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Favoreggiamento di Casapound, indagati nove funzionari del demanio

La Corte dei conti indaga sul danno erariale risultante dall’occupazione da parte dei fascisti di Casapound di un edificio pubblico

L’occupazione del palazzo, occupato da 15 anni da Casapound in via Napoleone III a Roma, ha generato un danno erariale di 4,6 milioni di milioni di euro. Una cifra che dovrà essere risarcita da alcuni dirigenti dell’Agenzia del Demanio e del Miur per mancata riscossione del canone. È quanto è stato stabilito dai magistrati della Corte dei conti di Roma Conti nell’atto di invito a fornire deduzioni con cui ha chiuso l’indagine sull’immobile. I dirigenti indagati sono nove. La cifra del risarcimento è stata stabilita in base al canone aggiornato alla media dell’Osservatorio mercato immobiliare per la destinazione d’uso residenziale nella zona Esquilino, dove si trova il palazzo occupato grazie a potenti coperture politiche della destra romana, da Storace ad Alemanno. Nella vicenda non è coinvolta Casapound. Trattandosi infatti di un soggetto privato la Corte dei Conti non può intervenire.

La sigla della tartaruga ottagonale ha provato a camuffarsi come argine al disagio abitativo ma «dal semplice incrocio dei dati anagrafici dei residenti nell’immobile in questione con le banche dati finanziarie – si legge nel documento della procura contabile – è emerso che le condizioni reddituali che caratterizzano gli occupanti abusivi dell’edificio di proprietà pubblica, lungi dal presentare le connotazioni tipiche dell’emarginazione economica o sociale, non consentono di annoverare gli occupanti tra le famiglie in stato di emergenza abitativa: si tratta di soggetti economicamente autosufficienti, che dichiarano redditi imponibili ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche: dipendenti di società private, della Cotral spa, di società a partecipazione pubblica (Zetema Progetto Cultura srl), del Policlinico Gemelli, o, addirittura, in un caso, del comune di Roma».

In totale sono dodici le persone finite nel registro degli indagati, di cui tre però già decedute. L’immobile, di proprietà dello Stato, nel settembre del 1958 è stato concesso in uso governativo dal ministero delle Finanze (direzione Generale del Demanio) al ministero della Pubblica Istruzione. Nel 2003 è stato occupato a seguito di un trasloco dei vecchi uffici. Il vice procuratore generale Massimo Minerva, che firma l’invito a dedurre, ha calcolato la cifra del risarcimento «in base al canone aggiornato alla media Omi (Osservatorio Mercato Immobiliare) per la destinazione d’uso residenziale nella zona Esquilino», dove si trova il palazzo occupato.

Oltre ad essere in rapporti politici e culturali strettissimi con l’attuale ministro degli Interni Salvini, l’organizzazione dichiaratamente neofascista, o del III millennio, è anche stata oggetto di una lusinghiera relazione del Viminale ben prima dell’avvento del Capitano ma diversi rapporti degli apparati di sicurezza ne hanno rivelato la natura squadristica e il ruolo violento nelle manifestazioni di pseudo comitati di cittadini contro i migranti in diverse città d’Italia. Più che per danni all’erario un’organizzazione fascista andrebbe sciolta per la sua incostituzionalità e per i danni alle persone e ai territori su cui scorazza.

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