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Torino, vietato pedalare. Polizia contro critical mass

Torino, 4 denunce durante una critical mass “contro città sempre più inquinate”. La città è ormai  un laboratorio di repressione

Quattro manifestanti sono stati denunciati dalla Questura di Torino per resistenza a pubblico ufficiale a seguito delle tensioni di questa sera a Torino in occasione della Critical Mass, un corteo di rider contro «le città sempre più inquinate». La chiamata recitava così:

Celebriamo l’arrivo della primavera ribaltando le gerarchie della strada!
Se sei stuf@ della prepotenza imposta dalla cultura della macchina, non sei da sol@!
Contro inquinamento, militarizzazione e disumanizzazione della città:
pedaliamo per le nostre strade,
per spazi più respirabili, solidali e a misura di essere umano.

Invece, «un flusso di ciclisti che sono diventati traffico è valso il ricorso all’uso della forza. Ci sono stati dei tafferugli, niente feriti, ma due cittadini in bicicletta sono stati immobilizzati a terra e hanno vissuto un’esperienza poco piacevole, 15 persone sono stati portati in questura. Ironia della sorte, l’incidente con la polizia ha finito per bloccare completamente il traffico per un’ora. Tecnicamente, la polizia non ha fatto altro che perseguire il reato di blocco stradale introdotto dal decreto Salvini (113/2018) che prevede il carcere da 2 a 12 anni per chi lo commette. In maniera analoga, a Roma ieri sera la polizia ha interrotto la Pedalata di Luna Piena per motivi di ordine pubblico (la visita in Italia del presidente cinese)», si legge su Bikeitalia.

Qui il video di Torino

Un testimone ha scritto su Fb: «Ho dovuto scansare al volo, all’ingresso del ristorante, la moto della polizia che sfrecciava sul marciapiede largo 1mt: mi avrebbe investito. Insieme ad altri 4 agenti e una volante stavano inseguendo e insultando a gran voce, un gruppo di ciclisti che si muoveva compatto. Mi è subito venuta in mente la critical mass, il gruppo che ogni giovedì a Milano si muove pedalando per la città sensibilizzando i cittadini sul cambiamento climatico, sull’uso della bici, sulla fragilità del ciclista in mezzo al traffico traffico, sulla necessità di infrastrutture per una mobilità sostenibile. A Milano è motivo d’orgoglio. A Torino 15 sono finiti in questura.  Lascio a voi trarre le conclusioni…

Ed ecco quello di Roma

Torino si conferma uno straordinario laborario di pratiche repressive: una straordinaria capacità della Procura e della questura di collegare strumenti diversi, misure preventive, misure cautelari che si danno con una facilità straordinaria solo a Torino, le sanzioni amministrative spropositate, le pene pecuniarie, le misure civilistiche con richieste di danni clamorose e poi le qualificazioni incredibili. A Torino sono stati inventati i casi inverosimili di terrorismo (smontati dalla Cassazione) per provare a fiaccare i No Tav, da Sole e Baleno fino ai quattro sabotatori di un compressore. Dallo sgombero dell’Asilo, anche il quartiere Aurora vive una stagione di militarizzazione. Come ha scritto il circolo Arci Fuoriluogo: «Pur essendo a ridosso del centro di Torino, è un quartiere di frontiera dove sono più vive che mai tutte le contraddizioni che la lunga crisi economica che stiamo attraversando ha contribuito a far esplodere. Chiuse molte delle fabbriche della città di Torino, è rimasta la disoccupazione, la difficoltà di arrivare a fine mese, la povertà, la mancanza di certezze. Questo è più evidente in un quartiere come Aurora». E ora la repressione dei ciclisti: quindici persone sono state identificate, tra loro tre donne con precedenti per resistenza, violenza, invasione di edifici e reati contro l’ordine pubblico, ossia reati inventati dal fascistissimo Codice Rocco del ’41 per colpire il conflitto sociale. Le indagini della Digos continuano per risalire ad eventuali responsabilità, fanno sapere le veline. Tra questi anche un anarchico, incensurato, dell’ex Asilo di via Alessandria, centro sociale sgomberato nelle scorse settimane dalla polizia dopo anni di occupazione. All’iniziativa, improvvisata per le vie del centro città, hanno aderito una cinquantina di persone, perlopiù esponenti dell’ex Asilo occupato, del centro sociale Barrocchio e del centro sociale Askatasuna. Arrivati in corso Vittorio, all’altezza di corso Re Umberto, i manifestanti hanno bloccato il traffico. La polizia ha chiesto i documenti ed è scoppiato il parapiglia.

La critical mass è una delle pratiche che si sono sviluppate all’epoca della guerra del Golfo e dei social forum, per contestare un’economia fossile e guerrafondazia. Si tratta di una manifestazione con cui chi va in bici si riappropria in modo simbolico, e pacifico, della città. Quella organizzata ieri sera a Torino doveva festeggiare l’arrivo della primavera. La pedalata ha finito però col provocare tensioni con la polizia, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e corso Re Umberto, quando i manifestanti hanno iniziato a girare in tondo rallentando il traffico. Quindici manifestanti rischiano ora la denuncia. Il Movimento 5 Stelle, che amministra la città, si schiera dalla parte dei manifestanti. «Quanto accaduto questa sera nel corso del critical mass è sconcertante», attacca la capogruppo M5S al Consiglio comunale di Torino, Valentina Sganga, commentando i numerosi video che immortalano sui social i tafferugli. «Proviamo estrema preoccupazione – aggiunge – per tutti quei cittadini che, intenti a pedalare in gruppo per incentivare l’uso della bicicletta e rendere la mobilità urbana più sostenibile, si sono trovati in un’escalation di tensione e violenza». A poche settimane dai violenti tafferugli con gli antagonisti dei centri sociali, e a pochi giorni dall’annunciata nuova grande manifestazione del 30 marzo, l’esponente pentastellata rinnova l’appello alla legalità, che «deve essere rispettata da tutti». «Ma la repressione ingiustificata che abbiamo visto questa sera – aggiunge – non può che rendere doverosa una profonda riflessione sulla gestione dell’ordine pubblico attualmente presente nella città di Torino». Sulla stessa lunghezza d’onda anche numerosi esponenti della maggioranza pentastellata che amministra il capoluogo piemontese. «Queste violenza gratuite non possono essere tollerate. Io sono massa critica, occupiamo tutte le strade, contro la violenza ingiustificata», afferma la consigliera Daniela Albano. «Ora qualcuno ci racconterà che anche il gruppo di ciclisti urbani di Massa Critica erano in realtà dei pericolosi sovversivi?», conclude Damiano Carretto, chiedendo «che sia fatta luce sull’accaduto al più presto».

I raduni delle Critical Mass sono:

A Milano tutti i giovedì alle 22.00 in Piazza Mercanti

A Parma l’ultimo venerdì del mese, ore 19 piazza Garibaldi.
A Reggio Emilia il primo venerdì del mese, ore 19 piazza Prampolini
A Bologna l’ultimo venerdì del mese piazza Galvani ore 18:30

A Firenze l’ultimo giovedì del mese alle 19.00 in Piazza Santissima Annunziata

A Prato l’ultimo martedì del mese, ore 19 Piazza delle Carceri

A Roma  l’ultimo venerdì del mese dalle 19 in Piazza Vittorio

A Bari , l’ultimo venerdì del mese  alle 20:30 dal Parco 2 giugno

E Roma ospiterà la Ciemmona, Critical Mass Interplanetaria, dal 31 maggio al 2 giugno.

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