Revoca del divieto di dimora per Mimmo Lucano: potrà tornare a Riace. Intanto Salvini è indagato per diffamazione dopo la denuncia di Carola Rackete
Mimmo Lucano può tornare a Riace e Salvini è indagato a seguito di una denuncia per diffamazioni sporta da Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3. Spie di un’aria che sta cambiando oppure semplici coincidenze giudiziarie? Forse la domanda è un’altra: riuscirà a restare in piedi la tensione antirazzista che, in assenza di altre mobilitazioni significative, è stata la reale opposizione in questi mesi di governo giallo-verde? Dunque, il Tribunale di Locri ha revocato il divieto di dimora nei confronti dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.Lucano, che fu coinvolto nell’inchiesta – avviata nell’epoca Minniti – su presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti, e perciò potrà tornare a Riace. «Un risultato positivo», commenta all’Adnkronos l’avvocato Andrea Dacqua, legale dell’ex primo cittadino. «Sono felice. Tornerò subito a Riace per rivedere mio padre e casa mia», sono state le prime parole di Mimmo Lucano dopo la revoca. Lucano è in attesa della notifica del provvedimento emesso dal Tribunale, ma la notizia della decisione del collegio gli è stata comunicata dai suoi difensori, suscitandogli «soddisfazione ed emozione». «Finalmente posso tornare a casa», ha aggiunto l’ex sindaco di Riace.
«L’assurdo esilio è finito. Una buona notizia, un po’ di umanità», così, su Twitter Mediterranea.
«Sono contento, finalmente. Mi sento come chi di nuovo rivede la luce e la libertà. La libertà non si rinchiude solo in un luogo fisico, ma dentro la dimensione dell’anima che più conta. Ora si accende una luce nuova – dice ancora Lucano all’Adnkronos – non ho rancori, né cerco vendette – spiega – ma voglio solo guardare avanti e pensare che ci sono tante persone che ogni giorno affrontano queste ingiustizie, molto più gravi di me, e sono obbligati a ricorrere a tutto quello che hanno dentro per trovare la motivazione«. Lucano continua sottolineando la sua intenzione di «tornare a vivere a Riace». «Mi auguro che con il neo ministro prevalgano l’umanità e il rispetto della Costituzione italiana», ha poi aggiunto commentando il cambio al vertice al Viminale da Matteo Salvini al neoministro Luciana Lamorgese. «Credo che, al di là della mia vicenda personale, quello che abbiamo vissuto in questo anno sia veramente triste – osserva Lucano – Basta ricordare quando, di volta in volta, le persone venivano segregate nelle navi giorno dopo giorno. Non c’è stata nessuna sensibilità. Ho pensato che ci fosse una deriva, che l’umanità si fosse smarrita, che prevalesse l’odio, l’ingiustizia, la cattiveria al di là di tutto. Rimarrà questo ricordo, il mio auspicio è che non accada più».
Intanto, l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini è indagato per diffamazione dopo la denuncia presentata a luglio da Carola Rackete comandante della Sea Watch3. Nelle scorse settimane la Procura di Roma ha proceduto all’iscrizione e ha inviato gli atti a Milano, dove Salvini ha la sua residenza, per competenza territoriale. Nella querela, in cui tra l’altro si chiedeva il sequestro degli account social dell’ex ministro, erano riportati alcuni post di Salvini dopo le polemiche seguite allo sbarco dei migranti nel porto di Lampedusa e diversi commenti da parte di utenti contro Rackete.
In ogni caso l’iter è lungo e tutto può ancora succedere. Come insegnano gli esperti ci sono molte circostanze che possono escludere una condanna per diffamazione: diritto di cronaca, diritto di critica, “provocazione” (consiglio la lettura di: https://www.diffamazioni.it/denuncia-per-diffamazione-come-e-cosa-fare/, ad esempio, per capire quanto sia complessa la questione). Senza contare le ipotesi in cui il codice penale espressamente prevede la possibilità di provare la “verità del fatto” per escludere la punibilità…