza della Repubblica e partiranno in corteo verso le 9,30 per raggiungere piazza San Giovanni. Qui parleranno sei delegati: un’infermiera del 118, una pensionata, un rider, un delegato Ilva, una delegata della scuola, un lavoratore edile. Intorno alle 12 è previsto il comizio dei tre segretari generali, in ordine Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil). «Un corteo allora che rischia di parlare più alla politica e al Palazzo che con i milioni di lavoratori e lavoratrici che stanno subendo in questi anni la crisi, l’iniziativa padronale e anche manovre antipopolari del governo – riprende Como – siamo convinti che servirebbe altro per riprendere una vera mobilitazione e ricostruire una consapevolezza di classe tra i lavoratori e le lavoratrici. A partire da una grande campagna di assemblee nei posti di lavoro, per affrontare, senza retorica, le nostre contraddizioni e al limite i nostri errori, a viso aperto, con i lavoratori e le lavoratrici, con una vera piattaforma rivendicativa. In ogni modo, la piazza del 9 febbraio è il primo grande appuntamento sindacale dopo mesi. Se sarà partecipata e soprattutto se riuscirà ad avere la continuità che anche noi auspichiamo, sarà comunque un segnale all’intero paese, contro un governo reazionario, securitario e razzista. Un governo che, dietro tanta propaganda, in realtà non mantiene le promesse fatte ai lavoratori e aumenta le disuguaglianze. Ci saremo, quindi, con tutte le nostre perplessità e le nostre critiche, soprattutto lavoreremo affinché, senza illusioni, abbia continuità. Ci incontreremo dalla mattina dietro lo striscione del Sindacato è un’altra cosa in Piazza della Repubblica nei pressi della Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Soprattutto, però, saremo in piazza – e continueremo a chiedere alla Cgil di esserci – in tutti gli appuntamenti di movimento delle prossime settimane. Dalla assemblea di domenica 10 febbraio a Macerata del movimento antirazzista e antifascista degli Indivisibili, allo sciopero internazionale dell’8 marzo con “Non una di meno” contro la violenza maschile contro le donne e contro ogni discriminazione, fino alla manifestazione a Roma per il clima e contro le grandi opere del 23 marzo.
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