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Creatività e confusione sotto il cielo di Nervi

Il Festival internazionale di Nervi, col suo palco affacciato sul mare, ospiti di alto livello e la discutibile chiusura col ballerino putiniano

La bella Kitri, perdutamente innamorata del giovane Basilio, è destinata contro la sua volontà in sposa al ricco Gamache. I due innamorati tuttavia, come in ogni bella fiaba, riusciranno a coronare il loro sogno d’amore grazie a un astuto stratagemma. Gioventù e amore, insomma,  la vincono sulle macchinazioni  di  denaro e potere. E fin qui niente di particolarmente eccezionale, almeno nel mondo delle fiabe,  se nel frattempo sull’orizzonte alle loro spalle non scivolasse lenta, come   un’apparizione di un altro mondo, indifferente alle vicende umane,  una petroliera illuminata nella notte.

C’è probabilmente  un solo posto al mondo in cui si può assistere a uno spettacolo simile, ed è il Festival internazionale di Nervi, col suo palco affacciato sul mare.  Che ha visto la compagnia del Tokyo Ballet in un trittico che comprendeva il Grand Pas de Deux dal Don Chisciotte, Il regno delle ombre da la Bayadère e Tam Tame et Percussion del coreografo Felix Blaska.

E può fare un po’strano vedere le fattezze orientali di Yasuomi Akimoto, alias Basilio,  fasciato di un corpetto rosso fuoco da torero mentre volteggia intorno alla sua Kitri, ovvero Mamiko Kawashima. Tutte le riserve svaniscono però di fronte alla bravura e alla perfezione tecnica, quasi  spietata,  che sanno raggiungere i giapponesi quando si mettono in testa di fare bene qualcosa. Foss’anche qualcosa che, come la danza classica, non appartiene certo al loro patrimonio culturale autoctono.  Ma è un effetto di straniamento da cui può risultare   anche una salutare terapia per quella malattia sottile che risponde al nome di eurocentrismo, non appena si provi a rovesciare i termini dell’equazione:  immaginando cioè degli italiani o comunque degli europei che raggiungano l’eccellenza in discipline artistiche come il teatro  Noh o Kabuki.   Pura fantascienza.

Fondata nel 1964 da Tadatsugu Sasaki con la collaborazione dell’amico e maestro Maurice Béjart – il carismatico coreografo francese che di cultura nipponica era appassionato al punto da stabilire col Tokyo Ballet un gemellaggio suggellato da una volontà testamentaria che  conferiva alla compagnia  l’esclusiva dei suoi capolavori – la formazione è diretta oggi da Yukari Saito. Ed è una delle guest star di una rassegna, realizzata col supporto organizzativo del Teatro Nazionale di Genova, che cuce con disivoltura un palinsensto molto pop di spettacoli –  da Carmen Consoli a Francesco De Gregori, dal Volo a Emir Kusturica, da Alessandro Preziosi a Gino Paoli – di cui sarebbe vano voler rintracciare  un minimo denominatore  comune.  Ad accezione della loro ubicazione  nei parchi della piccola delegazione genovese. E della dichiarata volontà dell’Amministrazione cittadina di recuperare i fasti ormai appannati di una location, come usano dire gli esperti di marketing, per molto tempo teatro di un prestigioso Festival internazionale del balletto,  che dal 1955 al 2004 portò a Genova il meglio dell’arte tersicorea mondiale.

Proprio alla danza viene indicativamente affidato il gran finale della rassegna,  con il galà di cui sarà protagonista assoluta la  controversa étoile di origine ucraina Sergei Polunin. Ballerino, modello e attore, dichiaratamente omofobo e sessista, ultranazionalista e fan entusiasta di Vladimir Putin, tanto da averne tatuato il ritratto sul petto. Proprio sopra un altro, di tatuaggi, ancora più imbarazzante,  quello dello Schwarze Sonne (Sole nero),   la svastica del nazismo esoterico. Decisamente un personaggio che non passa inosservato, ma con le idee forse un po’ confuse. Dato che il Sole nero, oltre a essere un simbolo riconosciuto dalla sottocultura skihnhead, campeggia anche sullo stemma del battaglione Azov, formazione paramilitare ucraina di estrema destra e certamente scevra di simpatie putiniane, attualmente   impegnata nella guerra del Donbass contro le   truppe separatiste filorusse.  Grande è la confusione (per lo meno politica) sotto il cielo di Nervi.

 

IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL

2 luglio Giorgia

3 luglio Carmen Consoli con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice.

4 luglio Alessandro Preziosi interpreta Moby Dick, accompagnato dal live electronics di Paky De Maio.

7 luglio The Tokyo Ballet

8 luglio Francesco De Gregori

9 luglio Il volo con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice

12 luglio Les Ballets Trockadero de Montecarlo

13 luglio Neri Marcorè con GnuQuartet e l’Orchestra del Carlo Felice

14 luglio Gala di Danza Andrea Volpintesta e Sabrina Brazzo (spettacolo gratuito con prenotazione)

16 luglio Caetano Veloso

17 luglio Emir Kusturica.

18 luglio Gino Paoli con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice

20 luglio Sergei Polunin

 

INFO: www.festivalnervi.it

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