Bahri Tabuk, missione compiuta, in segreto, a Cagliari. Il sovranismo si nutre di guerra, armi e soldi
da Cagliari, Franco Uda*
Hanno già caricato tutto durante la notte: clandestinamente, servendosi di agenzie esterne, estromettendo i lavoratori del porto di Cagliari (forse temendo la stessa reazione di quelli di Genova), tenendo all’oscuro la Capitaneria di Porto.
Mission accomplished!
Arrivata al porto di Cagliari in piena notte, per uno scalo non previsto e non dichiarato, la Bahri Tabuk – un cargo Ro-Ro saudita – ha portato a termine lo sporco lavoro per la quale era stata ingaggiata: trasportare un carico d’armi stivato durante le precedenti soste nordamericane e rimpinguarlo con il Made in Sardinia, filiera corta, grazie alla provenienza dalla Rwm di Domusnovas, lì dietro l’angolo, verso Riyad, dove potranno contribuire al massacro che si sta compiendo in Yemen.
In tutto questo c’è da chiedersi: dove sono le autorità pubbliche? Dov’è il rispetto delle norme nazionali (L. 185/90), europee (Posizione Comune del 2008) e globali (il Trattato ATT) sull’export delle armi? Dov’è la politica, di qualsiasi livello? Dov’è il diritto dei cittadini di sapere cosa sta accadendo nel mezzo della propria città (a Cagliari il porto è letteralmente incastonato nel corpo urbano)? Dov’è la democrazia?
Sappiamolo: per una notte tutto il porto di Cagliari non era sottoposto né alle leggi, né al controllo, né alla sovranità dello Stato Italiano o della Regione Autonoma della Sardegna, batteva invece bandiera saudita!
Senza neanche doversi scomodare a partecipare alle elezioni, nominare vicepremier o annoiarsi con le opposizioni.
Il sovranismo nazionalista è già roba vecchia, la sua versione aggiornata è qui plasticamente riprodotto nel centro della città di Cagliari, si nutre di guerre, di armi e di soldi, ed è benedetto tanto dagli accordi intergovernativi che dalle Alleanze militari.
E’ il futuro bellezza!
*responsabile nazionale Arci per la Pace, i Diritti Umani e la Solidarietà Internazionale