La Regione Liguria, con una norma razzista, esclude dai contributi regionali per il turismo quelle strutture alberghiere colpevoli di aver fatto parte del sistema Sprar
Niente fondi alle strutture ricettive liguri che negli ultimi tre anni hanno ospitato migranti, in base alle convenzioni del sistema Sprar. Non avranno più il diritto di ricevere i contributi regionali per lo sviluppo e la riqualificazione dell’offerta turistica. Con 16 voti a favore contro 11 no, è la novità introdotta dalla proposta di legge della Lega approvata alla vigilia del Primo Maggio a Genova dal Consiglio regionale . I contrari sono Pd, M5S e Rete a Sinistra. La norma di fatto esclude dagli incentivi per la riqualificazione turistica gli hotel, gli alberghi, gli ostelli o i bed and breakfast che hanno firmato con le Prefetture le convenzioni del sistema Sprar. Il capogruppo di Rete a Sinistra Giovanni Pastorino non ci sta: «C’è una nota di razzismo in questa legge che mi preoccupa molto, un contenuto pericoloso. Penalizza chi ha rispettato la legge». Per il consigliere pentastellato Andrea Melis la norma è «punitiva, inutile e illegittima, colpisce chi ha erogato un servizio allo Stato e le strutture ricettive dell’entroterra che per sopravvivere hanno dovuto modificare il loro business prevalente». Un’atrocità nazista anche per Rifondazione, che è fuori dal consiglio regionale: «Una persecuzione di chi si sarebbe macchiato del reato di umanità.
Il capogruppo del Pd Giovanni Lunardon ha definito la norma «nazista, vergognosa e incostituzionale. All’epoca sulle camice degli ebrei veniva cucito il triangolo giallo con la stella di David per indicare i diversi, allo stesso modo oggi si discriminano gli imprenditori che hanno avuto l’ardire di accogliere i migranti». Immediata la risposta del governatore Toti: «Il Pd ogni tanto ha un gusto per l’iperbole non sintonizzato con il gusto dei cittadini italiani. La legge dice una cosa banale: cerchiamo di destinare soldi dei cittadini allo sviluppo di un settore economico e non darli a qualcuno che, legittimamente secondo le leggi dello Stato, fa tutt’altro nella vita. E’ come se mi si chiedesse perché non do aiuti regionali per chi aggiusta le biciclette a chi non fa quel lavoro». Secondo il capogruppo Franco Senarega (Lega) «non è un provvedimento contro nessuno, rispetta la libertà di impresa, chi con la sua attività valorizza il territorio riceverà i contributi regionali, chi fa attività diverse non godrà di tali incentivi». «Per la minoranza turismo e accoglienza dei migranti economici sono la stessa cosa, per noi no – replica anche il consigliere della Lega Paolo Ardenti – gli incentivi vanno dati solo a chi fa promozione del turismo in Liguria, non vanno confusi con altre situazioni. Razzismo è un termine superato da cent’anni di storia, le razze non esistono, nessun esponente della Lega usa questo termine, dovete cancellarlo dalla vostra memoria. Oggi abbiamo approvato una norma di correttezza per aiutare le imprese che hanno fatto promozione turistica e hanno deciso di non fare altro».
E’ la banalità del male che il governatore Toti banalizza ulteriormente sui social: «Se hai una pensione, un albergo, un ostello e decidi di ospitare migranti pagato dallo Stato, non potrai accedere ai fondi pubblici stanziati da Regione Liguria per riqualificare l’offerta turistica. Quei soldi servono a migliorare la qualità della nostra ospitalità e ad aiutare i nostri imprenditori a competere sul mercato. E’ giusto che vadano a chi punta rischiando sul turismo, creando ricchezza e posti di lavoro. Nessuna discriminazione, ma semplicemente un corretto uso dei soldi pubblici!».